Festival della Valle d' Itria: rivive la querelle tra Korngold e Krenek
MARTINA FRANCA (TA). Secondo appuntamento con l’opera nell’ambito del 37° Festival della Valle d’Itria. Questa sera, ore 21, nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, sarà rappresentato l’inedito dittico Der Ring des Polykrates di Korngold e Das geheime Königreich di Krenek, che riaccosta i due musicisti protagonisti di una delle più accese querelle della storia del teatro musicale novecentesco, quella che nel 1927 divise la Germania tra i fautori avanguardisti di Krenek e i puristi depositari della tradizione che inneggiavano a Korngold.
Korngold aveva sedici anni quando spinto dal padre, famoso e severo critico musicale, scrisse Der Ring des Polykrates, una divertente commedia di Heinrich Teweles, direttore del teatro tedesco di Praga, incentrata sulle vicissitudini di un uomo sfacciatamente fortunato il quale, su consiglio di uno iellatissimo amico decide di seguire le orme di Policrate, il fortunatissimo tiranno di Samo che per mettersi al riparo dall’ira degli dei aveva gettato in mare, a titolo di pegno, in preziosissimo anello. Individuato il soggetto, Korngold contattò Leo Feld, librettista di fiducia del suo maestro e fu sua l’idea di ambientare l’azione al tempo di Schiller; purtroppo il padre trovò il libretto non irresistibile tanto che ci mise le mani, sebbene ufficiosamente. La struttura dell’opera rispetta le unità aristoteliche di tempo, luogo e azione; la vicenda si svolge nell’arco di un pomeriggio in un non meglio precisato villaggio della Sassonia. A vivacizzare il tutto interviene l’incessante andirivieni di personaggi. Quanto all’orchestra Korngold ne maneggia i colori con un’abilità sconcertante, la stessa che si ritroverà nelle innumerevoli colonne sonore scritte per la Warner Bros.
Nel 1927 quando Krenek compose Das geheime Königreich, definì quest’opera una favola "per il giorno d’oggi" nella quale si verificano cose alquanto insolite, era l’estetica dell’opera di attualità trasferita dal mondo reale a quello fiabesco. Dei personaggi dell’opera nessuno a un nome proprio, l’identità di ciascuno coincide con il ruolo: re, regina ecc… Voce e vocalità rispecchiano il carattere di ciscun personaggio. Rari e brevi gli assoli, per quasi tutta l’opera i personaggi cantano insieme, ognuno per conto proprio e a modo suo. L’orchestra riesce ritagliarsi un suo spazio solo nell’intermezzo sinfonico. Il linguaggio sinfonico di Krenek, pur presentando segni di modernità, fa parziale ammenda dei suoi trascorsi atonali. Nei momenti più sardonici Krenek sembra oscillare tra modernità e tradizione, ma tornerà squisitamente melodico alla fine, quando il Re scoprirà quale unico regno vale la pena regnare.
Roman Brogli-Sacher, affermato direttore esperto di repertorio tedesco, General Musik Direktor del Teatro di Lubecca, vincitore nel 2010 del premio per il miglior Ring realizzato nell’anno, e Franco Ripa di Meana, intelligente e poliedrico regista in grado di restituire a uno spettacolo operistico la dimensione della recitazione e della forza del teatro più autentico, firmeranno il dittico Korngold-Krenek, accostamento inedito di queste due notevolissime partiture mai eseguite in Italia.
Le due compagnie di canto, che esigono interpreti vocali e attoriali di primissimo rango, allineano nomi già affermati soprattutto in ambito tedesco, quali Ausrine Stundyte, Ladislav Elgr, Antonio Yang, Martin Winkler e Christian Baumgärtl, ai quali si affiancano giovani emergenti di notevoli qualità quali Zuzana Marková e Anne Ellersiek.
Tiziano Santi firma le scene con i costumi di Marco Idini. Si replica martedì 26 luglio.
Korngold aveva sedici anni quando spinto dal padre, famoso e severo critico musicale, scrisse Der Ring des Polykrates, una divertente commedia di Heinrich Teweles, direttore del teatro tedesco di Praga, incentrata sulle vicissitudini di un uomo sfacciatamente fortunato il quale, su consiglio di uno iellatissimo amico decide di seguire le orme di Policrate, il fortunatissimo tiranno di Samo che per mettersi al riparo dall’ira degli dei aveva gettato in mare, a titolo di pegno, in preziosissimo anello. Individuato il soggetto, Korngold contattò Leo Feld, librettista di fiducia del suo maestro e fu sua l’idea di ambientare l’azione al tempo di Schiller; purtroppo il padre trovò il libretto non irresistibile tanto che ci mise le mani, sebbene ufficiosamente. La struttura dell’opera rispetta le unità aristoteliche di tempo, luogo e azione; la vicenda si svolge nell’arco di un pomeriggio in un non meglio precisato villaggio della Sassonia. A vivacizzare il tutto interviene l’incessante andirivieni di personaggi. Quanto all’orchestra Korngold ne maneggia i colori con un’abilità sconcertante, la stessa che si ritroverà nelle innumerevoli colonne sonore scritte per la Warner Bros.
Nel 1927 quando Krenek compose Das geheime Königreich, definì quest’opera una favola "per il giorno d’oggi" nella quale si verificano cose alquanto insolite, era l’estetica dell’opera di attualità trasferita dal mondo reale a quello fiabesco. Dei personaggi dell’opera nessuno a un nome proprio, l’identità di ciascuno coincide con il ruolo: re, regina ecc… Voce e vocalità rispecchiano il carattere di ciscun personaggio. Rari e brevi gli assoli, per quasi tutta l’opera i personaggi cantano insieme, ognuno per conto proprio e a modo suo. L’orchestra riesce ritagliarsi un suo spazio solo nell’intermezzo sinfonico. Il linguaggio sinfonico di Krenek, pur presentando segni di modernità, fa parziale ammenda dei suoi trascorsi atonali. Nei momenti più sardonici Krenek sembra oscillare tra modernità e tradizione, ma tornerà squisitamente melodico alla fine, quando il Re scoprirà quale unico regno vale la pena regnare.
Roman Brogli-Sacher, affermato direttore esperto di repertorio tedesco, General Musik Direktor del Teatro di Lubecca, vincitore nel 2010 del premio per il miglior Ring realizzato nell’anno, e Franco Ripa di Meana, intelligente e poliedrico regista in grado di restituire a uno spettacolo operistico la dimensione della recitazione e della forza del teatro più autentico, firmeranno il dittico Korngold-Krenek, accostamento inedito di queste due notevolissime partiture mai eseguite in Italia.
Le due compagnie di canto, che esigono interpreti vocali e attoriali di primissimo rango, allineano nomi già affermati soprattutto in ambito tedesco, quali Ausrine Stundyte, Ladislav Elgr, Antonio Yang, Martin Winkler e Christian Baumgärtl, ai quali si affiancano giovani emergenti di notevoli qualità quali Zuzana Marková e Anne Ellersiek.
Tiziano Santi firma le scene con i costumi di Marco Idini. Si replica martedì 26 luglio.