ROMA. "Tarantini? Non temo le inchieste". Cosi' il premier, Silvio Berlusconi, arrivando ad Atreju, la festa dei giovani del Pdl, ha risposto alle domande dei giornalisti che chiedevano se temesse le inchieste di questi giorni. Il premier ha osservato che "I cittadini hanno la sovranita' popolare ma il risultato del loro voto viene abrogato. Oggi la sovranita' popolare non e' piu' dei cittadini e del Parlamento ma dei magistrati di Magistratura democratica.
Credo che non si possa ne' debba accettare questo stato di cose. E' assolutamente importante fare una riforma dell'architettura istituzionale".
Il premier ha specificato di aver avvertito in questi anni un senso di impotenza, di drammatica impotenza, perche' al governo i padri costituenti non diedero nessun potere, il governo non ha nessun nessun potere, puo' soltanto suggerire al Parlamento dei disegni di legge o fare dei dl che devono venire approvati dal parlamento e modificati". "Altri poteri il presidente del Consiglio o il governo non ne ha". Inoltre, aggiunge Berlusconi, il governo "deve tener conto dei suggerimenti del Quirinale" e attendere l'iter parlamentare delle leggi, spesso modificate e ascolta "suggerimenti che vengono da fuori, Quirinale, Consiglio di Stato, Csm, e se non piace al Quirinale la rimanda e deve essere modificata.
Ma se la legge non piace a magistrati di Md o di sinistra politicizzati, la legge viene impugnata e portata a Corte costituzionale che formata da maggioranza di giudici di sinistra nominati da Presidenti della Repubblica di area di sinistra hanno scelto sempre uomini di sinistra e inevitabilmente la legge viene puntualmente abrogata".
Berlusconi ha anche ricordato che "il debito pubblico e' un'eredita' pesantissima che abbiamo ereditato dal passato, anche dal passato recente. Abbiamo poche infrastrutture e una situazione per cui dobbiamo comperare all'estero tutta l'energia di cui necessitiamo, pagando prezzi che sono quasi il 30-40% superiori a quelli francesi.
Abbiamo ereditato burocrazia pletorica e giustizia civile da tempi biblici, della giustizia penale parliamo in un'altra occasione. Noi ci siamo trovati a fare i conti con tutte queste difficolta' e a constatare quanto e' difficilissimo risolvere i problemi in un sistema che non da' alcun potere". Il Presidente del Consiglio ha proseguito affermando che "Quando sentiamo parlare di governo tecnico, a noi che siamo seduti sulle sedie del Consiglio dei ministri, ci viene da ridere. Un governo tecnico non avrebbe la mia autorevolezza. Arriva li' un tecnico, da dove poi, e non ha nemmeno l'autorita' per imporre ai ministri" le sue scelte. Il governo arriva sicuramente a fine legislatura".
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