di Vittorio Polito. Qualcuno ha detto che «Vivere senza amore e senza baci è vivere senza felicità», mentre Trilussa sosteneva che «Il bacio è il più bel fiore che nasce nel giardino dell’amore». Ma vediamo il significato di questo atto.
Il bacio è una delle manifestazioni di affetto più diffuse nel mondo. Ma che cos’è un bacio? Un atto compiuto applicando le labbra e premendole, per un tempo più o meno lungo, su persona o cosa in segno di amore, venerazione, affetto, devozione, ecc.
Gli antropologi sostengono che il bacio deriverebbe dall’uso della madre di passare piccoli bocconi alla prole in fase di svezzamento, mentre come gesto erotico era conosciuto a molti popoli dell’antichità, come mongoli, eschimesi, polinesiani e persino ai giapponesi.
I latini definirono tre tipi di baci: ‘osculum’ il bacio del rispetto; ‘savium’, il bacio della libidine e degli amori e ‘basium’, quello dell’affetto. In pratica, spiegava Isidoro di Siviglia, Santo, teologo e storico spagnolo, l’osculum si dà ai figli, il basium alle mogli e il savium, quello utilizzato nei contesti erotici, alle prostitute.
Erodoto, lo storico greco, racconta che già tra i persiani i baci erano un gesto istituzionalizzato, ma baciare sulla bocca era un gesto fra pari, baciare sulla guancia indicava lieve differenza sociale.
Anche nella Bibbia si parla di bacio: «Quando Labano sentì che era giunto Giacobbe, gli corse incontro, l’abbracciò e lo baciò e lo condusse a casa sua», (Genesi 29.13); «Intanto il Signore disse ad Aronne: - Va’ incontro a Mosè verso il deserto – Egli andò e l’incontrò verso il monte di Dio, e lo baciò», (Esodo 4.27). La stessa Passione di Cristo inizia con il bacio del discepolo Giuda: «Colui che lo tradiva aveva dato loro questo segno: Chi bacerò, è lui: prendetelo» (Matteo 26.48). Non si tratta di una novità, infatti, nella cultura classica il bacio ebbe spesso la funzione di rappresentare l’inganno, velato dal gesto più amichevole che l’uomo potesse concepire. A questo punto sarà chiaro che il bacio a cui stiamo maliziosamente pensando, non è affatto quello più importante dell’amore, ma quello riferito alla amicizia, alla cortesia, alla fedeltà, all’ossequio.
L’episodio evangelico narrato da Matteo ci rimanda all’abitudine di salutarsi col bacio, oggi praticata più che mai. Il problema è quello di sapere quanti baci si debbano dare, e si passa dall’inflazionato baciarsi sulle guance dei francesi al più contenuto omaggio del gentiluomo che solo sfiora la mano della dama. Ma non tutti amano il saluto sotto questa forma, che se è comune nel sud dell’Europa non lo è nel nord, dove il bacio sulle guance provoca imbarazzo e arrossamento più del bacio sulle labbra. Andando verso oriente le cose cambiano e giungiamo al bacio russo, variante politica del bacio francese. Famosissima è la foto che ritrae l’unirsi delle labbra, ad occhi chiusi, di Leonid Breznev, presidente del Soviet Supremo russo, ed Erich Honecker, leader della Germania est, che suggellava un rapporto sulla cui natura gli anticomunisti di una volta non ebbero mai dubbi. Ma la malignità era fuori luogo, infatti gli uomini russi si baciano sulle labbra e non lo fanno solo a partire da Stalin, ma lo facevano già in epoca zarista. In una fotografia degli inizi del Novecento si vede lo zar Nicola II dare il bacio tradizionale di Pasqua ai semplici marinai della sua flotta, che in fila, attendono il loro turno. Ma anche sulla corazzata Potemkin ci furono i “Giuda” che non fecero partire solo baci volanti ma bordate rivoluzionarie.
Il bacio però è anche una convenzione. Dicono gli etologi che è proprio l’unirsi delle labbra a distinguere l’uomo dall’animale, a fare del sesso al fine di concepire, un incontro tra due anime. Ma è anche vero che il bacio è un istinto naturale. Ricordate Tarzan, che pur non avendo vissuto da essere umano, ma da onorata scimmia, sapeva baciare, e come baciava! la sua Jane, pur non avendo avuto alcun insegnamento.
Molti sono i baci fatidici come, ad esempio, quello di Paolo e Francesca, bacio tragico, il cui dolce sapore si trasformerà in atroce dolore. Il bacio più celebre rimane quello che come linfa vitale ridesta la bella addormentata nel bosco. Ma vi è anche quello del Conte Dracula che vive di baci che avventate signorine o signore gli permettono di dare. Come dire di baci straziami, ma anche di baci saziami! Ma, se manca la fantasia e non sappiamo baciare cosa succede? Ecco alcuni consigli.
Il bacio delicato sulle palpebre: un modo molto romantico per comunicare che l’amore rende ciechi. Il bacio alla francese: sicuramente il bacio più intimo. La maggior parte delle persone considera questo bacio l’inizio di un rapporto. Il bacio all’eschimese: un tenero strofinare di nasi. Il bacio della farfalla: muovere le palpebre nelle zone erogene del nostro partner o della nostra partner.
