Governo: dopo Milanese a preoccupare ora è il caso Romano


ROMA. La Camera ha respinto ieri la richiesta di arresto nei confronti di Marco Milanese, deputato Pdl autosospesosi dal partito, ex collaboratore del ministro Giulio Tremonti, con 312 voti contro 306 (il tabellone di Montecitorio segnava 305, ma il vicesegretario del Pd Enrico Letta ha poi dichiarato di aver votato a favore anche se non e' stato registrato nel computo finale).

Secondo i tabulati del voto, sono stati 7 i franchi tiratori della maggioranza che hanno votato con le opposizioni per l'arresto di Milanese. I deputati dell'opposizione presenti in Aula erano infatti 299, mentre il si' all'arresto ha ottenuto 306 voti.

Silvio Berlusconi non ha nascosto un certo stupore per il ristretto margine con cui e' stata respinta la richiesta d'arresto e alla domanda su cosa pensasse dell'assenza del ministro Tremonti, partito in mattinata per Washington per partecipare a una riunione del Fondo monetario internazionale, ha risposto: ''Altra domanda?''.

Piu' esplicita Daniela Santanche', sottosegretario alla presidenza del Consiglio: ''E' umanamente vergognoso che il ministro Tremonti non fosse in Aula. Nella vita, come in politica, bisogna essere uniti nella buona e nella cattiva sorte''.

Superato lo scoglio del caso Milanese che ha permesso a Berlusconi di dire ''stiamo lavorando per il meglio'', all'orizzonte della maggioranza si presenta subito un altro ostacolo. Mercoledi' 28 settembre la Camera si esprimera' sulla mozione di sfiducia presentata da Pd, Fli e Idv nei confronti di Francesco Saverio Romano, ministro delle Politiche agricole, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione.

Nominato ministro nel marzo di quest'anno malgrado il malumore del presidente Giorgio Napolitano che aveva segnalato la posizione di indagato di Romano, il responsabile delle Politiche agricole si dice convinto di superare la prova della sfiducia. Ieri ha ricevuto una rinnovata manifestazione di stima da parte di Berlusconi.

Il premier avrebbe dovuto partecipare alla presentazione del libro-intervista di Romano ''La mafia addosso'' ma poi, per sopraggiunti impegni, ha preferito diffondere una nota nella quale si legge: ''Confermo tutta la mia stima e la mia fiducia nei confronti del ministro Romano e l'apprezzamento per la sua azione di governo che svolge con entusiasmo e competenza, un'azione che riceve vivi apprezzamenti dagli addetti al fondamentale settore dell'agricoltura''.

Tra le file della maggioranza affiora pero' il malessere del Carroccio che dopo aver votato contro l'arresto di Milanese (''Lo avevo detto che la Lega non avrebbe fatto cadere il governo. Abbiamo dimostrato di essere alleati leali'', dichiara Umberto Bossi) dovrebbe votare mercoledi' prossimo a favore di Romano.

Le dimissioni del ministro sono ritenute in qualche settore del centrodestra il modo migliore per evitare l'ennesima grana alla maggioranza ma Romano smentisce tale eventualita': ''Il voto su Milanese ci rafforza. Non temo la mozione di sfiducia e non mi dimettero'''. Il ministro ha inoltre definito ''un raglio d'asino'' le rilevazioni del pentito di mafia Stefano Lo Verso che lo tirano in ballo.

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