LECCE. A causa di emissioni in atmosfera che determinerebbero difficolta' respiratorie e turbamento della quiete e della tranquillita' dei residenti, un'azienda che si occupa di trasformazione di metalli ferrosi e' stata sequestrata nella zona industriale di Diso, in provincia di Lecce, da carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico del capoluogo salentino. Le indagini, solo parzialmente concluse, sono state avviate a seguito delle segnalazioni dei cittadini residenti nelle vicinanze. A condurle il pubblico ministero della Procura Antonio Negro.
Il decreto di sequestro preventivo e' stato emesso dal gip Antonia Martalo'. Le indagini e le consulenze tecniche hanno accertato che l'impianto industriale eserciterebbe l'attivita' di zincatura senza autorizzazione integrata ambientale. Il provvedimento di sequestro prevede che l'azienda ottemperi spontaneamente alle indicazioni della magistratura. Qualora cio' non avvenisse, il Noe eseguira' il sequestro in modo coattivo. I 15 giorni concessi dall'Autorita' Giudiziaria servono, inoltre a consentire di presentare progetti di adeguamento degli impianti alle norme al fine di poter ottenere il dissequestro.
Due dirigenti dell'azienda risultano indagati. Le ipotesi di reato ipotizzate sono di esercizio di attivita' industriale senza autorizzazioni e di getto pericoloso di cose. I residenti hanno chiesto piu' volte l'intervento dei carabinieri del Noe. Nell'azienda, il cui valore e' di circa 4 milioni di euro, lavorano circa 50 persone tra operai e impiegati.
Il decreto di sequestro preventivo e' stato emesso dal gip Antonia Martalo'. Le indagini e le consulenze tecniche hanno accertato che l'impianto industriale eserciterebbe l'attivita' di zincatura senza autorizzazione integrata ambientale. Il provvedimento di sequestro prevede che l'azienda ottemperi spontaneamente alle indicazioni della magistratura. Qualora cio' non avvenisse, il Noe eseguira' il sequestro in modo coattivo. I 15 giorni concessi dall'Autorita' Giudiziaria servono, inoltre a consentire di presentare progetti di adeguamento degli impianti alle norme al fine di poter ottenere il dissequestro.
Due dirigenti dell'azienda risultano indagati. Le ipotesi di reato ipotizzate sono di esercizio di attivita' industriale senza autorizzazioni e di getto pericoloso di cose. I residenti hanno chiesto piu' volte l'intervento dei carabinieri del Noe. Nell'azienda, il cui valore e' di circa 4 milioni di euro, lavorano circa 50 persone tra operai e impiegati.