BARI. La prima commissione del Csm ascolterà domani l’ex sostituto procuratore del tribunale di Bari Giuseppe Scelsi, ora sostituto pg nel capoluogo pugliese, autore dell’esposto contro l’ex capo del suo ufficio, il procuratore di Bari Antonio Laudati. Quest’ultimo è convocato per l’audizione davanti alla stessa commissione per il 22 settembre prossimo. Il pm Scelsi è il magistrato che ha indagato per primo sul giro di escort portate nelle residenze private di Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2009 dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.
Scelsi ha accusato Laudati di non avergli fatto leggere l’informativa finale della Guardia di finanza (depositata a fine giugno 2011, pochi giorni prima del trasferimento di Scelsi) e aver di fatto ritardato la conclusione dell’indagine. Al centro dell’attenzione della Prima Commissione di Palazzo dei marescialli c'è il procuratore di Bari Antonio Laudati, la cui audizione, come quella di Scelsi, avverrà presumibilmente dopo che la procura di Lecce avrà risposto alla richiesta dei consiglieri di inviare “tutte le notizie e informazioni consentite” sulla sua inchiesta.
L’obiettivo finale è verificare se ci siano stati comportamenti, che pur non rilevanti da un punto di vista penale, possano giustificare un trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale o funzionale.
L' inchiesta della procura del capoluogo salentino è nata dalla trasmissione di atti da parte dei pm napoletani che hanno disposto l’arresto di Tarantini, di sua moglie Angela Devenuto e del direttore e editore dell’Avanti Valter Lavitola per una presunta estorsione ai danni del premier e che ipotizzerebbero a carico di magistrati baresi i reati di abuso ufficio e di violazione del segreto d’ufficio. Il tutto si basa su intercettazioni tra Tarantini e Lavitola, come quella in cui l'imprenditore barese, commentando un’intervista al Giornale in cui Patrizia D’Addario racconta di essere stata strumento di un complotto ai danni di Berlusconi, spiega che tutto è stato organizzato (“l'ha fatto apposta Laudati”) per rinviare la chiusura dell’inchiesta. Un’accusa respinta dal procuratore di Bari, così come quelle che gli ha rivolto il pm Scelsi.