Ma attenzione! Oggi la situazione è un po’ diversa: se tenti di dare un bacio rischi il carcere. Infatti, la Corte di Cassazione in una sentenza di qualche anno fa, ha condannato un direttore di banca a 14 mesi di reclusione ed a risarcire 1500 euro (1200 a copertura delle spese legali). Il danno subito dalla donna fu quindi quantificato in 300 euro per aver tentato di baciare, con un “mero sfioramento delle labbra”, una sua dipendente proprio nel giorno di San Valentino del 2000.
Il bacio è anche gesto di potere e di ossequio. Basti ricordare il virile “baciamo le mani” dei siciliani, molto ben esemplificato nel film “Il padrino”. Ma vi è anche l’arte del bacio all’anello episcopale o papale che richiede una notevole esperienza, o quello religioso e di rispetto al quale ci ha abituati Giovanni Paolo II quando baciava la terra che visitava, o il bacio al Crocifisso.
Santa Caterina da Siena baciava i piedi dei lebbrosi per umiltà e per infondere loro coraggio, mentre Sant’Antonio, prima di recitare le sue preghiere baciava Gesù Bambino.
Gli appassionati di cinema non avranno certamente dimenticato le scene romantiche di «Casablanca» o il bacio più lungo della storia del cinema in «Notorius» o la storia d’amore tra la bella attrice svedese Ingrid Bergman e il regista italiano Roberto Rossellini che negli anni cinquanta occupava le pagine dei rotocalchi.
Il bacio alla fine è entrato anche in pasticceria: molti dolci sono definiti baci. I più noti sono quelli di cioccolato di una famosa azienda di Perugia i quali sono sempre accompagnati da messaggi d’amore.
Per chi volesse saperne di più provvede un libro inglese “The kiss in history” (Il bacio nella storia, Manchester University Press), una raccolta di saggi sull’argomento a cura della sociologa Karen Harvey.
Ed ora qualche detto sull’argomento: “baciare i piedi a qualcuno” = dimostrargli una devozione esagerata; “baciare per terra” = mostrarsi riconoscente; “essere baciato dalla fortuna” = essere favorito dalla sorte in modo insperato e inaspettato.
E per finire ricordo che la storia del bacio accompagna la storia stessa dell’umanità, la sua arte come la sua letteratura, la vita pubblica come quella privata. Senza dimenticare che il primo bacio non si scorda mai. Il problema comincia quando, col passare degli anni, non ricordiamo più quando abbiamo dato l’ultimo.
Il bacio è una delle manifestazioni di affetto più diffuse nel mondo. Ma che cos’è un bacio? Un atto compiuto applicando le labbra e premendole, per un tempo più o meno lungo, su persona o cosa in segno di amore, venerazione, affetto, devozione, ecc.
Gli antropologi sostengono che il bacio deriverebbe dall’uso della madre di passare piccoli bocconi alla prole in fase di svezzamento, mentre come gesto erotico era conosciuto a molti popoli dell’antichità, come mongoli, eschimesi, polinesiani e persino ai giapponesi.
I latini definirono tre tipi di baci: ‘osculum’ il bacio del rispetto; ‘savium’, il bacio della libidine e degli amori e ‘basium’, quello dell’affetto. In pratica, spiegava Isidoro di Siviglia, Santo, teologo e storico spagnolo, l’osculum si dà ai figli, il basium alle mogli e il savium, quello utilizzato nei contesti erotici, alle prostitute.
Erodoto, lo storico greco, racconta che già tra i persiani i baci erano un gesto istituzionalizzato, ma baciare sulla bocca era un gesto fra pari, baciare sulla guancia indicava lieve differenza sociale.
Anche nella Bibbia si parla di bacio: «Quando Labano sentì che era giunto Giacobbe, gli corse incontro, l’abbracciò e lo baciò e lo condusse a casa sua», (Genesi 29.13); «Intanto il Signore disse ad Aronne: - Va’ incontro a Mosè verso il deserto – Egli andò e l’incontrò verso il monte di Dio, e lo baciò», (Esodo 4.27). La stessa Passione di Cristo inizia con il bacio del discepolo Giuda: «Colui che lo tradiva aveva dato loro questo segno: Chi bacerò, è lui: prendetelo» (Matteo 26.48). Non si tratta di una novità, infatti, nella cultura classica il bacio ebbe spesso la funzione di rappresentare l’inganno, velato dal gesto più amichevole che l’uomo potesse concepire. A questo punto sarà chiaro che il bacio a cui stiamo maliziosamente pensando, non è affatto quello più importante dell’amore, ma quello riferito alla amicizia, alla cortesia, alla fedeltà, all’ossequio.
