TARANTO. L'Ilva non si chiude. Respinta dalla Procura la richiesta dei Carabinieri del Noe di Lecce di emettere un provvedimento di sequestro nei confronti di alcuni impianti dell'Ilva di Taranto. Richiesta arrivata dopo che i controlli compiuti nell'arco di 120 giorni hanno evidenziato una serie di anomalie. Lo ha detto in una nota uno dei legali dell'Ilva, l'avvocato Francesco Perli. Il sequestro era stato chiesto nell'incidente probatorio in cui e' stato disposto l'affidamento della nuova perizia sull'inquinamento. (leggi anche: Fiore, Bonelli non conosce azioni Regione)
L'INCHIESTA - In una relazione di una settantina di pagine, piu' allegati, consegnata ieri nell'ambito dell'incidente probatorio relativo all'inchiesta sull'inquinamento che sarebbe stato determinato dall'Ilva di Taranto, il Nucleo Operativo ecologico dei carabinieri di Lecce chiedeva l'emissione di un provvedimento cautelare reale, in sostanza il sequestro dello stabilimento siderurgico.
Gli esami del Noe, che si e' avvalso anche di video e fotografie, sono durati circa 40 giorni. Nell'inchiesta, che si trova nella fase delle indagini preliminari, sono indagati Emilio Riva, il proprietario, il figlio Nicola, e alcuni dirigenti. I reati ipotizzati sono disastro colposo, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto di cose pericolose, inquinamento atmosferico.
L'ILVA - Nell'Ilva sono occupate circa 13 mila persone piu' altre migliaia dell'indotto. Ieri sono stati prorogati di sei mesi dal gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, i termini per la consegna della perizia di cui si stanno occupando alcuni chimici e un ingegnere chimico per individuare il livello di inquinamento da diossina, Pcb, benzoapirene, Ipa. Il gip Todisco ha affidato l'incarico anche a tre esperti di epidemiologia per stabilire se ci sono dei collegamenti tra questi inquinanti e patologie croniche e decessi nell'area del cpaoluogo jonico.
L'INCHIESTA - In una relazione di una settantina di pagine, piu' allegati, consegnata ieri nell'ambito dell'incidente probatorio relativo all'inchiesta sull'inquinamento che sarebbe stato determinato dall'Ilva di Taranto, il Nucleo Operativo ecologico dei carabinieri di Lecce chiedeva l'emissione di un provvedimento cautelare reale, in sostanza il sequestro dello stabilimento siderurgico.
Gli esami del Noe, che si e' avvalso anche di video e fotografie, sono durati circa 40 giorni. Nell'inchiesta, che si trova nella fase delle indagini preliminari, sono indagati Emilio Riva, il proprietario, il figlio Nicola, e alcuni dirigenti. I reati ipotizzati sono disastro colposo, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto di cose pericolose, inquinamento atmosferico.
L'ILVA - Nell'Ilva sono occupate circa 13 mila persone piu' altre migliaia dell'indotto. Ieri sono stati prorogati di sei mesi dal gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, i termini per la consegna della perizia di cui si stanno occupando alcuni chimici e un ingegnere chimico per individuare il livello di inquinamento da diossina, Pcb, benzoapirene, Ipa. Il gip Todisco ha affidato l'incarico anche a tre esperti di epidemiologia per stabilire se ci sono dei collegamenti tra questi inquinanti e patologie croniche e decessi nell'area del cpaoluogo jonico.