Solo un misero 11% delle scuole italiane è 'a misura' di disabile


LECCE. Non ci sono scusanti all’ennesima vergogna italiana che Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, vuole sottolineare dopo la pubblicazione del IX Rapporto di Cittadinanzattiva sulla scuola, che ha evidenziato le gravissime carenze sia in materia di superamento della disabilità ed in particolare in merito all’eccessiva presenza di barriere architettoniche, sia riguardo la sicurezza all’interno delle scuole italiane.
Lapidaria e quanto mai lapalissiana è la conseguenza che si può trarre dai dati rilevati: la scuola italiana non è affatto a “misura” di disabile.
I numeri, infatti, la dicono tutta su quanto accade nelle scuole del Nostro Paese, dove non è raro imbattersi in esempi di inciviltà quotidiani in materia di diritti dei disabili ed accesso a questi edifici pubblici che dovrebbero essere i luoghi fondamentali per l’inserimento dei cittadini nella società; così dal citato rapporto emerge di tutto: da bagni per persone con disabilità adibiti a ripostiglio, aule pollaio, barriere architettoniche di ogni tipo.
L’analisi ha riguardato ben 88 scuole di 13 diverse province e 12 regioni, ed ha rimarcato che nel 13% degli edifici scolastici sono presenti barriere architettoniche che rendono impossibile lo spostamento all’interno dello stabile e delle pertinenze scolastiche. In particolare si evidenzia che le barriere sono presenti nei cortili nel 17% dei casi, nelle palestre (15%), e persino all'ingresso (13%), seguiti a ruota dai laboratori scientifici, mense, segreterie, aule degli studenti ed infine i bagni.
Un misero 11% delle scuole presenta un’entrata priva di ostacoli all’uopo edificata.
Altra dolente nota della scuola del Belpaese riguarda la sicurezza. Anche in questo caso i numeri sciorinati dal Rapporto la dicono lunga su quanto si debba fare per migliorare la tutela dell’integrità degli scolari e del personale docente e non docente.
Il numero degli incidenti all’interno dei plessi scolastici è ancora una volta in crescita, come risulta dai dati INAIL per il 2010. L’anno scorso, infatti, gli infortuni hanno riguardato oltre seimila studenti in più rispetto all’anno precedente per un totale di ben 98.429 studenti, (nel 2009 erano 92.060) e 14.735 insegnanti (nel 2009 erano 14.239).
Secondo il Rapporto di Cittadinanzattiva, i responsabili del servizio di prevenzione e protezione di 55 scuole hanno segnalato 445 incidenti, di cui 396 accorsi a studenti. Tra le cause principali, in ordine di frequenza: le cadute durante le attività sportive, le cadute accidentali, malori improvvisi o legati a patologie, le cattive condizioni di arredi e mobili, le cattive condizioni degli infissi, l'uso improprio o scorretto delle attrezzature.
A comprova di quanto la scuola sia impreparata alle emergenze, non deve stupire che manchino addirittura gli strumenti di prima emergenza: il 24% dei laboratori scientifici e il 22% delle palestre è sprovvisto persino delle obbligatorie cassette di pronto soccorso.
Nonostante i dati allarmanti, nulla, proprio nulla ha deciso di fare il Ministro Gelmini anche per quest’anno per migliorare lo status quo e purtroppo siamo costretti ancora una volta a denunciare l’inerzia dell’attuale governo di fronte a queste vere e proprie emergenze nazionali che sono causa non solo di perdurante discriminazione per quanto riguarda la disabilità, ma anche di pesantissimi costi sociali che potrebbero essere notevolmente abbattuti se solo si ponesse la prevenzione come uno dei principali fari guida dell’azione amministrativa.