Manovra: sì a licenziamento con accordo sindacale


ROMA. I contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale "operano anche in deroga alle disposizioni di legge" e "alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali". E' quanto esplicita un emendamento alla manovra, presentato dalla maggioranza e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Tra le materie per le quali è possibile la deroga dalla legge e dai contratti nazionali figura anche il licenziamento. Salve solo la "Costituzione nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro".

ART.8; CAMUSSO, GOVERNO CANCELLA COSTITUZIONE - "Le modifiche della maggioranza di governo all'articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, sul nuovo art.8 della manovra che esplicita per gli accordi aziendali e territoriali la possibilità di derogare alla legge ed ai contratti nazionali, anche sul licenziamento. "Il governo autoritario distrugge autonomia parti", aggiunge.

SCIOPERO CGIL 6 SETTEMBRE - Sara' proprio Susanna Camusso a concludere la manifestazione nazionale della Cgil a Roma, presso l'Arco di Costantino, nella tarda mattinata di martedi' (diretta su Cgil Tv). Equita', crescita, occupazione, risanamento dei conti e sviluppo per contrastare la crisi, le parole d'ordine dello sciopero voluto dalla Confederazione di Corso d'Italia contro la manovra del governo. Una manovra che ''aumenta le tasse, sopratutto sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, sui redditi medio-bassi e sui contribuenti onesti''.
Secondo la Cgil nella manovra del governo vi sono ''vere e proprie vendette verso il lavoro, la sua dignita', i suoi diritti''. Ancora, ''sono previste vere e proprie manomissioni del sistema previdenziale con misure inique e miopi, che hanno come unico criterio quello di fare ''cassa''.

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