"Resta dove sei". Questo il presunto consiglio del premier a Lavitola
“Resta dove sei”. Avrebbe detto questo all'ex direttore dell'Avanti Lavitola, in Bulgaria per ragioni di lavoro, il premier Silvio Berlusconi in un'intercettazione della telefonata del 24 agosto e resa nota dall'Espresso. Dunque ennesima bomba in pochi giorni dopo la presunta estorsione ai danni del presidente del Consiglio dell'imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini nell'ambito del giro di escort, che vede indagati lo stesso Tarantini, sua moglie e Lavitola. “Con reiterate violazioni del segreto e comunque con violazione del divieto di pubblicazione, continuano ad uscire dalle indagini in corso a Napoli notizie ed atti, addirittura a volte in tempo reale rispetto agli accadimenti stessi. La notizia apparsa sul sito dell'Espresso che il presidente Berlusconi avrebbe detto al Lavitola di non tornare è del tutto assurda ed infondata”. Così l'avvocato del premier, Nicolò Ghedini. “Durante una conversazione privata e del tutto irrilevante per il procedimento in corso, di cui fra l'altro non si conosce neppure l'autenticità o la completezza, - spiega Ghedini - il presidente Berlusconi si sarebbe limitato a ribadire al Lavitola la sua totale tranquillità ed estraneità ad ogni vicenda. Atteggiamento questo tenuto anche dal Lavitola. A fronte di tale certezze il presidente Berlusconi non avrebbe avuto motivo di consigliare a Lavitola di tornare precipitosamente in Italia, ritenendo quindi che potesse rientrare nei tempi dallo stesso già previsti ed evidentemente correlati ad impegni di lavoro”. “Gravissimo - commenta la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti – se è vero che Silvio Berlusconi ha consigliato Valter Lavitola di restare all'estero anzichè tornare in Italia e chiarire le vicende giudiziarie che lo riguardano. Serve un'immediata e personale smentita su ogni eventuale coinvolgimento del presidente Berlusconi nella vicenda". “Il Ministro della giustizia valuti se non sia doveroso avviare un'ispezione sulla fuga di notizie che riguarda la telefonata fra il presidente del Consiglio e il faccendiere Walter Lavitola, sulle informazioni sommarie rese dalla segreteria del presidente Marinella e su quelle rese dall'avvocato di Tarantini, Giorgio Perrone”. Questo chiede il Pdl, con un'interrogazione urgente firmata da Manlio Contento ed Enrico Costa. “Una richiesta che parte innanzitutto dalla constatazione che per l'ennesima volta vengono pubblicati dai giornali atti di indagine, ma anche dal fatto che nel caso specifico, questi atti non risultano depositati, e sono dunque solo nella disponibilita' dell'ufficio che procede. Senza tralasciare il fatto che cio' che e' stato pubblicato appare come un'estrapolazione parziale di contenuti, tale da indurre a pensare ad una fuga di notizie per danneggiare la vittima delle condotte contestate, e cioe' lo stesso Silvio Berlusconi”.
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