di Vittorio Polito. Sull’incantevole lungomare di Bari si allineano maestosi palazzi privati e pubblici, il più bello di tutti quello della Provincia con la sua maestosa torre dell’orologio. L’edificio fu realizzato su progetto dell’ing. Luigi Baffa, nativo di Galatina (Lecce), con varianti dell’ingegnere Vincenzo Chiaia, incaricato alla successione della direzione dei lavori, in seguito alla morte di Baffa (11 novembre 1933), a causa di un incidente stradale.
L’architetto Saverio Giannatempo ha pensato bene di descriverlo accuratamente nella pubblicazione “Il Palazzo della Provincia di Bari”, edito da Mario Adda Editore, particolarmente attento a diffondere eleganti edizioni sulla nostra bella città .
La torre dell’orologio, che dà maestosità al Palazzo, si fregiò della dedica «Ai Martiri della Provincia Ovunque e Comunque Caduti nell’Ultima Grande Guerra e nella Rivoluzione Fascista», mentre alla fine del 1933 si pose mano all’appalto per la fornitura dell’orologio per cui furono invitate sette ditte.
I decori, la maestosità delle stanze, la splendida Torre, la Sala del Colonnato, la Sala Consiliare, la scalinata, rappresentano un prezioso esempio di architettura e testimonianza del passato. Nella Sala Consiliare non manca neanche il Palco della Musica, destinato a interventi musicali e, per tale scopo, fu allora data facoltà , alla ditta esecutrice, di decidere la conformazione più adatta alla ottimale diffusione dei suoni. Da decenni, il Palco purtroppo è inagibile, nonostante le promesse dell’ex presidente Divella, che assicurò il restauro e l’agibilità .
Un volume, come scrive nella presentazione Marcello Vernola, Presidente della Provincia pro tempore, che rimarrà nella storia a testimonianza del valore estetico e funzionale di una sede istituzionale, centro della vita amministrativa dei 48 comuni rappresentati.
La pubblicazione, che fa un po’ la storia del palazzo, dalla scelta della sede, al progetto, alle strutture murarie, al portico, alla torre dell’orologio, alla Pinacoteca, agli eventi bellici, è arricchito da un prezioso contributo di Clara Gelao sulle strutture e sulla funzione della Pinacoteca Provinciale, la cui istituzione ufficiale risale al 12 luglio 1928.
Il giornalista Antonio Rossano, scomparso qualche mese fa, che firmò la prefazione, scrisse, tra l’altro: «La sensazione più singolare è quella di ammirare per la prima volta un palazzo che, pure, conosciamo bene. Merito dell’accurato lavoro di ricerca condotto dall’autore». Un palazzo centrale nella storia dello sviluppo di Bari, che ha impresso e tuttora imprime un marchio, nel bene e nel male, all’intero tracciato del lungomare urbano.
Le foto sono di Nicola Amato e Sergio Leonardi, mentre le immagini della Pinacoteca sono di Berardo Celati, Giuseppe Ciliberti e Stefano Di Marco.
L’architetto Saverio Giannatempo ha pensato bene di descriverlo accuratamente nella pubblicazione “Il Palazzo della Provincia di Bari”, edito da Mario Adda Editore, particolarmente attento a diffondere eleganti edizioni sulla nostra bella città .
La torre dell’orologio, che dà maestosità al Palazzo, si fregiò della dedica «Ai Martiri della Provincia Ovunque e Comunque Caduti nell’Ultima Grande Guerra e nella Rivoluzione Fascista», mentre alla fine del 1933 si pose mano all’appalto per la fornitura dell’orologio per cui furono invitate sette ditte.
I decori, la maestosità delle stanze, la splendida Torre, la Sala del Colonnato, la Sala Consiliare, la scalinata, rappresentano un prezioso esempio di architettura e testimonianza del passato. Nella Sala Consiliare non manca neanche il Palco della Musica, destinato a interventi musicali e, per tale scopo, fu allora data facoltà , alla ditta esecutrice, di decidere la conformazione più adatta alla ottimale diffusione dei suoni. Da decenni, il Palco purtroppo è inagibile, nonostante le promesse dell’ex presidente Divella, che assicurò il restauro e l’agibilità .
Un volume, come scrive nella presentazione Marcello Vernola, Presidente della Provincia pro tempore, che rimarrà nella storia a testimonianza del valore estetico e funzionale di una sede istituzionale, centro della vita amministrativa dei 48 comuni rappresentati.
La pubblicazione, che fa un po’ la storia del palazzo, dalla scelta della sede, al progetto, alle strutture murarie, al portico, alla torre dell’orologio, alla Pinacoteca, agli eventi bellici, è arricchito da un prezioso contributo di Clara Gelao sulle strutture e sulla funzione della Pinacoteca Provinciale, la cui istituzione ufficiale risale al 12 luglio 1928.
Il giornalista Antonio Rossano, scomparso qualche mese fa, che firmò la prefazione, scrisse, tra l’altro: «La sensazione più singolare è quella di ammirare per la prima volta un palazzo che, pure, conosciamo bene. Merito dell’accurato lavoro di ricerca condotto dall’autore». Un palazzo centrale nella storia dello sviluppo di Bari, che ha impresso e tuttora imprime un marchio, nel bene e nel male, all’intero tracciato del lungomare urbano.
Le foto sono di Nicola Amato e Sergio Leonardi, mentre le immagini della Pinacoteca sono di Berardo Celati, Giuseppe Ciliberti e Stefano Di Marco.
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