L’episodio evangelico narrato da Matteo ci rimanda all’abitudine di salutarsi col bacio, oggi praticata più che mai. Il problema è quello di sapere quanti baci si debbano dare, e si passa dall’inflazionato baciarsi sulle guance dei francesi al più contenuto omaggio del gentiluomo che solo sfiora la mano della dama. Ma non tutti amano il saluto sotto questa forma, che se è comune nel sud dell’Europa non lo è nel nord, dove il bacio sulle guance provoca imbarazzo e arrossamento più del bacio sulle labbra. Andando verso oriente le cose cambiano e giungiamo al bacio russo, variante politica del bacio francese. Famosissima è la foto che ritrae l’unirsi delle labbra, ad occhi chiusi, di Leonid Breznev, presidente del Soviet Supremo russo, ed Erich Honecker, leader della Germania est, che suggellava un rapporto sulla cui natura gli anticomunisti di una volta non ebbero mai dubbi. Ma la malignità era fuori luogo, infatti gli uomini russi si baciano sulle labbra e non lo fanno solo a partire da Stalin, ma lo facevano già in epoca zarista. In una fotografia degli inizi del Novecento si vede lo zar Nicola II dare il bacio tradizionale di Pasqua ai semplici marinai della sua flotta, che in fila, attendono il loro turno. Ma anche sulla corazzata Potemkin ci furono i “Giuda” che non fecero partire solo baci volanti ma bordate rivoluzionarie.
Il bacio però è anche una convenzione. Dicono gli etologi che è proprio l’unirsi delle labbra a distinguere l’uomo dall’animale, a fare del sesso al fine di concepire, un incontro tra due anime. Ma è anche vero che il bacio è un istinto naturale. Ricordate Tarzan, che pur non avendo vissuto da essere umano, ma da onorata scimmia, sapeva baciare, e come baciava! la sua Jane, pur non avendo avuto alcun insegnamento.
Molti sono i baci fatidici come, ad esempio, quello di Paolo e Francesca, bacio tragico, il cui dolce sapore si trasformerà in atroce dolore. Il bacio più celebre rimane quello che come linfa vitale ridesta la bella addormentata nel bosco. Ma vi è anche quello del Conte Dracula che vive di baci che avventate signorine o signore gli permettono di dare. Come dire di baci straziami, ma anche di baci saziami! Ma, se manca la fantasia e non sappiamo baciare cosa succede? Ecco alcuni consigli.
Il bacio delicato sulle palpebre: un modo molto romantico per comunicare che l’amore rende ciechi. Il bacio alla francese: sicuramente il bacio più intimo. La maggior parte delle persone considera questo bacio l’inizio di un rapporto. Il bacio all’eschimese: un tenero strofinare di nasi. Il bacio della farfalla: muovere le palpebre nelle zone erogene del nostro partner o della nostra partner.
Ma attenzione! Oggi la situazione è un po’ diversa: se tenti di dare un bacio rischi il carcere. Infatti, la Corte di Cassazione in una sentenza di qualche anno fa, ha condannato un direttore di banca a 14 mesi di reclusione ed a risarcire 1500 euro (1200 a copertura delle spese legali). Il danno subito dalla donna fu quindi quantificato in 300 euro per aver tentato di baciare, con un “mero sfioramento delle labbra”, una sua dipendente proprio nel giorno di San Valentino del 2000.
Il bacio è anche gesto di potere e di ossequio. Basti ricordare il virile “baciamo le mani” dei siciliani, molto ben esemplificato nel film “Il padrino”. Ma vi è anche l’arte del bacio all’anello episcopale o papale che richiede una notevole esperienza, o quello religioso e di rispetto al quale ci ha abituati Giovanni Paolo II quando baciava la terra che visitava, o il bacio al Crocifisso.
Santa Caterina da Siena baciava i piedi dei lebbrosi per umiltà e per infondere loro coraggio, mentre Sant’Antonio, prima di recitare le sue preghiere baciava Gesù Bambino.
Gli appassionati di cinema non avranno certamente dimenticato le scene romantiche di «Casablanca» o il bacio più lungo della storia del cinema in «Notorius» o la storia d’amore tra la bella attrice svedese Ingrid Bergman e il regista italiano Roberto Rossellini che negli anni cinquanta occupava le pagine dei rotocalchi.
Il bacio alla fine è entrato anche in pasticceria: molti dolci sono definiti baci. I più noti sono quelli di cioccolato di una famosa azienda di Perugia i quali sono sempre accompagnati da messaggi d’amore.
Per chi volesse saperne di più provvede un libro inglese “The kiss in history” (Il bacio nella storia, Manchester University Press), una raccolta di saggi sull’argomento a cura della sociologa Karen Harvey.
Ed ora qualche detto sull’argomento: “baciare i piedi a qualcuno” = dimostrargli una devozione esagerata; “baciare per terra” = mostrarsi riconoscente; “essere baciato dalla fortuna” = essere favorito dalla sorte in modo insperato e inaspettato.
E per finire ricordo che la storia del bacio accompagna la storia stessa dell’umanità, la sua arte come la sua letteratura, la vita pubblica come quella privata. Senza dimenticare che il primo bacio non si scorda mai. Il problema comincia quando, col passare degli anni, non ricordiamo più quando abbiamo dato l’ultimo.
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Cultura e Spettacoli