Barletta, Mennea (Pd): ”La mia verità”, il consigliere regionale incontra la stampa
BARLETTA. È prevista per giovedì 14 luglio la conferenza stampa del consigliere regionale del Partito Democratico Ruggiero Mennea – inizio previsto per le ore 10 presso l’Hotel “La Terrazza” – in tale occasione Mennea sarà disponibile a rispondere alle domande che i giornalisti intenderanno rivolgergli sull'argomento.
La decisione è scaturita dopo che nei giorni scorsi da più parti erano piovute critiche nei confronti di uno dei maggiori esponenti di spicco del Partito Democratico reo secondo molti di essere l’artefice della crisi che sta attanagliando il primo partito politico della città in merito alla nomina del Presidente del Consiglio e che di conseguenza ha portato alle dimissioni del sindaco Nicola Maffei.
Proprio con il sindaco Nicola Maffei non sono mancati botta e risposta nei giorni scorsi. Infatti, all’«Adesso basta» del consigliere regionale, seguì un «hai la coda di Paglia?» dell’ingegner – professore.
Sempre a Mennea, per giunta, è stata imputato il No di Rosa Cascella all’assessorato all’urbanistica che secondo il criterio stabilito da Maffei – e quindi la nomina dei primi dei non eletti – gli toccava di diritto, infatti a nulla servi nei giorni successivi il comunicato con cui la Cascella spiegò in realtà i motivi della sua decisione: «La scelta di non accettare la nomina ad assessore è frutto di meditatissimi confronti tra me e i componenti del mio gruppo politico. Il ruolo dei partiti e i compiti cui sono chiamati (per definizione) gli uomini e le donne che, seriamente, ne fanno parte, sono troppo importanti per obliterarli seguendo la logica del “far presto”: non credo, insieme a quanti hanno espresso analoghe considerazioni, che poche ore o, forse, pochi giorni in più avrebbero “mortificato” l’azione amministrativa, che ne sarebbe, al contrario, uscita rafforzata da una piena condivisione e da un pieno e leale supporto di tutti i partiti chiamati a contribuirvi. Un’altra ragione che mi ha portato, non senza difficoltà, a decidere di non coadiuvare l’amico Nicola Maffei è la temporaneità della giunta, senza che si conosca, allo stato attuale, la sua durata e, quindi, ritengo, la sua capacità di assicurare, giorno per giorno, gli impegni che è chiamata a prendere».
Stessa cosa fecero i sei consiglieri che appoggiavano il nome di Michele Lasala alla presidenza del consiglio, i quali in un comunicato ribadirono con fermezza la linearità della propria condotta politica.
Insomma spettando al Pd ed in particolare modo al gruppo consiliare la scelta del presidente del Consiglio comunale, i sei “dissidenti” in realtà si ritrovano ad essere maggioranza all'interno del gruppo composto da 10 consiglieri sul nome di Michele Lasala.
La decisione è scaturita dopo che nei giorni scorsi da più parti erano piovute critiche nei confronti di uno dei maggiori esponenti di spicco del Partito Democratico reo secondo molti di essere l’artefice della crisi che sta attanagliando il primo partito politico della città in merito alla nomina del Presidente del Consiglio e che di conseguenza ha portato alle dimissioni del sindaco Nicola Maffei.
Proprio con il sindaco Nicola Maffei non sono mancati botta e risposta nei giorni scorsi. Infatti, all’«Adesso basta» del consigliere regionale, seguì un «hai la coda di Paglia?» dell’ingegner – professore.
Sempre a Mennea, per giunta, è stata imputato il No di Rosa Cascella all’assessorato all’urbanistica che secondo il criterio stabilito da Maffei – e quindi la nomina dei primi dei non eletti – gli toccava di diritto, infatti a nulla servi nei giorni successivi il comunicato con cui la Cascella spiegò in realtà i motivi della sua decisione: «La scelta di non accettare la nomina ad assessore è frutto di meditatissimi confronti tra me e i componenti del mio gruppo politico. Il ruolo dei partiti e i compiti cui sono chiamati (per definizione) gli uomini e le donne che, seriamente, ne fanno parte, sono troppo importanti per obliterarli seguendo la logica del “far presto”: non credo, insieme a quanti hanno espresso analoghe considerazioni, che poche ore o, forse, pochi giorni in più avrebbero “mortificato” l’azione amministrativa, che ne sarebbe, al contrario, uscita rafforzata da una piena condivisione e da un pieno e leale supporto di tutti i partiti chiamati a contribuirvi. Un’altra ragione che mi ha portato, non senza difficoltà, a decidere di non coadiuvare l’amico Nicola Maffei è la temporaneità della giunta, senza che si conosca, allo stato attuale, la sua durata e, quindi, ritengo, la sua capacità di assicurare, giorno per giorno, gli impegni che è chiamata a prendere».
Stessa cosa fecero i sei consiglieri che appoggiavano il nome di Michele Lasala alla presidenza del consiglio, i quali in un comunicato ribadirono con fermezza la linearità della propria condotta politica.
Insomma spettando al Pd ed in particolare modo al gruppo consiliare la scelta del presidente del Consiglio comunale, i sei “dissidenti” in realtà si ritrovano ad essere maggioranza all'interno del gruppo composto da 10 consiglieri sul nome di Michele Lasala.