Rifiuti: Caldoro indagato, stop a tavoli istituzionali

NAPOLI. Tre 'No' decisi ed irrevocabili annunciati, per la prima volta da quando e' il presidente della Campania, con tono arrabbiato. Tre 'No' ed un annuncio clamoroso: l'abbandono della Regione Campania di ogni tavolo istituzionale, sia presso il governo che la prefettura.

Stefano Caldoro dice per tre volte ''Non ci sto'' dopo l'indagine per epidemia colposa che come un fulmine si e' abbattuta sabato sera sul suo capo. E' l'ultima inchiesta sui rifiuti della Procura di Napoli che addossa al governatore (come gia' avvenuto per Bassolino), la responsabilita' di non aver emesso ordinanze per portare l'immondizia di Napoli nelle altre province campane.

Ai cronisti convocati nel primo pomeriggio di ieri in sala giunta, il presidente mostra un piglio lontano dalla tradizionale pacatezza. Dice subito e chiaramente: ''Non ci sto, non ci sto, non ci sto''.

Il primo 'NO' si riferisce al ''pagare le colpe di 15 anni di inadempienze e responsabilita' dei Comuni e responsabilita' procedurali''.

Il secondo e' quello di ''pagare colpe dei ricatti e dle boicottaggio della camorra'', il terzo 'No' e' diretto alla Lega di Bossi, accusata di ''comportamenti irresponsbaili, di fronte ad una emergenza nazionale''.

E poi l'annuncio: ''Da oggi la Regione esce da tutti i tavoli istituzionali, quello nazionale e quelli locali.

Continuera' a fare la sua parte per le sue competenze di legge. Non e' protesta ma una messa in mora di tutti, dai comuni al governo, perche' se stai a un tavolo e lavori e' giusto pretendere che tutti lavorino''. La decisione di abbandonare i tavoli, aggiunge Caldoro, ''ci permette maggiore liberta' per fare il nostro lavoro. Ora saremo li' a contare i giorni, le ore, con cui i Comuni risolveranno la crisi, perche' le intese istituzionali le possono fare solo i sindaci. E poi non ci puo' non essere come nel 2008 un significativo intervento del governo''.

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