BARI. Ricorrevano a una frequente sottofatturazione le sette aziende di onoranze funebre del territorio di Monopoli, Polignano a Mare e Mola di Bari, in provincia di Bari, a carico delle quali militari della Guardia di Finanza di Monopoli hanno constatato una evasione fiscale paratotale di due milioni di euro. Le Fiamme Gialle si sono servite dei dati forniti dai Comuni interessati e dalle audizioni dirette e riservate di centinaia di clienti i quali hanno rivelato che, a fronte di ricevute fiscali emesse per circa 1.500 euro, il prezzo che veniva realmente corrisposto all'impresa era in realta' pari a 3.500 euro.
E' emerso che spesso i clienti versavano assegni bancari alle societa' verificate per l'importo fatturato mentre altri titoli, stavolta relativi alla parte 'in nero', venivano versati sui conti privati del rappresentante legale della impresa di pompe funebri o dei soci. L'entita' dell'importo fatturato regolarmente (1.500 euro) ha una motivazione precisa: infatti le spese funebri, riferite a ciascun decesso, sono detraibili dal cliente fino alla soglia di 1.549,37 euro, per cui non era interesse dei clienti ricevere una ricevuta fiscale pari al reale prezzo corrisposto.
Questa tesi e' stata tra l'altro confermata dai numerosi clienti ascoltati. Incrociando i dati desunti dalla documentazione acquisita e dalle dichiarazioni dei clienti, e' stato possibile constatare circa due milioni di euro per il recupero a tassazione ai fini delle imposte dirette e dell'Irap e di individuare sette imprese evasori paratotali (cioe' il contribuente che dichiara meno della meta' dei ricavi realmente conseguiti).
E' emerso che spesso i clienti versavano assegni bancari alle societa' verificate per l'importo fatturato mentre altri titoli, stavolta relativi alla parte 'in nero', venivano versati sui conti privati del rappresentante legale della impresa di pompe funebri o dei soci. L'entita' dell'importo fatturato regolarmente (1.500 euro) ha una motivazione precisa: infatti le spese funebri, riferite a ciascun decesso, sono detraibili dal cliente fino alla soglia di 1.549,37 euro, per cui non era interesse dei clienti ricevere una ricevuta fiscale pari al reale prezzo corrisposto.
Questa tesi e' stata tra l'altro confermata dai numerosi clienti ascoltati. Incrociando i dati desunti dalla documentazione acquisita e dalle dichiarazioni dei clienti, e' stato possibile constatare circa due milioni di euro per il recupero a tassazione ai fini delle imposte dirette e dell'Irap e di individuare sette imprese evasori paratotali (cioe' il contribuente che dichiara meno della meta' dei ricavi realmente conseguiti).