di Nicola Zuccaro. Centralità della persona, della vita e della famiglia. Un partito che guardi al Popolarismo Europeo mantendendo la propria laicità e dialogando con le forze centriste e quindi in particolare con L'Udc di Cesa, Casini e Buttiglione, al punto da poter essere ben volute dal Vaticano.
Un partito che sia radicalmente presente sul territorio, con una capillare e strutturata organizzazione territoriale. Questo il decalogo con il quale nei giorni scorsi Angelino Alfano si è presentato a chi lo ha eletto a maggioranza (1 solo voto contro) quale nuovo segretario del Popolo per le Libertà. Spetterà all'attuale Ministro della Giustizia rilanciare con il dovuto apporto collegiale che perverrà in primis dal Coordinamento Nazionale un Pdl uscito piuttosto ammaccato dalle recenti "amministrative". Un Pdl che col nuovo corso alfaniano dovrà darsi una struttura tipica di quel partito di massa che ha segnato la Prima Repubblica.
Facile per il richiamo ai valori sopra menzionati è il riferimento alla Democrazia Cristiana. In politica, come in tutti gli altri settori della vita umana e lavorativa, fra il dire ed il fare c'è sempre di mezzo il mare e per Alfano il voler fare "il democristiano" significherà in primo luogo misurarsi con chi nel restante arcipelago della politica italiana rivendica "la proprietà democristiana"; non solo l'Udc ma anche altre formazioni centriste che, pur elettoralmente esigue, contribuirebbero col dialogo costante alla creazione di una vera e propria casa italiana del Partito Popolare Europeo. In secondo luogo, e forse ancor prima per una contingente ragione di convivenza interna, Alfano dovrà lavorare all'interno del Pdl al fine di creare l'equilibrio e l'armonia tra le anime o correnti interne. Fra queste vi è in particolare quella alleantina, sempre critica e che per voce di Gianni Alemanno desidererebbe superare l'originario duopolio fondativo costituìto da Forza Italia e da Alleanza Nazionale. E' sulla base di questo elemento che Alfano dovrà svolgere il suo impegnativo lavoro di Segretario per superare quella visione che a tutt'oggi permane sia fra gli elettori che fra i vari esponenti politici italiani di un Popolo delle Libertà concepìto come un puro e semplice comitato elettorale.
Un partito che sia radicalmente presente sul territorio, con una capillare e strutturata organizzazione territoriale. Questo il decalogo con il quale nei giorni scorsi Angelino Alfano si è presentato a chi lo ha eletto a maggioranza (1 solo voto contro) quale nuovo segretario del Popolo per le Libertà. Spetterà all'attuale Ministro della Giustizia rilanciare con il dovuto apporto collegiale che perverrà in primis dal Coordinamento Nazionale un Pdl uscito piuttosto ammaccato dalle recenti "amministrative". Un Pdl che col nuovo corso alfaniano dovrà darsi una struttura tipica di quel partito di massa che ha segnato la Prima Repubblica.
Facile per il richiamo ai valori sopra menzionati è il riferimento alla Democrazia Cristiana. In politica, come in tutti gli altri settori della vita umana e lavorativa, fra il dire ed il fare c'è sempre di mezzo il mare e per Alfano il voler fare "il democristiano" significherà in primo luogo misurarsi con chi nel restante arcipelago della politica italiana rivendica "la proprietà democristiana"; non solo l'Udc ma anche altre formazioni centriste che, pur elettoralmente esigue, contribuirebbero col dialogo costante alla creazione di una vera e propria casa italiana del Partito Popolare Europeo. In secondo luogo, e forse ancor prima per una contingente ragione di convivenza interna, Alfano dovrà lavorare all'interno del Pdl al fine di creare l'equilibrio e l'armonia tra le anime o correnti interne. Fra queste vi è in particolare quella alleantina, sempre critica e che per voce di Gianni Alemanno desidererebbe superare l'originario duopolio fondativo costituìto da Forza Italia e da Alleanza Nazionale. E' sulla base di questo elemento che Alfano dovrà svolgere il suo impegnativo lavoro di Segretario per superare quella visione che a tutt'oggi permane sia fra gli elettori che fra i vari esponenti politici italiani di un Popolo delle Libertà concepìto come un puro e semplice comitato elettorale.