FOGGIA. Una frode carosello. E' quanto scoperto a Cerignola dai militari della Guardia di Finanza e dalla procura di Foggia che hanno arrestato cinque imprenditori che operavano, in tutta Italia, nel settore della telefonia e dei computer. Oltre 461 i milioni di euro frodati allo Stato.
GLI INDAGATI - Gli indagati sono un commercialista di 50 anni di Cerignola al quale e' stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, un imprenditore barese di 54 anni, un uomo di 65 anni, e due rispettivamente di 48 e di 65: i quattro hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Secondo quanto emerso dalle indagini tra il 2007 e il 2010 dieci aziende del gruppo, che facevano parte del gruppo di Fiume, relazionandosi anche con societa' estere hanno emesso ed annotato fatture per operazioni inesistenti, anche relative ad effettivi acquisti e vendite di beni e servizi.
DOMINUS COMMERCIALISTA - Dominus del gruppo societario sarebbe il commercialista di Cerignola che costituita societa' italiane ed estere, intestandole a imprenditori di comodo e prestanome.
Stesso commercialista che, di volta in volta, decideva quale delle proprie aziende avrebbe dovuto assumere il ruolo di venditrice o acquirente, fatturando milioni di euro per poi scomparire senza presentare dichiarazioni fiscali e versare imposte all'erario. Quando i beni venivano forniti realmente gli articoli, privi dei costi fiscali, potevano essere immessi sul mercato del tutto sottocosto, a discapito della libera concorrenza e penalizzando gli imprenditori onesti. Al termine delle indagini i finanzieri hanno sequestrato preventivamente 22 quote di altrettante societa' operanti in vari settori intestate agli indagati.
GLI INDAGATI - Gli indagati sono un commercialista di 50 anni di Cerignola al quale e' stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, un imprenditore barese di 54 anni, un uomo di 65 anni, e due rispettivamente di 48 e di 65: i quattro hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Secondo quanto emerso dalle indagini tra il 2007 e il 2010 dieci aziende del gruppo, che facevano parte del gruppo di Fiume, relazionandosi anche con societa' estere hanno emesso ed annotato fatture per operazioni inesistenti, anche relative ad effettivi acquisti e vendite di beni e servizi.
DOMINUS COMMERCIALISTA - Dominus del gruppo societario sarebbe il commercialista di Cerignola che costituita societa' italiane ed estere, intestandole a imprenditori di comodo e prestanome.
Stesso commercialista che, di volta in volta, decideva quale delle proprie aziende avrebbe dovuto assumere il ruolo di venditrice o acquirente, fatturando milioni di euro per poi scomparire senza presentare dichiarazioni fiscali e versare imposte all'erario. Quando i beni venivano forniti realmente gli articoli, privi dei costi fiscali, potevano essere immessi sul mercato del tutto sottocosto, a discapito della libera concorrenza e penalizzando gli imprenditori onesti. Al termine delle indagini i finanzieri hanno sequestrato preventivamente 22 quote di altrettante societa' operanti in vari settori intestate agli indagati.