Barletta, giunta politica momentanea con criterio tecnico: l’intervento di Sabrina Salerno (Verdi)
BARLETTA. Finalmente anche Barletta ha la sua giunta comunale. L'organo di governo della Città. Nella lettera che il Sindaco Maffei indirizza alla cittadinanza si legge: "Alla mia città chiedo scusa per il ritardo e chiedo, altresì, che sappia valutare con assoluta obiettività quanto accaduto".
Che cosa è accaduto? E' accaduto che alcuni partiti della Sinistra hanno dimostrato responsabilità. Scrive Maffei:"[...] hanno voluto rispettare il mio ruolo e le regole da me assegnate, offrendo alla città nei tempi che avevo richiesto, le indicazioni e le necessità. Con loro, sono sicuro, il rapporto di collaborazione e di crescita comune non potrà che rafforzarsi". Altre forze della coalizione di centro-sinistra, in particolare il PD (partito che ha espresso il Sindaco stesso) e il movimento "La Buona Politica" pare invece non abbiano compreso l'importanza di dimostrare: "ai barlettani che il Centrosinistra cittadino fosse pronto ad assumersi in carico la responsabilità di un nuovo modo di interpretare se stesso e la città". Ciò dimostra che tra consiglieri e dirigenze non c'è comunione di intenti. Ciò dimostra che le forze suddette non condividono una visione politica ma si presentano come agglomerati di individui la cui partecipazione alla gestione della comunità è finalizzata a realizzare interessi personali. E' lecito, pertanto, chiedersi: "con loro quale rapporto si rafforzerà?".
Dunque, per mantenere fede allo slogan che ha caratterizzato la sua campagna elettorale il Sindaco Maffei ha deciso di dimostrare che con lui si è al sicuro, salvo non mantener fede alla promessa (o minaccia?) di varare una giunta tecnica nel caso di mancato accordo entro il termine da lui imposto. Difatti, niente giunta tecnica ma giunta politica scelta con criterio tecnico. Il tutto in accordo con i segretari dei partiti di coalizione. Si è deciso dunque di premiare "momentaneamente quella parte dei partiti cittadini che, nonostante certe liturgie personalistiche e a tratti incomprensibili di certa politica distante dalla gente, ha continuato a sostenere l'operato e l'autonomia del Sindaco".
Bene, anzi male. Non è solo la fonte dell'accordo a preoccupare. Il Sindaco dovrebbe infatti confrontarsi con i gruppi consiliari perché sono i consiglieri ad essere stati eletti e non i segretari di partito. Dopo il confronto, il Sindaco dovrebbe sperare di avere l'assenso dai segretari affinché venga dimostrato che i Partiti siano formati da donne e uomini che condividono un percorso, dei valori ed il programma da portare avanti. Come suddetto ciò non è avvenuto per tutti i partiti. Ed allora "criterio tecnico" per nomina politica per tutti! Preoccupante è, anche e soprattutto, la natura momentanea di una giunta politica. Per dimostrare autorevolezza Maffei ha deciso di servirsi della "parte dei partiti che ha sostenuto l'operato e l'autonomia del Sindaco". Ergo, tutti i primi dei non eletti. I quali, però, sanno già di dover andare a casa salvo essere presentati al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione, esser sentiti dal Sindaco (entro il termine fissato dallo statuto) prima che questi presenti al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato. Poi? Si presume debbano aspettare "la motivata comunicazione" che il Sindaco Maffei darà al Consiglio nell'atto di revoca per indicare finalmente la Giunta del suo secondo mandato.
Ma, se l'equilibrio fra le forze della coalizione di centro sinistra è stato rispettato e, fortunatamente, con il criterio adottato (i primi dei non eletti) si ha una giunta politica formata dalla parte dei partiti che si è dimostrata in sintonia con il Sindaco, che necessità c'è di rendere tale giunta momentanea? La mancata qualità in termini di preparazione e competenze dei suoi membri?
Caro Maffei, ancora una volta, ripone la fiducia nel nuovo consiglio comunale che sarà chiamato ad eleggere il Presidente del Consiglio e ad approvare il bilancio. Siamo sicuri che nessuno rischierà di andare a casa. Siamo sicuri che tutto si consumerà nei tempi stabiliti. Ma a quale costo? Su questo non siamo sicuri. Le auguriamo, perché lo auguriamo all'intera comunità di Barletta che lei rappresenta, di "mettersi a posto" in modo legale. A Palermo il "mettersi a posto" è figlio del silenzio, della paura, di chi preferisce subire e non denunciare favorendo lo stagno dell'Acheronte che lei paventa ma nel quale in realtà i Barlettani vivono da lunghi 5 anni che, continuando così, rischia di trasformarsi in sabbie mobili.
