BARI. Sarà intitolato a Tommaso Fiore l’Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea (IPSAIC), che il Consiglio regionale ospita presso la propria Biblioteca. Lo ha annunciato il presidente dell’Assemblea, Onofrio Introna, nel 68° anniversario dell’eccidio di via Niccolò dell’Arca del 28 luglio 1943.
Fondato nell'aprile del 1970 su iniziativa di intellettuali democratici pugliesi, tra i quali lo scrittore e meridionalista altamurano, l’Ipsaic ha sede dal 1997in via Giulio Petroni, a Bari, su iniziativa dell'Ufficio consiliare di Presidenza. L’istituto di ricerca vanta un’importante emeroteca ed una raccolta di oltre 5mila testi sulle lotte contadine e operaie, l’antifascismo, la Resistenza, la storia dei partiti e sindacati, l'emigrazione, la questione meridionale e lo sviluppo della Puglia. Conserva inoltre i fondi Enzo Mazzoccoli e Vittore Fiore. Riconosciuto come Archivio di notevole interesse storico, è associato all'Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI), fondato nel 1949 da Ferruccio Parri (Maurizio), primo presidente del Consiglio dell’Italia liberata.
E la riconquista della democrazia “è passata anche da episodi come la strage di Bari del 28 luglio”, ha notato il presidente Introna, intervenendo alla cerimonia davanti al monumento dedicato in piazza Umberto ai 20 caduti, ai feriti ed ai protagonisti di quella giornata: antifascisti, intellettuali, giovani ed operai, che avevano dato vita col passaparola ad un corteo pacifico diretto al carcere di Carrassi, per chiedere la liberazione dei prigionieri politici. Vennero fermati dal fuoco ad altezza d’uomo e senza preavviso di un cordone militare a difesa della sede del Fascio in via Niccolò dell’Arca, che eseguiva le disposizioni severissime della Circolare Roatta, emanata il 26 luglio, all’indomani dell’arresto di Mussolini e della caduta del Fascismo, per reprimere manifestazioni popolari e politiche.
Fucili contro chi inneggiava alla libertà: di fronte a “quell’evento di straordinaria portata storica e civile ed agli altri due momenti drammatici del 1943, la resistenza al porto il 9 settembre e il bombardamento tedesco del 2 dicembre - ha sottolineato Introna - si può parlare di un nuovo Risorgimento barese, che passando dal Congresso dei CLN al Piccinni, di enorme risonanza internazionale, ha contribuito a gettare le basi della democrazia”.
Fondato nell'aprile del 1970 su iniziativa di intellettuali democratici pugliesi, tra i quali lo scrittore e meridionalista altamurano, l’Ipsaic ha sede dal 1997in via Giulio Petroni, a Bari, su iniziativa dell'Ufficio consiliare di Presidenza. L’istituto di ricerca vanta un’importante emeroteca ed una raccolta di oltre 5mila testi sulle lotte contadine e operaie, l’antifascismo, la Resistenza, la storia dei partiti e sindacati, l'emigrazione, la questione meridionale e lo sviluppo della Puglia. Conserva inoltre i fondi Enzo Mazzoccoli e Vittore Fiore. Riconosciuto come Archivio di notevole interesse storico, è associato all'Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI), fondato nel 1949 da Ferruccio Parri (Maurizio), primo presidente del Consiglio dell’Italia liberata.
E la riconquista della democrazia “è passata anche da episodi come la strage di Bari del 28 luglio”, ha notato il presidente Introna, intervenendo alla cerimonia davanti al monumento dedicato in piazza Umberto ai 20 caduti, ai feriti ed ai protagonisti di quella giornata: antifascisti, intellettuali, giovani ed operai, che avevano dato vita col passaparola ad un corteo pacifico diretto al carcere di Carrassi, per chiedere la liberazione dei prigionieri politici. Vennero fermati dal fuoco ad altezza d’uomo e senza preavviso di un cordone militare a difesa della sede del Fascio in via Niccolò dell’Arca, che eseguiva le disposizioni severissime della Circolare Roatta, emanata il 26 luglio, all’indomani dell’arresto di Mussolini e della caduta del Fascismo, per reprimere manifestazioni popolari e politiche.
Fucili contro chi inneggiava alla libertà: di fronte a “quell’evento di straordinaria portata storica e civile ed agli altri due momenti drammatici del 1943, la resistenza al porto il 9 settembre e il bombardamento tedesco del 2 dicembre - ha sottolineato Introna - si può parlare di un nuovo Risorgimento barese, che passando dal Congresso dei CLN al Piccinni, di enorme risonanza internazionale, ha contribuito a gettare le basi della democrazia”.