PERUGIA. Riprendera' lunedi' a Perugia il processo d'appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. In aula i periti che hanno svolto per conto della Corte d'assise di secondo grado una perizia genetica sui principali reperti al centro dell'indagine.
Si tratta del coltello considerato l'arma del delitto e del gancetto del reggiseno indossato dalla studentessa inglese. Gli esperti hanno ritenuto che 'non siano attendibili' i risultati ottenuti dalla polizia scientifica. In particolare riguardo al Dna del giovane pugliese sul gancetto.
IL MISTERO DEL DNA SUL REGGISENO - In particolare, considerando che la traccia era un "campione Low Copy Number" e "tenuto conto che non e' stata seguita alcuna delle raccomandazioni della comunita' scientifica internazionale" relativamente a tali campioni, i periti sottolineano come "non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione alla vittima Meredith Kercher poiche' il profilo genetico, cosi' come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici validati". Per cio' che riguarda il gancetto del reggiseno, poi, viene contestato che vi sia la prova della presenza di "cellule di sfaldamento" il cui Dna e' stato attribuito a Sollecito. Sempre sul gancetto, nella perizia, si fa riferimento alla possibile presenza di altri profili maschili (cromosoma Y) oltre a quello attribuito a Raffaele Sollecito. Inoltre, per entrambi i reperti non vengono esclusi "fenomeni da contaminazione" scaturiti dal fatto che "non sono state seguite le procedure internazionali di sopralluogo, raccolta e campionatura" dei reperti. Tutto cio', per il legale di Amanda Knox, Luciano Ghirga, "e' un bel colpo alla prova scientifica". Anche l'avvocato Luca Maori, difensore di Sollecito, giudica "nette e decise" in favore delle difese le conclusioni della perizia. I loro assistiti riceveranno le carte domani, Amanda nel carcere di Perugia, Raffaele in quello di Terni. Critico, invece, l'avvocato Francesco Maresca, che si dice "sorpreso della categoricita' delle valutazioni di questi periti". Perplessita' e' trapelata dalla procura, che pero' non ha voluto commentare i risultati della perizia. Il confronto avverra' in aula, subito prima di dare il via all'ultima fase del processo, in calendario per settembre, che portera' alla sentenza di secondo grado. In particolare, considerando che la traccia era un "campione Low Copy Number" e "tenuto conto che non e' stata seguita alcuna delle raccomandazioni della comunita' scientifica internazionale" relativamente a tali campioni, i periti sottolineano come "non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione alla vittima Meredith Kercher poiche' il profilo genetico, cosi' come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici validati". Per cio' che riguarda il gancetto del reggiseno, poi, viene contestato che vi sia la prova della presenza di "cellule di sfaldamento" il cui Dna e' stato attribuito a Sollecito. Sempre sul gancetto, nella perizia, si fa riferimento alla possibile presenza di altri profili maschili (cromosoma Y) oltre a quello attribuito a Raffaele Sollecito. Inoltre, per entrambi i reperti non vengono esclusi "fenomeni da contaminazione" scaturiti dal fatto che "non sono state seguite le procedure internazionali di sopralluogo, raccolta e campionatura" dei reperti. Tutto cio', per il legale di Amanda Knox, Luciano Ghirga, "e' un bel colpo alla prova scientifica". Anche l'avvocato Luca Maori, difensore di Sollecito, giudica "nette e decise" in favore delle difese le conclusioni della perizia. I loro assistiti riceveranno le carte domani, Amanda nel carcere di Perugia, Raffaele in quello di Terni. Critico, invece, l'avvocato Francesco Maresca, che si dice "sorpreso della categoricita' delle valutazioni di questi periti". Perplessita' e' trapelata dalla procura, che pero' non ha voluto commentare i risultati della perizia. Il confronto avverra' in aula, subito prima di dare il via all'ultima fase del processo, in calendario per settembre, che portera' alla sentenza di secondo grado.
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Si tratta del coltello considerato l'arma del delitto e del gancetto del reggiseno indossato dalla studentessa inglese. Gli esperti hanno ritenuto che 'non siano attendibili' i risultati ottenuti dalla polizia scientifica. In particolare riguardo al Dna del giovane pugliese sul gancetto.
IL MISTERO DEL DNA SUL REGGISENO - In particolare, considerando che la traccia era un "campione Low Copy Number" e "tenuto conto che non e' stata seguita alcuna delle raccomandazioni della comunita' scientifica internazionale" relativamente a tali campioni, i periti sottolineano come "non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione alla vittima Meredith Kercher poiche' il profilo genetico, cosi' come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici validati". Per cio' che riguarda il gancetto del reggiseno, poi, viene contestato che vi sia la prova della presenza di "cellule di sfaldamento" il cui Dna e' stato attribuito a Sollecito. Sempre sul gancetto, nella perizia, si fa riferimento alla possibile presenza di altri profili maschili (cromosoma Y) oltre a quello attribuito a Raffaele Sollecito. Inoltre, per entrambi i reperti non vengono esclusi "fenomeni da contaminazione" scaturiti dal fatto che "non sono state seguite le procedure internazionali di sopralluogo, raccolta e campionatura" dei reperti. Tutto cio', per il legale di Amanda Knox, Luciano Ghirga, "e' un bel colpo alla prova scientifica". Anche l'avvocato Luca Maori, difensore di Sollecito, giudica "nette e decise" in favore delle difese le conclusioni della perizia. I loro assistiti riceveranno le carte domani, Amanda nel carcere di Perugia, Raffaele in quello di Terni. Critico, invece, l'avvocato Francesco Maresca, che si dice "sorpreso della categoricita' delle valutazioni di questi periti". Perplessita' e' trapelata dalla procura, che pero' non ha voluto commentare i risultati della perizia. Il confronto avverra' in aula, subito prima di dare il via all'ultima fase del processo, in calendario per settembre, che portera' alla sentenza di secondo grado. In particolare, considerando che la traccia era un "campione Low Copy Number" e "tenuto conto che non e' stata seguita alcuna delle raccomandazioni della comunita' scientifica internazionale" relativamente a tali campioni, i periti sottolineano come "non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione alla vittima Meredith Kercher poiche' il profilo genetico, cosi' come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici validati". Per cio' che riguarda il gancetto del reggiseno, poi, viene contestato che vi sia la prova della presenza di "cellule di sfaldamento" il cui Dna e' stato attribuito a Sollecito. Sempre sul gancetto, nella perizia, si fa riferimento alla possibile presenza di altri profili maschili (cromosoma Y) oltre a quello attribuito a Raffaele Sollecito. Inoltre, per entrambi i reperti non vengono esclusi "fenomeni da contaminazione" scaturiti dal fatto che "non sono state seguite le procedure internazionali di sopralluogo, raccolta e campionatura" dei reperti. Tutto cio', per il legale di Amanda Knox, Luciano Ghirga, "e' un bel colpo alla prova scientifica". Anche l'avvocato Luca Maori, difensore di Sollecito, giudica "nette e decise" in favore delle difese le conclusioni della perizia. I loro assistiti riceveranno le carte domani, Amanda nel carcere di Perugia, Raffaele in quello di Terni. Critico, invece, l'avvocato Francesco Maresca, che si dice "sorpreso della categoricita' delle valutazioni di questi periti". Perplessita' e' trapelata dalla procura, che pero' non ha voluto commentare i risultati della perizia. Il confronto avverra' in aula, subito prima di dare il via all'ultima fase del processo, in calendario per settembre, che portera' alla sentenza di secondo grado.
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