Ad Alberobello, il Mavù rievoca la Festa della Mietitura, con gli Arakne Mediterranea in concerto
ALBEROBELLO (BA). Sabato 16 luglio, serata speciale al Mavù per un viaggio attraverso un tempo passato, dove si rievocheranno suoni, sapori e suggestioni della Festa della Mietitura. A partire dalle 21,00 si svolgera una Cena Tipica Tradizionale con Spettacolo sulla mietitura.
Spettacolo sulla mietitura della compagnia stabile di Alberobello
La Compagnia Stabile di Alberobello è un'associazione culturale che si occupa di ricerca e recupero delle tradizioni contadine locali. Lo spettacolo proposto è una sorta di museo vivente della vita quotidiana tra fine ottocento e inizi novecento. Costumi, musiche e attrezzi da lavoro utilizzati nella performance sono stati recuperati, ristrutturati e riprendono vita riportando indietro di un secolo gli spettatori. Oltre alla rappresentazione delle fasi del lavoro della mietitura che sono estratti da " Anima Contadina", creazione della Compagnia Stabile di Alberobello, a cui segue la dimostrazione di antiche lavorazioni locali di Arte Popolare come la creazione di cesti, di tendaggi, di coroncine di Rosario, di giocattoli tipici della tradizione Pugliese.
Concerto degli Arakne Mediterranea
La compagnia Arakne Mediterranea con sede a Martignano nella Grecía salentina si compone di artisti studiosi e ricercatori che da quindici anni anche con la collaborazione dell'Università degli Studi di Lecce, si occupa di preservare e diffondere le tradizioni e le espressioni della cultura popolare del Salento.
L'associazione ha dato vita ad una numerosa compagnia di danze e canti popolari, fondata da Giorgio Di Lecce e diretta da Imma Giannuzzi, e propone lo spettacolo incentrato sulla storia della taranta:
Lo spettacolo danzato, cantato e suonato dal vivo dall’inizio alla fine, comincia il suo viaggio con le tarantelle più antiche presenti sin dal medioevo che colpiscono in pieno l’attenzione del pubblico, capaci di coinvolgerlo e riportarlo indietro nel tempo, nell’affascinante atmosfera sonora vocale e danzante di maschere e colori, immergendolo in quell'ambiente seicentesco in cui si esprimevano le compagnie itineranti della "Commedia dell'Arte", che si spostavano, frequentemente tra Napoli e le Puglie.; nella seconda parte mette in scena le TRE TARANTE, la Pizzica Taranta danza curativa, individuale e collettiva, che prende origine dall'antichissimo rito dì guarigione dei tarantati e dal loro pellegrinaggio a Galatina, (studiato in maniera pressoché “definitiva” da Ernesto De Martino come fenomeno di vasta portata culturale); laPizzica de core (ossia "della gioia": fondamentalmente, una danza saltata di coppia mista a ritmo veloce, che oggi tutti, grandi e piccoli, ballano soprattutto in occasione di feste popolari, di matrimoni, battesimi, festa familiari, mentre un tempo veniva danzata, in famiglia, in gruppo a file di coppie frontali o a quadriglia); la Pizzica scherma (o danza dei coltelli: una danza di coppia, a tema antagonista, che si balla la notte tra il 15 e il 16 agosto durante la festa di S Rocco, a Torrepadulì, presso Ruffano (Lecce), e che in passato prevedeva la presenza di coltelli nelle mani dei danzatori e radunava ì migliori suonatori dì tamburelli attorno a ronde di danze e sfide notturne interminabili). Per arrivare alla terza parte dove la compagnia con le pizziche e tarantelle della Puglia mette in risalto le attività di diverse generazioni di Pugliesi, animi e sentimenti diversi, come quelli di lavoro, di festa o di emigrazioni che hanno comunicato tra loro grazie alla musica e alla danza, il tutto viene eseguito coinvolgendo anche il pubblico creando così una splendida sintonia tra il palco e lo spettatore attraverso colori e ritmi della tradizione popolare salentina.
Il tutto racchiude in se secoli e secoli di storia degli ATTARANTATI (coloro appunto che erano stati morsi nel reale o nel simbolico dal ragno taranta) che durante manifestazioni popolari, feste, cerimonie ufficiali, manifestava queste epidemie coreutiche attraverso appunto danze sfrenate e stravaganti, con ciò erano considerati malati della danza.
L’ultima testimonianza si è avuta il 29 Giugno 1993, con le danze finali di un’anziana donna tarantata che ha eseguito il rito danzato per 26 anni (cfr; Di Lecce Giorgio, “La Danza della piccola taranta”).
Swiniging Mavù
Dalle ore 1.00, party di inaugurazione del giardino con Dj Titti Gonnella, Donatello, Fabrizio Massari