Che cosa è accaduto? E' accaduto che alcuni partiti della Sinistra hanno dimostrato responsabilità. Scrive Maffei:"[...] hanno voluto rispettare il mio ruolo e le regole da me assegnate, offrendo alla città nei tempi che avevo richiesto, le indicazioni e le necessità. Con loro, sono sicuro, il rapporto di collaborazione e di crescita comune non potrà che rafforzarsi". Altre forze della coalizione di centro-sinistra, in particolare il PD (partito che ha espresso il Sindaco stesso) e il movimento "La Buona Politica" pare invece non abbiano compreso l'importanza di dimostrare: "ai barlettani che il Centrosinistra cittadino fosse pronto ad assumersi in carico la responsabilità di un nuovo modo di interpretare se stesso e la città". Ciò dimostra che tra consiglieri e dirigenze non c'è comunione di intenti. Ciò dimostra che le forze suddette non condividono una visione politica ma si presentano come agglomerati di individui la cui partecipazione alla gestione della comunità è finalizzata a realizzare interessi personali. E' lecito, pertanto, chiedersi: "con loro quale rapporto si rafforzerà?".
Dunque, per mantenere fede allo slogan che ha caratterizzato la sua campagna elettorale il Sindaco Maffei ha deciso di dimostrare che con lui si è al sicuro, salvo non mantener fede alla promessa (o minaccia?) di varare una giunta tecnica nel caso di mancato accordo entro il termine da lui imposto. Difatti, niente giunta tecnica ma giunta politica scelta con criterio tecnico. Il tutto in accordo con i segretari dei partiti di coalizione. Si è deciso dunque di premiare "momentaneamente quella parte dei partiti cittadini che, nonostante certe liturgie personalistiche e a tratti incomprensibili di certa politica distante dalla gente, ha continuato a sostenere l'operato e l'autonomia del Sindaco".
Bene, anzi male. Non è solo la fonte dell'accordo a preoccupare. Il Sindaco dovrebbe infatti confrontarsi con i gruppi consiliari perché sono i consiglieri ad essere stati eletti e non i segretari di partito. Dopo il confronto, il Sindaco dovrebbe sperare di avere l'assenso dai segretari affinché venga dimostrato che i Partiti siano formati da donne e uomini che condividono un percorso, dei valori ed il programma da portare avanti. Come suddetto ciò non è avvenuto per tutti i partiti. Ed allora "criterio tecnico" per nomina politica per tutti! Preoccupante è, anche e soprattutto, la natura momentanea di una giunta politica. Per dimostrare autorevolezza Maffei ha deciso di servirsi della "parte dei partiti che ha sostenuto l'operato e l'autonomia del Sindaco". Ergo, tutti i primi dei non eletti. I quali, però, sanno già di dover andare a casa salvo essere presentati al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione, esser sentiti dal Sindaco (entro il termine fissato dallo statuto) prima che questi presenti al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato. Poi? Si presume debbano aspettare "la motivata comunicazione" che il Sindaco Maffei darà al Consiglio nell'atto di revoca per indicare finalmente la Giunta del suo secondo mandato.
Ma, se l'equilibrio fra le forze della coalizione di centro sinistra è stato rispettato e, fortunatamente, con il criterio adottato (i primi dei non eletti) si ha una giunta politica formata dalla parte dei partiti che si è dimostrata in sintonia con il Sindaco, che necessità c'è di rendere tale giunta momentanea? La mancata qualità in termini di preparazione e competenze dei suoi membri?
Caro Maffei, ancora una volta, ripone la fiducia nel nuovo consiglio comunale che sarà chiamato ad eleggere il Presidente del Consiglio e ad approvare il bilancio. Siamo sicuri che nessuno rischierà di andare a casa. Siamo sicuri che tutto si consumerà nei tempi stabiliti. Ma a quale costo? Su questo non siamo sicuri. Le auguriamo, perché lo auguriamo all'intera comunità di Barletta che lei rappresenta, di "mettersi a posto" in modo legale. A Palermo il "mettersi a posto" è figlio del silenzio, della paura, di chi preferisce subire e non denunciare favorendo lo stagno dell'Acheronte che lei paventa ma nel quale in realtà i Barlettani vivono da lunghi 5 anni che, continuando così, rischia di trasformarsi in sabbie mobili.