Manovra: è bufera su libertà di licenziare


ROMA. Via libera agli ultimi emendamenti alla manovra ieri sera al Senato nel confronto della commissione Bilancio. La discussione passa da domani all'Aula di Palazzo Madama che si prevede possa approvare il provvedimento entro sabato in modo che la Camera faccia altrettanto la settimana prossima. L'opposizione annuncia che non fara' ostruzionismo, pur continuando a chiedere - come fa Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc - un governo di responsabilita' nazionale e le dimissioni di Silvio Berlusconi dopo l'approvazione della manovra. Angelino Alfano, segretario del Pdl, dice intanto che ''il provvedimento non prevede il voto di fiducia''. Ma Palazzo Chigi si riserva una decisione definitiva.

Tra le novita' di ieri, e' stato cancellato l'obbligo di indicare il nome della propria banca sulla dichiarazione dei redditi. Approvati alcuni emendamenti su una questione controversa contenuta nell'articolo 8 della manovra: gli accordi aziendali possono derogare da leggi e contratti nazionali anche per quanto riguarda i licenziamenti.

Susanna Camusso, segretaria della Cgil, sindacato impegnato domani nello sciopero generale di otto ore, commenta: ''Le modifiche della maggioranza all'articolo 8 indicano la volonta' di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro''.

Replica Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro: ''Le modifiche all'articolo 8 contengono utilissimi elementi per la piu' certa interpretazione delle rilevanti novita' previste dalla manovra relativamente alla capacita' dei contratti aziendali e territoriali. Non ha senso parlare di liberta' di licenziare, o usare altre semplificazioni che non corrispondono alla realta'''.

Positivo il commento di Confindustria: ''Apprezziamo che nell'articolo 8 della manovra sia stato introdotto il principio della validita' erga omnes dei contratti aziendali stipulati a maggioranza con le rappresentanze sindacali.

Riteniamo che questo articolo non sia in contrasto con l'accordo interconfederale del 28 giugno che, in ogni caso, rimane per noi riferimento assolutamente essenziale delle relazioni industriali''.

Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, prende le distanze dalla Cgil: ''Se il governo divide, Susanna Camusso sta facendo molto di piu' del governo, il doppio, per dividere il sindacato''. In una nota, la Cisl precisa: ''E' positivo che la nuova formulazione dica che solo i sindacati comparativamente piu' rappresentativi sul piano nazionale e territoriale, legittimati attraverso le leggi e gli accordi interconfederali, possano siglare intese a livello aziendale''.

Critico invece il commento del Pd. Stefano Fassina, responsabile del dipartimento Economia e Lavoro, sostiene che ''gli emendamenti all'articolo 8 sono in radicale contraddizione con l'accordo del 28 giugno scorso raggiunto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, in questo modo il diritto del lavoro torna indietro di almeno sessant'anni''. Il giudizio e' condiviso dall'Idv.

Ricapitolando le modifiche, nella manovra il contributo di solidarieta' rimane solo per la pubblica amministrazione, i parlamentari e i pensionati. La norma prevede inoltre il carcere immediato (a partire dall'entrata in vigore del decreto) per chi evade oltre 3 milioni di euro e consente ai Comuni che collaborano alla lotta all'evasione fiscale di tenere nelle proprie casse il 100% dell'accertamento tributario. La manovra stabilisce la fine di molte agevolazioni fiscali per le cooperative.

E' stato dato il via libera agli emendamenti del governo che disciplinano l'accorpamento dei Comuni piu' piccoli, attraverso le Unioni dei Comuni, e che riducono la dimensione di consigli e giunte. Per le Province, e' confermato lo stralcio delle norme che chiudevano quelle con meno di 300 mila abitanti: il tema, come pure il dimezzamento dei parlamentari, sara' trattato in un disegno di legge costituzionale. Approvato invece il dimezzamento dei consiglieri provinciali.

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