BARI. Iscrizione all’ordine del giorno del Consiglio regionale in programma domani, con immediata discussione del punto, della proposta di legge presentata un anno fa e con la quale i partiti di opposizione chiedono la riduzione da 70 a 50 del numero dei Consiglieri regionali, la composizione della giunta limitata a dieci assessori (1/5 dei consiglieri), il contenimento della prerogativa affidata al presidente della Regione di nominare sino ad un massimo di assessori esterni.
E’ stata una delle proposte avanzate dal presidente del Pdl per arginare i costi della politica e dare “risposte immediate, anche in considerazione delle posizioni assunte da tutti i partiti, al di la delle dichiarazioni di intenti”
Riduzione di consiglieri regionali, componenti della giunta, numero degli eventuali assessori esterni, è materia contenuta nello Statuto della Regione, ha però precisato Palese che ha specificato come la norma non può che avere effetto a partire dalla prossima legislatura e richiede i tempi stabiliti dalla legge (la revisione dello Statuto necessita di una doppia lettura, con un intervallo non inferiore a 60 giorni tra prima e seconda).
Per i partiti di opposizione (presenti il capogruppo de ‘La Puglia prima di tutto’ Francesco Damone, il capogruppo vicario del Pdl Massimo Cassano, il vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Marmo, i consiglieri del Pdl Giandiego Gatta e Lucio Tarquinio), ci sono le condizioni per avviare una politica di contenimento dei costi e per questo proporranno nella conferenza dei capigruppo prevista prima della seduta di domani, l’iscrizione immediata della proposta all’ordine del giorno dei lavori per consentirne la trattazione. “Nella passata legislatura la stessa proposta è stata tenuta nei cassetti della VII Commissione perché mancava un’intesa politica sul tema. E’ stato uno dei punti del nostro programma di governo nel corso della campagna elettorale, l’abbiamo riproposta sotto forma di proposta di legge nel maggio dello scorso anno. Tutti i partiti sono favorevoli, ha sostenuto Palese, passiamo ora dalle buone intenzioni enunciate ai fatti. E sulla querelle derivante dai risultati elettorali che ha visto una recentissima pronuncia della Corte Costituzionale, facciamo in modo di adeguare tra settembre ed ottobre prossimi la legge elettorale regionale. Contestualmente parliamo e conteniamo vitalizzi, indennità di fine rapporto e indennità varie. Ma diamo il primo segnale forte, riformiamo lo Statuto e mi sembra che tutte le forze politiche siano d’accordo”.
Segnale di discontinuità è stato richiesto dal vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Marmo, al presidente Vendola. “Il primo segnale deve darlo lui. Non deve neppure farlo per legge, ma agire secondo etica e tagliare il numero degli assessori esterni che sono sei e costano 10 milioni a legislatura. Ed altrettanto eticamente il presidente girovago contenga i viaggi che compie per sostenere le sue ambizioni di leadership nazionale, riduca gli eventi auto promozionali, rinunci a cene sfarzose come quella offerta al Ritz di Parigi e costata non si sa ancora quanto”.
Si è passati poi alla genesi della ‘questione rimborsi’, la richiesta avanzata da 30 ex consiglieri regionali (lo ha precisato il vicepresidente Marmo). “Una legge nazionale del 2006 nata per contenere i costi della politica regionale e contro la quale vi fu il ricorso dei presidenti di due Regioni a maggioranza di centro-sinistra (Emilia Romagna, presidente Vasco Errani) e Campania (presieduta da Antonio Bassolino). La Corte costituzionale nel 2007 stabilì l’incostituzionalità della norma, dando così luogo ad un diritto soggettivo dal quale derivano le domande di rimborso pervenute all’Ufficio dei Presidenza del Consiglio regionale”, ha ricostruito Marmo.
Sulle soluzioni, quella proposta da Palese (una legge regionale che impone eticamente la rinuncia alle somme arretrate e la loro devoluzione a fini sociali), la perplessità del consigliere Gatta circa la capacità della norma di resistere a eventuali ricorsi dinanzi alla Corte suprema.
"La riunione della VII Commissione di venerdì prossimo - sostiene il presidente del Gruppo Sel, Michele Losappio - è la sede opportuna per procedere alle modifiche dello Statuto in direzione della riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori regionali.
L’esito positivo degli incontri che il Presidente De Leonardis ha avuto con tutti i gruppi e la rinnovata sensibilità del Consiglio fanno ben sperare che le modifiche avvengano subito in modo da potere essere ratificate dall’Aula entro la fine di questo mese.
Il Consiglio darà così una risposta strutturale sia sul versante dell’efficienza che della riduzione dei costi della “politica” in tempi brucianti, così come è auspicio dei Consiglieri di Sel".
DECARO: CONSIGLIERI PD NON RECUPERERANNO ARRETRATI - ''Tutti i consiglieri regionali del Partito democratico rinunciano a recuperare gli arretrati dei propri emolumenti che furono decurtati del 10% in seguito alla legge finanziaria del 2006''. Lo rende noto il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Antonio Decaro, il quale sottolinea che ''la finanziaria del 2006 impose enormi sacrifici alle fasce sociali meno abbienti'''. Le indennita' furono tagliate per effetto della Finanziaria statale del 2006 e dovrebbero essere restituite dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha ritenuto quel taglio privo di fondamento giuridico.
