di Roberta Calò. "L’88% dei giovani sta su Facebook. Il 37,9% degli italiani usa il web per trovare le strade (il 60,5% nelle grandi città), il 22,5% per le operazioni bancarie, il 19% per fare acquisti, il 18% per prenotare un viaggio, il 41% dei disoccupati per cercare lavoro".
Questi sono gli ultimi dati che giungono da Censis, il Centro Studi Investimenti Sociali, in materia di società entro le percentuali in crescita nello studio sul modo in cui Internet ha cambiato le nostre abitudini quotidiane.
Da questi dati emerge chiaramente che uno degli ambiti che più ha subito variazioni è quello del lavoro. Il curriculum ormai viaggia via email passando in pochi secondi da una regione all'altra, da una nazione all'altra. Mutano anche le modalità di ricerca di lavoro e la fanno da padrone ormai siti come Ebay Annunci o Subito dove si trovano annunci di offerta o di domanda di ogni tipo.
Tra i diversi, le pagine pullulano di richieste di operatori/trici di call center, di modelle o di badanti. Sfumati quindi i vecchi giornali profumati di inchiostro come business dove il rumore dei fogli girati uno dopo l'altro e il dito che scorreva su e giù viene rimpiazzato dai frenetici click del mouse e da una freccina che passeggia sullo schermo del pc. E le cifre si impennano ancor di più in materia di social network.
"Il 67,8% degli italiani conosce almeno un social network, quota che sale al 91,8% tra i giovani (14-29 anni), ma si attesta comunque al 31,8% tra gli over 65 anni. Si tratta complessivamente di 33,5 milioni di persone, in crescita rispetto ai 32,9 milioni del 2009. Il più popolare è Facebook (noto al 65,3% della popolazione) insieme a YouTube (53%), seguono Messenger (41%), Skype (37,4%) e Twitter (21,3%). Ed è esploso il dato che riguarda i veri e propri utenti: i social network più utilizzati sono YouTube (dal 54,5% degli italiani che accedono a Internet, l’86,5% dei giovani) e Facebook (dal 49%, l’88,1% dei giovani)".
L'iperbole in crescita trova la sua origine in un incredibile paradosso che non sorprende quanti si sono fatti letteralmente risucchiare da questo mondo virtuale: nonostante la maggior parte della gente sia consapevole di non poter più fare a meno di Internet, la stessa non nasconde di temere profondamente l'assuefazione e i rischi che da esso nascono.
"L’83,8% riconosce a Internet il merito di permettere a chiunque di esprimersi liberamente (il dato sale al 94,1% tra i giovani). Ma l’83,3% lamenta il fatto che nel web circola troppa «spazzatura», riferendosi a blog e video fatti in casa. La rete è comunque un potente mezzo al servizio della democrazia (secondo il 76,9%, e il dato sale all’82,9% tra i giovani e all’81,2% tra i soggetti più istruiti). Ma non mancano i giudizi negativi. Internet genera una cultura troppo superficiale per il 50,9% e appiattisce la creatività delle persone per il 47,8%, che sottolinea il potere di omologazione e conformismo della rete".
Tra riconoscimento di meriti e messa in evidenza dei limiti, quella che ormai è stata creata è una dimensione parallela, un mondo alternativo che ormai rappresenta l'alter ego della nostra vita nel mondo reale. Quello che probabilmente dalla notte dei tempi è sempre stato possibile fino ad oggi con gli altri mezzi di comunicazione che ci hanno cambiato la vita come radio, tv, telefono non sembra possibile con Internet: appare quasi impossibile creare un limite invalicabile che separi severamente il reale dal virtuale. Questo processo degenerativo non mostra una fine e quasi sicuramente sarà l'evoluzione di un sistema che imploderà per i suoi stessi successi. Come disse Einstein: "Io non so come si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si combatterà con pietre e bastoni".
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