Carboneria in azione a Bari-Santo Spirito nel 1848

BARI. Massoni, carbonari, convegni notturni, non siamo nel cuore della cospirazione piemontese o nel Lombardo-Veneto, ma nel borgo marinaro barese di Santo Spirito, ancora più piccolo nel 1848, quando si svolgevano le vicende raccontate da due docenti di lettere nel volume Levante “Il sud prima dell'unità d'Italia tra storia e microstoria” (134 pp. 15 €). Residenti nel quartiere, Antonella Musitano e Adele Pulice portano alla luce un episodio poco noto, “un processo con centinaia di imputati che ebbe ampia risonanza” nel territorio, spiega il prof. Vincenzo Colonna introducendo il lavoro. Dalle deposizioni, si ricava il contesto sociale dell’epoca: da una parte il popolo analfabeta, affamato e senza di ideali nella propria quotidianità, dall’altra professionisti e borghesi benestanti, nobili e religiosi. L’allora marina di Bitonto, fu teatro la notte del 20-21 giugno 1848 del convegno segreto che rientrava tra le attività clandestine antiborboniche dei liberali duri e puri delle province pugliesi, lucane e calabresi. L’appuntamento a Villa Cioffrese ebbe grande risalto, vista la mole di atti giudiziari, raccolti in seguito a indagini e delazioni. La Vendita carbonara di Bitonto, che nel 1820 contava ben 397 affiliati, fu tra le più importanti della provincia. Nel volume, un contributo di Antonio Castellano presenta le principali ville patrizie del centro marinaro, altro insospettabile patrimonio culturale per i distratti cittadini di oggi.
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