Cassano: “Le ‘leggerezze' del Teatro Pubblico Pugliese non sono casuali”

BARI. “La vicenda del mancato rispetto da parte del Teatro Pubblico Pugliese delle procedure di cui al bando per giovani operatori dello spettacolo, smascherata dalla video-lettera degli aspiranti arbitrariamente esclusi rispetto allo quale Vendola si è defilato non senza sgradevoli avvertimenti, non può essere liquidata come una ‘leggerezza’. Essa infatti altri non è che una cartina di tornasole di una gestione spregiudicata e faziosa delle politiche ‘culturali’ vendoliane, che ne fa sempre di più una docile quanto costosissima appendice dell’apparato clientelar-propagandistico del regime". Lo sostiene il Vice-Presidente del Gruppo consiliare Pdl, Massimo Cassano.
"Per di più, - aggiunge Cassano - le annunciate dimissioni di Presidente e Direttore rischiano di rivelarsi una trappola ad uso e consumo di tale regime, perché perpetuerebbero, con l’entrata in vigore di nuovi marchingegni appositamente studiati, il pieno e definitivo impossessamento da parte della Regione di un Ente che pur continua a ricevere contributi da Province e Comuni che nulla hanno da spartire con la missione e l’utilizzo smaccatamente di parte che Vendola e Godelli gli hanno assegnato, bypassando grazie alla sua natura privatistica ogni regola di trasparenza.
Di tanto si sono accorti anche il Comune di Bari ed autorevoli Colleghi della maggioranza, - precisa il consigliere barese - che non possiamo non invitare a trarne le elementari conseguenze, anche in considerazione del fatto che l’Assessore in questione, dopo una prima intera legislatura in ruoli di governo, non ha ritenuto di doversi degnare di sottoporsi al giudizio del Popolo sovrano, non mancando peraltro di insolentire chi invece lo ha fatto, senza risparmiare nemmeno gli sventurati che la devono sostenere!".
"Quanto al Teatro Pubblico Pugliese, o lo si costringe attraverso adeguati interventi normativi a sottostare a regole di trasparenza, allo stato assolutamente inesistenti, o gli si sottraggono gli sterminati fondi pubblici oggi gestiti con le suddette, sistematiche ‘leggerezze’. Lo stesso dicasi - conclude Cassano - per tutti gli altri Enti ad uso e consumo esclusivo ed incontrollato del vendolismo”.

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