FOGGIA. Le bottiglie del Nero di Troia avranno l’etichetta «Tavoliere» o «Tavoliere delle Puglie», a discrezione dell’imbottigliatore. Lo ha deciso ieri la commissione nazionale Vini del ministero per le Politiche agricole, che si è riunita sulla scorta del via libera alla «doc» (denominazione di origine controllata) già dato dall’omologa commissione regionale Vini durante l’audizione dello scorso 16 giugno in Camera di commercio. Non è dunque passata la proposta di affiancare la preposizione «del» al marchio «Tavoliere», un’escamotage che sarebbe servito ai produttori per legare la dicitura Nero di Troia (che è fuori del disciplinare), appunto, al marchio «del tavoliere». Pazienza, bisognerà studiare altri stratagemmi.
La commissione nazionale ha approvato la proposta pugliese all’unanimità , adesso dovranno trascorrere trenta giorni prima dell’emanazione del decreto. I vini prodotti con la prossima vendemmia possono entrare nella «doc», il 15 e 16 luglio prossimi a Troia il comitato promotore celebrerà l’ing resso nella «doc» nell’annuale convegno dedicato alla produzione del Nero di Troia in Capitanata. C’è dunque poca voglia tra i membri del comitato di polemizzare anche nei confronti di una provocazione molto dura, qual è quella messa in atto nei giorni scorsi dal produttore vinicolo Gianfelice D’Alfonso Del Sordo che ha definito questo riconoscimento «un contentino», in quanto subalterno alla doc Castel del Monte che già imbottiglia Nero di Troia ed ha premuto affinchè nel marchio della nuova doc non fosse compreso il nome del vitigno tradizionale foggiano.
«Faremo tesoro dei consigli dell’imprenditore D’Alfonso Del Sordo - la replica del presidente del comitato, Matteo Cuttano - faremo attenzione affinché la quantità non abbia la meglio sulla qualità (Del Sordo aveva espresso perplessità anche sulla rappresentatività dei nomi nel comitato: ndr)». «Sappiamo – aggiunge Cuttano - che fare sistema dalle nostre parti non è facile, ma conoscendo bene il presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano, che da anni predica “il lavoro di squadra”, siamo certi che anche gli amici dell’Upa ci daranno una mano per rendere sempre più internazionale il nostro marchio».
La commissione nazionale ha approvato la proposta pugliese all’unanimità , adesso dovranno trascorrere trenta giorni prima dell’emanazione del decreto. I vini prodotti con la prossima vendemmia possono entrare nella «doc», il 15 e 16 luglio prossimi a Troia il comitato promotore celebrerà l’ing resso nella «doc» nell’annuale convegno dedicato alla produzione del Nero di Troia in Capitanata. C’è dunque poca voglia tra i membri del comitato di polemizzare anche nei confronti di una provocazione molto dura, qual è quella messa in atto nei giorni scorsi dal produttore vinicolo Gianfelice D’Alfonso Del Sordo che ha definito questo riconoscimento «un contentino», in quanto subalterno alla doc Castel del Monte che già imbottiglia Nero di Troia ed ha premuto affinchè nel marchio della nuova doc non fosse compreso il nome del vitigno tradizionale foggiano.
«Faremo tesoro dei consigli dell’imprenditore D’Alfonso Del Sordo - la replica del presidente del comitato, Matteo Cuttano - faremo attenzione affinché la quantità non abbia la meglio sulla qualità (Del Sordo aveva espresso perplessità anche sulla rappresentatività dei nomi nel comitato: ndr)». «Sappiamo – aggiunge Cuttano - che fare sistema dalle nostre parti non è facile, ma conoscendo bene il presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano, che da anni predica “il lavoro di squadra”, siamo certi che anche gli amici dell’Upa ci daranno una mano per rendere sempre più internazionale il nostro marchio».