Moda: Shopping all' estero, che lingua parlo?


di Manuela Merico
BARI
. E’ tempo di vacanze e quindi di viaggi, si inizia scegliendo la destinazione guardando ai costi e ai luoghi da visitare e, soprattutto alla possibilità di fare shopping. Ebbene sì, noi italiani siamo tra i più interessati non solo alla cultura di un Paese ma anche al lato divertente e rilassante che spesso si traduce nell’acquisto di abiti e souvenir.
Come comportarsi, allora tra le vetrine dei negozi?
Prima di tutto guardate con attenzione l’ingresso degli stores per notare eventuali avvisi alla clientela o possibili entrate a pagamento, soprattutto se si tratta di un museo o una chiesa.
Nelle boutique di classe potrebbe avvicinarsi una commessa per chiedervi cosa desiderate, in questi casi occorre aver pronte frasi del tipo: “I’m looking for a shirt”, oppure “I’d like to have a bag”.
Sappiamo che la lingua inglese è la più conosciuta e la più parlata, ma quando si tratta di moda non sempre ci aiuta ad acquistare ciò che vogliamo.
Conoscere i termini giusti è fondamentale: la classica borsa Kelly con maniglia e tracolla a forma di trapezio fu disegnata e chiamata così da Hermes in onore dell’attrice Grace Kelly. E per i cappelli basterebbe dire hat come termine generico, pochi sanno però che una bombetta alla Charlie Chaplin prende il nome Derby; mentre Beret indica il berretto senza visiera originario della Francia.
Nel caso degli abiti è facile individuarli vedendoli tra quelli esposti, ma se si desidera qualcosa di particolare è importante informarsi. Un abito di origine indiana con drappeggi laterali è chiamato Sarong, quello in stile hawaiano è detto Muumuu.
Per i giovani è tutto più semplice: gli articoli provenienti dall’estero arrivano in negozio con il nome appropriato condizionando i venditori a mantenerlo e a diffonderlo. E’ il caso dei leggings e delle sneakers (il primo paio fu indossato nel 1985 da Michael Jordan) di origine britannica e americana, stravenduti e rivisitati in varie versioni anche in Italia.
Prima di fare la valigia, quindi, date uno sguardo al libro di Michela Zio e Monica Camozzi, Parole di moda, edito dall’Hoepli, un vocabolario per comprendere le parole più cool del momento.