Il sole che bacia la terra: uno spettacolo di musica e danza nella cattedrale di Bari

di Vittorio Polito. Si è assistito ieri nella Cattedrale di Bari, giorno del solstizio d’estate, ad un eccezionale evento: il sole che bacia la terra. Alle ore 17,10 i raggi del sole provenienti dal rosone centrale con i suoi 18 petali o raggi, posizionato sulla facciata principale, vanno a combaciarsi esattamente sul corrispondente rosone in marmo delle stesse dimensioni, collocato sul pavimento della navata. L’effetto avviene solo una volta l’anno e soltanto in questo giorno.
L’eccezionale avvenimento, che a causa del maltempo per due anni non si è realizzato, è dovuto al movimento della Terra intorno al sole ed al fatto che il grande tempio sacro è stato costruito con l’abside rivolto verso l’Oriente. Secondo la tradizione, i primi cristiani pregavano indirizzandosi verso il punto in cui sorge il sole. Nel medioevo, infatti, l’uomo ha avuto uno stretto rapporto con la luce.
La Cattedrale di Bari, definita da Mons. Francesco Cacucci “lo scrigno della fede”, è una delle grandi opere romaniche sorte dopo l’anno mille. Essa rappresentava il simbolo della città medievale, l’edificio più importante dove si svolgevano cerimonie religiose, ma anche manifestazioni civili e politiche. Un monumento che grazie alla fede dei nostri padri ha saputo custodire e testimoniare per secoli la sua bellezza artistica.
Il cammino del sole nella Cattedrale di Bari, quest’anno ha avuto come tema “Come luce”, presentato da Don Franco Lanzolla, parroco della Cattedrale, a cui è seguito lo spettacolo di danza e musiche.
“Come luce” è una proposta di testi, musiche, danze e canti che accompagna il contemplare e l’interpretare dell’evento del solstizio d’estate nella Cattedrale di Bari, attraverso l’incontro tra luce e colori.
La pienezza della co-incidenza è, infatti, il punto centrale del momento artistico che partendo dal mito della caverna di Platone, dove l’uomo credeva realtà le ombre, avendo il sole alle spalle, si passa all’incontro con la luce ed al suo dialogo con l’uomo che, attraverso questa relazione, impara a conoscerla ed a conoscersi.
I testi quest’anno sono di Giulio Meiattini del monastero Madonna della Scala di Noci e del sacerdote Giorgio Mazzanti di Firenze. Le voci recitanti: Alessandro Piscitelli e Mari Galeone; voce solista del soprano Maria Luisa Dituri, accompagnamento al piano di Vincenzo Cicchelli, coreografia e danza di Carla Caporusso, regia di Marilena Bertossi.
Le musiche: sonata “Chiaro di luna” di Ludwig van Beethoven, intermezzo musicale da “La Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni e “A Chloris” di Reynaldo Hahn).