di Roberta Calò. Stanno per essere ultimati gli accertamenti scientifici dalla sezione Sis dei carabinieri sulla Opel Astra di Cosima Serrano, la zia della piccola Sarah Scazzi uccisa e gettata in un pozzo nei pressi di Avetrana.
La station wagon era stata sequestrata il 26 maggio scorso, in concomitanza con l'arresto della donna iscritta ora con la figlia, Sabrina Misseri, nel registro degli indagati per omicidio.
Il movente di gelosia attribuito a Sabrina sarebbe accompagnato dal racconto di un fioraio del piccolo paese salentino che avrebbe riferito di aver visto, lo scorso 26 Agosto, Cosima Serrano che constringeva la nipote a salire a bordo dell'auto.
Lo stesso uomo però nei giorni seguenti aveva ritrattato la sua versione dichiarando che probabilmente si era trattato di un sogno e sarebbe per ora accusato di falsa testimonianza.
Al momento l'attenzione è concentrata su una macchia, repertata all'interno dell'auto. Una relazione completa sulle analisi dovrebbe essere consegnata agli organi inquirenti nei prossimi giorni.
Intanto Michele Misseri, che per la Procura di Taranto avrebbe già scontato i mesi previsti dalla legge in caso di reato per occultamento di cadavere, si gode la libertà presso la sua casa in via Deledda. Nei giorni scorsi una coppia di sconosciuti con un bimbo si sarebbe recata da lui e avrebbe citofonato a casa sua per conoscere l'uomo e farsi rilasciare un autografo. In seguito, i due sarebbero andati a rendere omaggio alla tomba della vittima.
La visibilità mediatica conquistata dall'ex orco di Avetrana, accresciuta soprattutto dall'ultima intervista rilasciata a Matrix in cui si assumeva nuovamente la completa paternità del delitto, non convince nè opinione pubblica nè inquirenti. Questi ultimi, infatti, stanno portando avanti le indagini percorrendo ormai l'intrepresa strada che porterebbe all'incriminazione di Sabrina Misseri e Cosima Serrano.
Quello a cui si assiste però è un processo ambivalente; se da un lato la legge sembra fare il suo corso, dall'altro i giornalisti sembrano assurgersi a giudici e avvocati di un processo publico che prende vita continuamente nella trasmissioni in cui viene affrontato il caso diventato ormai di cronaca pubblica più che di cronaca nera. Non sono mancate infatti accuse, per esempio nel corso della trasmissione Quarto Grado in onda su rete quattro, scagliate contro Ilaria Cavo, la giornalista che ha intervistato per Matrix Michele Misseri. La donna sarebbe stata accusata di aver rivolto domande che perorassero la causa di difesa di Cosima Serrano e Sabrina Misseri. In altri contesti, invece, come quello del salotto di Domenica Cinque altri giornalisiti sono stati invece accusati di schierarsi in maniera troppo palese per Michele Misseri. Quello che ormai appare sempre più ovvio è la mancanza di obiettività e di rispetto nella gestione dell'informazione giornalistica di un triste caso di cronaca nera ai danni di una povera quindicenne ormai da mesi strumentalizzato per far impennare gli indici di ascolto.
La station wagon era stata sequestrata il 26 maggio scorso, in concomitanza con l'arresto della donna iscritta ora con la figlia, Sabrina Misseri, nel registro degli indagati per omicidio.
Il movente di gelosia attribuito a Sabrina sarebbe accompagnato dal racconto di un fioraio del piccolo paese salentino che avrebbe riferito di aver visto, lo scorso 26 Agosto, Cosima Serrano che constringeva la nipote a salire a bordo dell'auto.
Lo stesso uomo però nei giorni seguenti aveva ritrattato la sua versione dichiarando che probabilmente si era trattato di un sogno e sarebbe per ora accusato di falsa testimonianza.
Al momento l'attenzione è concentrata su una macchia, repertata all'interno dell'auto. Una relazione completa sulle analisi dovrebbe essere consegnata agli organi inquirenti nei prossimi giorni.
Intanto Michele Misseri, che per la Procura di Taranto avrebbe già scontato i mesi previsti dalla legge in caso di reato per occultamento di cadavere, si gode la libertà presso la sua casa in via Deledda. Nei giorni scorsi una coppia di sconosciuti con un bimbo si sarebbe recata da lui e avrebbe citofonato a casa sua per conoscere l'uomo e farsi rilasciare un autografo. In seguito, i due sarebbero andati a rendere omaggio alla tomba della vittima.
La visibilità mediatica conquistata dall'ex orco di Avetrana, accresciuta soprattutto dall'ultima intervista rilasciata a Matrix in cui si assumeva nuovamente la completa paternità del delitto, non convince nè opinione pubblica nè inquirenti. Questi ultimi, infatti, stanno portando avanti le indagini percorrendo ormai l'intrepresa strada che porterebbe all'incriminazione di Sabrina Misseri e Cosima Serrano.
Quello a cui si assiste però è un processo ambivalente; se da un lato la legge sembra fare il suo corso, dall'altro i giornalisti sembrano assurgersi a giudici e avvocati di un processo publico che prende vita continuamente nella trasmissioni in cui viene affrontato il caso diventato ormai di cronaca pubblica più che di cronaca nera. Non sono mancate infatti accuse, per esempio nel corso della trasmissione Quarto Grado in onda su rete quattro, scagliate contro Ilaria Cavo, la giornalista che ha intervistato per Matrix Michele Misseri. La donna sarebbe stata accusata di aver rivolto domande che perorassero la causa di difesa di Cosima Serrano e Sabrina Misseri. In altri contesti, invece, come quello del salotto di Domenica Cinque altri giornalisiti sono stati invece accusati di schierarsi in maniera troppo palese per Michele Misseri. Quello che ormai appare sempre più ovvio è la mancanza di obiettività e di rispetto nella gestione dell'informazione giornalistica di un triste caso di cronaca nera ai danni di una povera quindicenne ormai da mesi strumentalizzato per far impennare gli indici di ascolto.