Inchiesta “caro carburanti”: i giudici di Lecce aprono un'indagine


LECCE. Dopo la denuncia presentata da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, il 19 luglio scorso alla procura della Repubblica di Lecce per l’evidente “caro carburanti” nel bel mezzo di quest’estate arriva l’apertura di un fascicolo contro ignoti rubricato al registro generale con n. 4526/11 per il reato di “rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio” di cui all’art. 501 del codice penale.
Come è noto, l'aggiotaggio, è un reato disciplinato dal suddetto articolo che stabilisce testualmente: "Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 516 a 25.822”.
L’iscrizione nel registro delle indagini, pur trattandosi di un atto dovuto, per Giovanni D’Agata lascia sperare che finalmente la magistratura potrà verificare ed eventualmente accertare eventuali anomalie a danno dei consumatori nella formazione dei prezzi di benzina e gasolio.
In caso positivo, lo “Sportello dei Diritti” è già pronto a costituirsi parte civile per tutelare le ragioni dei consumatori contro un fenomeno, quello del “caro carburanti” che appare anche ai non addetti del settore assai torbido e di difficile comprensione specie alla luce dei contestuali ribassi a livello internazionale del costo del petrolio a barile.

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