Manovra: dopo l'impasse in aula Berlusconi mobilita la maggioranza

ROMA. Silvio Berlusconi si e' precipitato ieri pomeriggio alla Camera dopo che la maggioranza, poco dopo le 17, e' stata battuta quando si e' votato in Aula l'articolo 1 della Legge comunitaria. Il presidente del Consiglio, preoccupato dal danno di immagine alla vigilia del varo della manovra economica nel Consiglio dei ministri di oggi convocato alle 15, ha strigliato i gruppi di maggioranza di Pdl, Lega e Iniziativa responsabile.

''Non ci si puo' comportare in questo modo. Bisogna restare in Aula a votare'', ha detto Berlusconi ai capigruppo della maggioranza convocati nella stanza del governo a Montecitorio. Il premier ha chiesto di mobilitare i deputati della maggioranza per evitare che si ripetano episodi come quelli di ieri sulle prossime scadenze che attendono il governo. La maggioranza era gia' in sofferenza in alcune votazioni svoltesi nella mattinata. La prima votazione, sulla proposta di stralciare l'articolo 8 (il governo ha chiesto lo stralcio di 12 articoli), e' finita in parita' e quindi lo stralcio chiesto dal centrodestra e' stato bocciato. Le proposte di stralciare altri articoli sono state approvate in due casi per un solo voto. I ripetuti campanelli d'allarme non hanno pero' sollecitato una maggiore presenza dei deputati della maggioranza. L'articolo 1 e' stato poi bocciato con 270 no, 262 si' e un astenuto.

Mentre l'opposizione chiedeva le dimissioni del governo, il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto non alzava bandiera bianca: ''C'e' stato nei giorni scorsi un voto di fiducia e oggi c'e' stato solo un incidente parlamentare. Noi rimaniamo in campo, ci batteremo provvedimento per provvedimento e dimostreremo che c'e' una maggioranza parlamentare''.

Al momento del voto sull'articolo 1 erano 43 i deputati del Pdl assenti (16 giustificati e 27 non giustificati). 4 gli assenti sui banchi della Lega (2 giustificati e 2 no), 8 gli assenti di Iniziativa responsabile (6 non giustificati).

Berlusconi ha poi incontrato a Palazzo Chigi il governatore uscente della Banca d'Italia Mario Draghi, futuro presidente della Banca centrale europea. Nel colloquio, secondo alcune indiscrezioni, si e' discusso della situazione economica internazionale, della manovra economica del governo ma anche dell'identikit del successore di Draghi alla Banca d'Italia.

Quest'ultimo avrebbe riproposto la candidatura di Fabrizio Saccomanni, attuale direttore generale di via Nazionale.

Il Consiglio dei ministri cerchera' oggi di ridare vigore alla maggioranza varando la manovra finanziaria e il disegno di legge delega sulla riforma fiscale. Le indiscrezioni sul contenuto della manovra si sono susseguite per l'intera giornata. Dovrebbero arrivare una imposta dello 0,15% sulle transazioni finanziarie e una tassa del 35% sul trading delle banche. Ma anche una nuova tassa sulle auto oltre i 125 chilowattora.

Probabile rinvio invece dell'innalzamento a 65 anni dell'eta' per la pensione delle lavoratrici del settore privato.

L'avvio della riforma, in modo graduale, inizierebbe dal 2015. Anche il ritocco dei meccanismi pensionistici legati alla speranza di vita sarebbe rinviato, come chiesto in particolare dalla Lega. Pure l'aumento di un punto percentuale dell'Iva sulle aliquote del 10 e del 20% non sara' inserito in manovra e non scattera' da subito.

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