Manovra: il Governo chiude il confronto, dall'aumento Iva al contributo di solidarietà: ecco le modifiche


ROMA. Le ultime modifiche alla manovra sono di ieri sera. Il governo ha anche deciso di chiedere il voto di fiducia (e' il numero 49 dall'inizio della legislatura) sul maxiemendamento che conterra' le correzioni. Il Senato e' cosi' chiamato a licenziare oggi il provvedimento.

Una nota di Palazzo Chigi precisa: ''Il governo intende porre la fiducia sul testo della manovra con le seguenti aggiunte: aumento di un punto Iva, dal 20 al 21%, con destinazione del maggior gettito a miglioramento dei saldi del bilancio pubblico; fino al pareggio di bilancio, contributo del 3% sopra i 500 mila euro; adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014''. Dopo il comunicato, il contributo di solidarieta' e' ancora cambiato: 3% per i redditi che superano i 300 mila euro.

Il voto di fiducia e' stato chiesto per evitare sorprese e per abbreviare i tempi di approvazione, malgrado Pd e Terzo polo avessero deciso di dare il via libera alla manovra entro oggi rinunciando a molti emendamenti e riducendo al minimo gli interventi nel dibattito generale. Il voto di fiducia contrasta anche con gli auspici del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di quello del Senato Renato Schifani, che avevano segnalato la necessita' di un ampio confronto.

Tra le decisioni assunte ieri dal Consiglio dei ministri c'e' quella di approvare, in una nuova riunione che si terra' domani, un disegno di legge costituzionale che prevede la regola del pareggio di bilancio (analogo provvedimento e' stato approvato dal Parlamento spagnolo nei giorni scorsi) e l'attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province che verranno abolite alla fine dell'iter di modifica della Costituzione.

Mentre dell'aumento dell'Iva e della reintroduzione del contributo di solidarieta' si era continuato a parlare nei giorni scorsi, la sorpresa delle ultime modifiche riguarda l'equiparazione dell'eta' per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni. Su questo punto il ministro Giulio Tremonti e' riuscito a strappare il si' della Lega che si era impegnata fino a ieri a non modificare ulteriormente le norme previdenziali.

L'opposizione attacca sia i contenuti della manovra sia la richiesta di voto di fiducia. Dichiara Pier Luigi Bersani, segretario del Pd: ''Avevano promesso di non mettere la fiducia per consentire il dibattito e il contributo da parte di tutti. Ma ancora una volta hanno cambiato le carte in tavola. L'ennesima chiusura di ogni possibile discussione ci consegna una manovra che resta iniqua e inefficace''. Bersani segnala che ''nessuna proposta dell'opposizione e' stata accolta, cosi' come testardamente il governo ha voluto insistere nell'inutile e scriteriata proposizione dell'articolo 8'' (quello che liberalizza i licenziamenti).

Il Terzo polo diffonde un critico comunicato: ''Ormai non basta piu' un ulteriore, improvvisato, aggiustamento della manovra da parte dell'esecutivo in carica. Affrontare questa situazione richiede una discontinuita' del governo del paese poiche' esso e' parte della mancanza di credibilita' dell'Italia''. La richiesta e' quella di un governo di responsabilita' nazionale. Anche Antonio Di Pietro, Idv, chiede le dimissioni di Berlusconi: ''La fiducia posta dal governo al Senato e' un atto di vigliaccheria da parte di un esecutivo che non ha piu' niente da dire e da dare al paese''.

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