Barletta: Sabrina Salerno (Verdi), legalità? A Barletta, principio attivo o passivo?

BARLETTA. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma di Sabrina Salerno (Verdi)
A Barletta non sempre le tendenze vanno di moda. O meglio, il gusto è talmente fugace da non permettere, quasi a nessuno, di far tendenza. Durante la campagna elettorale, numerose sono state le voci che si sono scagliate contro "la compravendita del voto". Risale a pochi giorni fa, dopo più di un mese dall'esito della campagna elettorale, l'interrogazione parlamentare promossa dall'onorevole De Angelis, parlamentare del Popolo della Libertà, su tale questione e per “verificare condizionamenti, di qualsiasi natura, sull'espressione del voto amministrativo”. Del resto, a parte le denunce sempre rigorosamente anonime, a Barletta un elettore, appena maggiorenne, è stato colto in fragranza di reato. Fotografava il suo voto, appena espresso per il candidato Pasquale Ventura, risultato eletto consigliere comunale nella lista del SEL. Attendiamo speranzosi l'esito dell'indagine e dell'eventuale processo, per sapere quale sia stato il ruolo di ognuno in questa triste vicenda e per vedere garantito il principio di legalità nella nostra comunità. Il principio di legalità afferma che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire secondo la legge. Sia l'amministrazione pubblica che la giurisdizione devono, infatti, esercitare i loro poteri in conformità con i contenuti prescritti dalla legge. In questo caso, la giurisdizione deve accertare l'esistenza o meno di un reato. Risale al 7 giugno c.a. una nota diffusa dagli avvocati Raffaele Fiore e Carmine Dipaola sulle comunali 2011. La competizione viene definita poco degna per un paese civile. Questo l'incipit: "Con il rinnovato articolo 111 della Carta fondamentale, assieme ai principi del giusto processo anche il ruolo dell’avvocato ha acquisito un rilievo ed una portata costituzionali. Unica tra le libere professioni. Il che spiega perché oggi più di prima gli avvocati sono in prima fila nel governo dei processi, interpreti autentici dei valori sommi della libertà e della democrazia. Ma non v’è più libertà e muore la democrazia quando il rispetto della legalità svanisce nelle ombre della preistoria della nostra società ed è considerato alla stregua di un reperto archeologico. È quanto accaduto a Barletta in occasione della recente competizione elettorale". Nessun riferimento al Protocollo d'Intesa relativo agli accordi per la propaganda elettorale. Come più volte denunciato il Protocollo è stato violato da tutti i candidati alla carica di sindaco (esclusa me, quale candidata per I Verdi) e da buona parte dei candidati al consiglio comunale (per intenderci, i "papabili"). Nessuno, tranne il Partito dei Verdi, è intervenuto su tale irregolarità. Eppure, secondo il principio di legalità l'amministrazione pubblica e la giurisdizione sono tenute non solo a perseguire i fini determinati dalla legge (legalità-indirizzo), ma anche a operare in conformità alle disposizioni normative stesse (legalità-garanzia). Ed allora, perché questo silenzio? Tale protocollo non avrebbe dovuto rappresentare un ennesimo strumento di garanzia per i cittadini ed evitare "condizionamenti, di qualsiasi natura, sull'espressione del voto amministrativo"? In primis proprio dell'Art. 3 della Costituzione Italiana "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Io credo di sì. Per questo, in data 13 maggio c.a. (al fine di evitare strumentalizzazioni post-voto) ho inviato al Sindaco Nicola Maffei, al V. Dirigente Commissariato P.S. dr.ssa Santina Mennea, al Colonnello Savino Filannino della Polizia Municipale e al Sovr.te Flena Giuseppe Roberto, responsabile Uff. U.I.G.O.S., una nota per contestare l'assenza di provvedimenti in merito alla violazione del protocollo suddetto, invitando ad operare i dovuti controlli e non escludendo, in difetto, la possibilità di rimettere gli atti dinanzi alla competente Autorità giudiziaria per l’accertamento di eventuali responsabilità. Ad oggi nessuna risposta. Ad oggi prove delle avvenute violazioni ancora riscontrabili in territorio barlettano. E' arrivato il momento di verificare le responsabilità del Comune, il quale nella voce Sanzioni (del Protocollo) "è tenuto, dal momento dell'assegnazione degli spazi per l'affissione dei manifesti elettorali, per legge a provvedere alla defissione dei manifesti affissi fuori dagli spazi autorizzati - per ciascun candidato o lista, nonché a rimuovere ogni altra affissione abusiva o scritta ovunque effettuata". Ricordo inoltre che "le spese sostenute dal comune per la defissione sono a carico in solido, dell'esecutore materiale e del committente responsabile", non certo a carico della cittadinanza. Chi sente la necessità di richiedere con me tale verifica?

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