E’ stata una delle proposte avanzate dal presidente del Pdl per arginare i costi della politica e dare “risposte immediate, anche in considerazione delle posizioni assunte da tutti i partiti, al di la delle dichiarazioni di intenti”
Riduzione di consiglieri regionali, componenti della giunta, numero degli eventuali assessori esterni, è materia contenuta nello Statuto della Regione, ha però precisato Palese che ha specificato come la norma non può che avere effetto a partire dalla prossima legislatura e richiede i tempi stabiliti dalla legge (la revisione dello Statuto necessita di una doppia lettura, con un intervallo non inferiore a 60 giorni tra prima e seconda).
Per i partiti di opposizione (presenti il capogruppo de ‘La Puglia prima di tutto’ Francesco Damone, il capogruppo vicario del Pdl Massimo Cassano, il vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Marmo, i consiglieri del Pdl Giandiego Gatta e Lucio Tarquinio), ci sono le condizioni per avviare una politica di contenimento dei costi e per questo proporranno nella conferenza dei capigruppo prevista prima della seduta di domani, l’iscrizione immediata della proposta all’ordine del giorno dei lavori per consentirne la trattazione. “Nella passata legislatura la stessa proposta è stata tenuta nei cassetti della VII Commissione perché mancava un’intesa politica sul tema. E’ stato uno dei punti del nostro programma di governo nel corso della campagna elettorale, l’abbiamo riproposta sotto forma di proposta di legge nel maggio dello scorso anno. Tutti i partiti sono favorevoli, ha sostenuto Palese, passiamo ora dalle buone intenzioni enunciate ai fatti. E sulla querelle derivante dai risultati elettorali che ha visto una recentissima pronuncia della Corte Costituzionale, facciamo in modo di adeguare tra settembre ed ottobre prossimi la legge elettorale regionale. Contestualmente parliamo e conteniamo vitalizzi, indennità di fine rapporto e indennità varie. Ma diamo il primo segnale forte, riformiamo lo Statuto e mi sembra che tutte le forze politiche siano d’accordo”.
Segnale di discontinuità è stato richiesto dal vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Marmo, al presidente Vendola. “Il primo segnale deve darlo lui. Non deve neppure farlo per legge, ma agire secondo etica e tagliare il numero degli assessori esterni che sono sei e costano 10 milioni a legislatura. Ed altrettanto eticamente il presidente girovago contenga i viaggi che compie per sostenere le sue ambizioni di leadership nazionale, riduca gli eventi auto promozionali, rinunci a cene sfarzose come quella offerta al Ritz di Parigi e costata non si sa ancora quanto”.
Si è passati poi alla genesi della ‘questione rimborsi’, la richiesta avanzata da 30 ex consiglieri regionali (lo ha precisato il vicepresidente Marmo). “Una legge nazionale del 2006 nata per contenere i costi della politica regionale e contro la quale vi fu il ricorso dei presidenti di due Regioni a maggioranza di centro-sinistra (Emilia Romagna, presidente Vasco Errani) e Campania (presieduta da Antonio Bassolino). La Corte costituzionale nel 2007 stabilì l’incostituzionalità della norma, dando così luogo ad un diritto soggettivo dal quale derivano le domande di rimborso pervenute all’Ufficio dei Presidenza del Consiglio regionale”, ha ricostruito Marmo.
Sulle soluzioni, quella proposta da Palese (una legge regionale che impone eticamente la rinuncia alle somme arretrate e la loro devoluzione a fini sociali), la perplessità del consigliere Gatta circa la capacità della norma di resistere a eventuali ricorsi dinanzi alla Corte suprema.
"La riunione della VII Commissione di venerdì prossimo - sostiene il presidente del Gruppo Sel, Michele Losappio - è la sede opportuna per procedere alle modifiche dello Statuto in direzione della riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori regionali.
L’esito positivo degli incontri che il Presidente De Leonardis ha avuto con tutti i gruppi e la rinnovata sensibilità del Consiglio fanno ben sperare che le modifiche avvengano subito in modo da potere essere ratificate dall’Aula entro la fine di questo mese.
Il Consiglio darà così una risposta strutturale sia sul versante dell’efficienza che della riduzione dei costi della “politica” in tempi brucianti, così come è auspicio dei Consiglieri di Sel".
DECARO: CONSIGLIERI PD NON RECUPERERANNO ARRETRATI - ''Tutti i consiglieri regionali del Partito democratico rinunciano a recuperare gli arretrati dei propri emolumenti che furono decurtati del 10% in seguito alla legge finanziaria del 2006''. Lo rende noto il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Antonio Decaro, il quale sottolinea che ''la finanziaria del 2006 impose enormi sacrifici alle fasce sociali meno abbienti'''. Le indennita' furono tagliate per effetto della Finanziaria statale del 2006 e dovrebbero essere restituite dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha ritenuto quel taglio privo di fondamento giuridico.
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