BARI. Questa mattina, durante la penultima udienza preliminare davanti al gip del Tribunale di Bari Marco Guida, 32 indagati nell'inchiesta sui test truccati per l'accesso alla facolta' di Medicina hanno chiesto di poter patteggiare. Tra coloro che hanno accettato la proposta dell'Universita' di Bari e si sono detti disponibili a versare, a titolo di risarcimento, nelle casse dell'Ateneo 10mila euro, c'e' anche il professor Marcantonio Pollice, il biologo ed ex docente di liceo in pensione, considerato dalla pm Francesca Romana Pirrelli la mente dell'organizzazione che, nel 2007, avrebbe truccato le prove d'ingresso.
Oltre a Pollice, hanno chiesto il patteggiamento anche diversi studenti e i loro familiari finiti nell'indagine. Sono 14 invece gli indagati che hanno optato per il rito abbreviato. Complessivamente nella maxi inchiesta sono coinvolte 127 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa pluriaggravata.
Secondo le indagini della Procura, Pollice, con l'aiuto di altri professori, dipendenti dell'Universita' e genitori degli studenti, avrebbe allestito per i test d'ammissione del 4 e 5 settembre 2007 due 'centrali operative' da cui sarebbero partite via sms le risposte ai quesiti ministeriali. Il meccanismo era semplice: dai partecipanti ai quiz arrivavano gli sms con le domande e nelle centrali si elaboravano le risposte da spedire sui telefonini degli studenti durante le prove.
Oltre a Pollice, hanno chiesto il patteggiamento anche diversi studenti e i loro familiari finiti nell'indagine. Sono 14 invece gli indagati che hanno optato per il rito abbreviato. Complessivamente nella maxi inchiesta sono coinvolte 127 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa pluriaggravata.
Secondo le indagini della Procura, Pollice, con l'aiuto di altri professori, dipendenti dell'Universita' e genitori degli studenti, avrebbe allestito per i test d'ammissione del 4 e 5 settembre 2007 due 'centrali operative' da cui sarebbero partite via sms le risposte ai quesiti ministeriali. Il meccanismo era semplice: dai partecipanti ai quiz arrivavano gli sms con le domande e nelle centrali si elaboravano le risposte da spedire sui telefonini degli studenti durante le prove.