Barletta, lo Ju Jitsu per combattere bullismo e migliorare l’autodifesa femminile

di Nicola Ricchitelli. Sarà lo Ju Jitsu la novità con cui la Palestra Fitness – Via Boggiano 147 – si presenterà ai suoi scritti e a tutti gli interessati che a settembre vorranno prendere parte. Ma cos’è nello specifico lo Ju Jitsu? Lo Ju Jitsu è un'arte di difesa personale che basa i suoi principi sulle radici del nome originale giapponese: Hey yo shin kore do, ovvero "Il morbido vince il duro". Nello Ju Jitsu, la forza della quale si necessita proviene proprio dall'avversario, più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Ma per capirne di più, abbiamo raggiunto Ignazio Defazio titolare appunto della Palestra Fitness promotrice di questo particolare corso.

D:Signor Defazio da dove nasce l’esigenza di istituire appunto un corso di Ju Jitsu?

R:« Attivare un corso come lo Ju Jitsu – già avviato in passato con risultati eccellenti - nasce dalla necessità di fornire dei mezzi di autodifesa alle donne – e quindi assicurarle da eventuali aggressioni e quant’altro - ma anche e soprattutto a quei ragazzi che stentano nell’affermarsi nelle realtà in cui vivono soprattutto nella scuola dove anche qui a Barletta fenomeni quali il bullismo sono molto diffusi».

D: Signor Defazio, nello specifico quali sono i punti basilari cui poggia questa particolare tecnica?

R:« Il Jiu Jitsu altro non è che un sistema di tecniche per l’autodifesa di estrema efficacia con particolare attenzione al “primo impatto”. Il principio, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'attacco subito, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga di una difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto. Privilegia l’utilizzo iniziale, immediato e sistematico, di colpi molto caricati, potenti e diretti nei punti più sensibili, verosimilmente capaci di riprodurre all’aggressore uno shock sufficiente a predisporre al meglio tutto ciò che viene dopo, sempre con azioni accentuate di pressione e/o leva articolare, per concludere con il colpo decisivo o l’immobilizzazione dell’avversario, generalmente in piedi, con le sole gambe. In definitiva lo Ju Jitsu unisce un bagaglio estremamente ricco e vario di colpi, torsioni, proiezioni, tecniche superiori di pressione dei punti vitali o delle aree nevralgiche ad un metodo sofisticato di spostamenti in un sistema completo tecniche per l’autodifesa in cui non si oppone mai, di regola, la propria forza fisica a quella dell’aggressore».

D: Quali sono i soggetti più indicati per questo tipo di attività?

R:«Il Ju-Jitsu si rapporta ai giorni nostri con tecniche moderne e da strada, è considerata la più efficace tra le arti marziali, consigliata ai bambini come ottima disciplina psico-motoria, ai ragazzi e giovani in genere come espressione di difesa e rafforzamento della sicurezza interiore, in particolare alle donne, come metodo di difesa personale contro tentavi di stupro e aggressione, agli anziani come metodo di riattivazione psico-fisica. In questo modo consente anche a chi non possiede grande energia fisica di difendersi ugualmente in modo estremamente efficace da ogni tipo di aggressione reale da strada dando, inoltre, la possibilità di graduare la risposta all’azione aggressiva per non procurare necessariamente gravi traumi.
Per questi motivi il Ju Jitsu è riconosciuto, dagli esperti, come metodo tra i più validi ed efficaci per la difesa personale»

D: Signor Defazio come si articola una lezione tipo di Ju Jitsu?

R:«La lezione tipo si suddivide in tre momenti: riscaldamento, esercizi e studio, e quindi defaticamento. Nel riscaldamento abbiamo una serie di esercizi a corpo libero mirati all’attivazione muscolare e circolatoria, al potenziamento della muscolatura, al miglioramento della resistenza fisica. Al termine del riscaldamento si eseguono generalmente serie di “cadute” esercizi dove il praticante si lascia cadere a terra in diverse direzioni e con diverse modalità , con lo scopo di migliorare la capacità di subire le stesse tecniche. Seguono gli esercizi in coppia e da soli. Le lezioni per i più piccoli si svolgono con meno seriosità, curando meno la tecnica vera e propria, cercando di stimolare reazioni che portano il piccolo allievo a migliorare il proprio rapporto con il gruppo, a portare rispetto al compagno e al maestro, a sviluppare il senso dell’equilibrio e della coordinazione, stimolando l’agonismo, seppur incruento, e la fantasia del giovane allievo. Inserito in un contesto giocoso, il bambino apprende le prime regole base della società. La lezione termina solitamente con un breve defaticamento, con stretching o corsa leggera ed esercizi di rilassamento».