BARI. Normare in maniera più adeguata e attenta alle esigenze del comparto della Piccola Pesca: di questo si è discusso oggi a Bari in un incontro tra l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefà no e le associazioni di categoria di Lega Pesca, Agrital, Federcoopesca, Federpesca, Uncipesca, Api e Anapi.
L’incontro è stato occasione per deliberare la costituzione di un gruppo tecnico di lavoro che dovrà dettagliare motivazioni, misure e strumenti da sottoporre alla attenzione del legislatore europeo e del governo nazionale.
“Il settore della Piccola Pesca – spiega l’assessore Stefà no - oltre ad essere quello più rappresentato nelle marinerie pugliesi, costituisce una quota rilevante della nostra economia. Pertanto, occorre approfondire le problematiche che attanagliano il segmento in questione per ridare slancio e competitività ad un mercato in affanno”.
I recenti decreti ministeriali, in particolare quello dell’1/7/2011 che disciplina l’utilizzo dei sistemi di pesca ‘Palangari e Ferretara’ (attrezzi per la pesca), insieme al divieto di detenere a bordo delle barche i due attrezzi citati, e ancor prima, il decreto ministeriale dell’1/3/2011 ‘Ripartizione tra i diversi sistemi di pesca della quota tonno rosso per la campagna di pesca 2011’, risultano problematici nella loro applicazione e rafforzano l’esigenza di rivedere la normativa vigente.
Nel dettaglio, uno dei temi di particolare criticità , emerso durante l’incontro odierno, è quello della pesca del Tonno che – secondo le associazioni di categoria – non riconosce alcuna attenzione alla Piccola Pesca o della Pesca Artigianale poichè , nel decreto ministeriale, la esclude dalla attribuzione di una specifica quota.
“Intendiamo tutelare e custodire una componente importante del nostro sistema Pesca, quale la pesca artigianale - aggiunge Stefà no - che oltre ad avere un intrinseco valore economico, è l’elemento identitario in senso turistico della nostra terra, soprattutto per l’importanza che esprime all’interno della filiera enogastronomica”.
“I regolamenti comunitari e i decreti ministeriali – conclude l’assessore - molto spesso hanno uno sguardo troppo largo rispetto ai problemi dei piccoli produttori e fanno fatica ad inquadrarne in maniera adeguata le relative problematiche afferenti”.