Prima il morto e poi i semafori: è sempre troppo tardi a Bari

di Nicola Zuccaro. "Lei ha ragione, ma non possiamo concentrare tutti gli uomini a disposizione lungo quel tratto". Un anno fa, di questi tempi, il comandante della polizia municipale di Bari, Stefano Donati, così si rivolse a chi scrive. Questi, sollecitava il massimo dirigente dei vigili urbani ad intervenire per vigilare attentamente presso l'incrocio semaforico prospiciente via Brigata Regina con angolo Corso Mazzini. La segnalazione fu inoltrata perchè l'incrocio indicato non funzionava con la perfetta sincronia richiesta, considerando anche l'elevato traffico pedonale che investiva il tratto indicato sopratutto il lunedì mattina per la concomitante apertura del mercato settimanale lungo il corso della Carboneria e via Tommaso Fiore. A distanza di un anno, sarebbe opportuno rivolgere al comandante Donati la seguente domanda: " Se mancano gli uomini perchè non monitorare e quindi all'occorrenza riparare quei semafori presenti lungo gli incroci ritenuti pericolosi?". Inoltre: perchè bisogna aspettare il morto per porre riparo alle anomalie semaforiche? E' la domanda che poniamo prima da cittadini e poi da cronisti agli organi competenti, a seguito del tragico sinistro che pochi giorni fa ha visto perire in prima mattinata il 17enne Francesco Schettino presso l'incrocio fra la centrale Via De Giosa e la perpendicolare Via Imbriani. Attuare degli interventi di simile rilevanza per l'incolumità e la sicurezza di automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni è sempre troppo tardi prima che ci scappi il morto. Segno, questo, che la cultura della prevenzione stradale è un tabù comunale.

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