ROMA. Quaranta minuti di colloquio ieri sera al Quririnale tra il premier Silvio Berlusconi e il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Secondo alcune indiscrezioni, il presidente del Consiglio non avrebbe fatto riferimento alla nomina di nuovi ministri (resta scoperto l'incarico di responsabile delle Politiche comunitarie) e avrebbe convenuto con Napolitano sull'utilita' del confronto parlamentare che si e' svolto ieri alla Camera e martedi' al Senato.
Il presidente della Repubblica avrebbe chiesto a Berlusconi di adoperarsi affinche' si mantengano in ordine i conti pubblici come e' avvenuto finora, in modo da raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 come indicato dalla Commissione europea. Pieno sostegno da parte di Napolitano alla nomina di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea. Il capo dello Stato avrebbe anche sollecitato l'esecutivo ad approvare il decreto che permetterebbe di affrontare immediatamente l'emergenza rifiuti a Napoli, divenuta nelle ultime ore drammatica.
Di manovra economica discutera' oggi Berlusconi a Bruxelles nella riunione del Consiglio europeo convocato per esaminare il caso della Grecia alle prese con la richiesta di un nuovo prestito da parte dell'Unione europea e valutare l'andamento della situazione economica internazionale che impone nuovi provvedimenti di rigore nei singoli paesi.
Nel governo si lavora a una manovra da 43 miliardi che verra' varata da apposita riunione del Consiglio dei ministri tra il 28 e il 29 giugno. Tra le misure possibili, c'e' un nuovo aumento dell'eta' pensionabile. Potrebbe salire - entro il 2020 - l'eta' pensionabile per gli uomini a 67 anni e quella per le donne a 64 anni, all'interno del meccanismo gia' approvato che lega le pensioni alla speranza di vita.
Nella manovra si penserebbe di colpire le pensioni che superano di otto volte quelle minime. Sarebbero previsti tagli ai Comuni (circa 3 miliardi), ai ministeri (5-6 miliardi) e alla sanita' (5-6 miliardi). Cresce la possibilita' di un blocco del turn over e degli stipendi pubblici fino al 2014. Dai tagli verrebbero colpiti anche i cosiddetti ''costi della politica''. Si da' per certo anche l'aumento dell'Iva che potrebbe pero' avere effetti negativi sui consumi. Da qui l'opposizione al provvedimento della Cgil, delle associazioni dei consumatori e della Confcommercio.
Il governo dovrebbe poi procedere contemporaneamente - come annunciato da Berlusconi al Senato e alla Camera - verso la riforma fiscale con la riduzione a tre delle aliquote rispetto alle cinque attuali. La riforma fiscale e' una delle condizioni poste con forza da Umberto Bossi per il sostegno della Lega al governo.
La situazione economica e dei conti pubblici preoccupa l'opposizione. Il Pd, in particolare, teme di ricevere in eredita' in caso di vittoria del centrosinistra nelle prossime elezioni (o nel 2012 se anticipate, o alla scadenza naturale della legislatura nel 2013) il problema del risanamento dei conti pubblici. Ieri Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, si e' detto convinto che il governo finira' per fare una manovra ''leggera'' perche' in caso opposto si rischia la crisi dell'esecutivo.
Sulla manovra sara' infatti decisivo ancora una volta cio' che decidera' la Lega. Bossi, alla vigilia del dibattito parlamentare di ieri e avantieri, ha avanzato richieste precise: riforma fiscale, superamento del patto di stabilita' almeno per i Comuni che hanno i conti in regola, stop alla partecipazione italiana alle missioni internazionali, a iniziare da quella militare contro il governo di Gheddafi in Libia, per risparmiare risorse ed evitare l'aumento dell'immigrazione clandestina.
Il presidente della Repubblica avrebbe chiesto a Berlusconi di adoperarsi affinche' si mantengano in ordine i conti pubblici come e' avvenuto finora, in modo da raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 come indicato dalla Commissione europea. Pieno sostegno da parte di Napolitano alla nomina di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea. Il capo dello Stato avrebbe anche sollecitato l'esecutivo ad approvare il decreto che permetterebbe di affrontare immediatamente l'emergenza rifiuti a Napoli, divenuta nelle ultime ore drammatica.
Di manovra economica discutera' oggi Berlusconi a Bruxelles nella riunione del Consiglio europeo convocato per esaminare il caso della Grecia alle prese con la richiesta di un nuovo prestito da parte dell'Unione europea e valutare l'andamento della situazione economica internazionale che impone nuovi provvedimenti di rigore nei singoli paesi.
Nel governo si lavora a una manovra da 43 miliardi che verra' varata da apposita riunione del Consiglio dei ministri tra il 28 e il 29 giugno. Tra le misure possibili, c'e' un nuovo aumento dell'eta' pensionabile. Potrebbe salire - entro il 2020 - l'eta' pensionabile per gli uomini a 67 anni e quella per le donne a 64 anni, all'interno del meccanismo gia' approvato che lega le pensioni alla speranza di vita.
Nella manovra si penserebbe di colpire le pensioni che superano di otto volte quelle minime. Sarebbero previsti tagli ai Comuni (circa 3 miliardi), ai ministeri (5-6 miliardi) e alla sanita' (5-6 miliardi). Cresce la possibilita' di un blocco del turn over e degli stipendi pubblici fino al 2014. Dai tagli verrebbero colpiti anche i cosiddetti ''costi della politica''. Si da' per certo anche l'aumento dell'Iva che potrebbe pero' avere effetti negativi sui consumi. Da qui l'opposizione al provvedimento della Cgil, delle associazioni dei consumatori e della Confcommercio.
Il governo dovrebbe poi procedere contemporaneamente - come annunciato da Berlusconi al Senato e alla Camera - verso la riforma fiscale con la riduzione a tre delle aliquote rispetto alle cinque attuali. La riforma fiscale e' una delle condizioni poste con forza da Umberto Bossi per il sostegno della Lega al governo.
La situazione economica e dei conti pubblici preoccupa l'opposizione. Il Pd, in particolare, teme di ricevere in eredita' in caso di vittoria del centrosinistra nelle prossime elezioni (o nel 2012 se anticipate, o alla scadenza naturale della legislatura nel 2013) il problema del risanamento dei conti pubblici. Ieri Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, si e' detto convinto che il governo finira' per fare una manovra ''leggera'' perche' in caso opposto si rischia la crisi dell'esecutivo.
Sulla manovra sara' infatti decisivo ancora una volta cio' che decidera' la Lega. Bossi, alla vigilia del dibattito parlamentare di ieri e avantieri, ha avanzato richieste precise: riforma fiscale, superamento del patto di stabilita' almeno per i Comuni che hanno i conti in regola, stop alla partecipazione italiana alle missioni internazionali, a iniziare da quella militare contro il governo di Gheddafi in Libia, per risparmiare risorse ed evitare l'aumento dell'immigrazione clandestina.
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