ROMA. La Polizia postale italiana avrà pure individuato alcuni "Anonimi" del Belpaese, ma l'Italia non è certo fatta salva dagli attacchi informatici. Lo hanno dimostrato in maniera eclatante LulzStorm, un gruppo che nella notte tra martedì e mercoledì ha rubato dati e informazioni sensibili di ben 18 università italiane. La notizia è stata data sul celebre social network Twitter.
LA RIVENDICAZIONE - "I dati degli studenti e dei professori di diverse università italiane sono a disposizione di tutti", hanno annunciato sull'account creato appositamente. "Questo è un grande giorno per tutti noi", si legge e "un pessimo giorno per le università italiane. I loro siti sono deboli, pieni di falle. Come fate a dare i vostri dati a idioti del genere? È uno scherzo? Cambiate password ragazzi; cambiate concetto di sicurezza, università. Avremmo potuto rilasciare molto di più, avremmo potuto distruggere dati e reti intere. Siete pronti per tutto questo?". Il gruppo si è presentato con un nome che ricorda gli attivisti di Lulz Security 1, che tempo fa fecero tremare il PlayStation Network 2 della Sony, il sito della Cia 3, quello del senato degli Stati Uniti, fra gli altri.
BARI E FOGGIA COLPITE - Bologna, Siena, Cagliari, Bari, Pavia, Roma, Torino, Napoli, Foggia epoi anche la Bocconi e il Politecnico di Milano: sono gli Atenei finiti sotto lo scacco degli hacker, che hanno in mano codici fiscali, email, numeri di telefono, cognomi e password presenti nella rete. Alcuni atenei sono stati colpiti più di altri, nel senso che la quantità di dati è maggiore. Ore, è aperta la caccia a LulzStorm.
LA RIVENDICAZIONE - "I dati degli studenti e dei professori di diverse università italiane sono a disposizione di tutti", hanno annunciato sull'account creato appositamente. "Questo è un grande giorno per tutti noi", si legge e "un pessimo giorno per le università italiane. I loro siti sono deboli, pieni di falle. Come fate a dare i vostri dati a idioti del genere? È uno scherzo? Cambiate password ragazzi; cambiate concetto di sicurezza, università. Avremmo potuto rilasciare molto di più, avremmo potuto distruggere dati e reti intere. Siete pronti per tutto questo?". Il gruppo si è presentato con un nome che ricorda gli attivisti di Lulz Security 1, che tempo fa fecero tremare il PlayStation Network 2 della Sony, il sito della Cia 3, quello del senato degli Stati Uniti, fra gli altri.
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