di Nicola Zuccaro. "Se un partito carismatico riunisce la sua direzione non è più tale". E' in questa punzecchiatura rivolta da Luciano Violante ad indirizzo di Gaetano Quagliarello che si racchiude il probabile e unico motivo di interesse all'interno del seminario "Il Partito Politico Oggi", tenutosi nel pomeriggio di Lunedì 20 Giugno presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bari.
Questa dichiarazione - è doveroso ricordarlo per la correttezza informativa verso i nostri visitatori - scaturiva da una precedente considerazione che il senatore del Pdl evidenziava a proposito della modifica che la forma partitica subìva con l'ingresso in politica di Berlusconi, non lesinando anche nella veste di docente universitario in Storia dei Partiti Politici una digressione storica su quello che è stato il partito, nelle sue varie versioni organizzative, sin dal XIX secolo. In pratica un intervento che, pur degno di una lezione universitaria, non rispondeva alla domanda che l'uditorio, sottovoce, si poneva: "Quale partito per il domani?". Quagliarello, Violante (Pd) così come Fratoianni del Sel non hanno dato risposte a questa domanda. Semmai si sono trincerati dietro il partito della rete, quello virtuale e dei social network, presentando in comune (perdonateci il bisticcio di parole) quel luogo comune dove poter fare politica e dove potersi confrontare ossia la piazza virtuale del web. Chi si aspettava che questo seminario potesse rappresentare la storica occasione sia per un confronto in tempo reale e non a distanza fra Pd, Pdl e Sel, è rimasto deluso e forse ancor di più se lo stesso avrebbe potuto rappresentare anche l'occasione per quel laboratorio in cui elaborare il partito del domani.
E invece, hanno prevalso le critiche sulle primarie nel centro-sinistra, sul berlusconismo e sul partito dell'oggi, inteso come centro per la mediazione di interessi particolari, e su Ballarò. Di tutto di più e men che meno su quella che potrà essere, mediante i partiti, la politica del domani.
Questa dichiarazione - è doveroso ricordarlo per la correttezza informativa verso i nostri visitatori - scaturiva da una precedente considerazione che il senatore del Pdl evidenziava a proposito della modifica che la forma partitica subìva con l'ingresso in politica di Berlusconi, non lesinando anche nella veste di docente universitario in Storia dei Partiti Politici una digressione storica su quello che è stato il partito, nelle sue varie versioni organizzative, sin dal XIX secolo. In pratica un intervento che, pur degno di una lezione universitaria, non rispondeva alla domanda che l'uditorio, sottovoce, si poneva: "Quale partito per il domani?". Quagliarello, Violante (Pd) così come Fratoianni del Sel non hanno dato risposte a questa domanda. Semmai si sono trincerati dietro il partito della rete, quello virtuale e dei social network, presentando in comune (perdonateci il bisticcio di parole) quel luogo comune dove poter fare politica e dove potersi confrontare ossia la piazza virtuale del web. Chi si aspettava che questo seminario potesse rappresentare la storica occasione sia per un confronto in tempo reale e non a distanza fra Pd, Pdl e Sel, è rimasto deluso e forse ancor di più se lo stesso avrebbe potuto rappresentare anche l'occasione per quel laboratorio in cui elaborare il partito del domani.
E invece, hanno prevalso le critiche sulle primarie nel centro-sinistra, sul berlusconismo e sul partito dell'oggi, inteso come centro per la mediazione di interessi particolari, e su Ballarò. Di tutto di più e men che meno su quella che potrà essere, mediante i partiti, la politica del domani.