Tarantini: commosso quando vidi il premier, non gli ho mai chiesto nulla


di Redazione. Quando si reco' ad Arcore per incontrare Berlusconi, Gianpaolo Tarantini tolse la batteria dal cellulare per evitare di essere individuato. A raccontarlo e' lo stesso Tarantini nell'interrogatorio di garanzia del 3 settembre scorso nel carcere di Poggioreale nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ricatto al premier. A suggerirgli la cautela fu Valter Lavitola, presente insieme alla moglie di Tarantini, Angela Devenuto. ''Io non vedevo il presidente da due anni - ha detto Tarantini nell'interrogatorio - ero straimbarazzato, credo mi sia anche commosso in quell'occasione...''.
"Io - prosegue Gianpi nell'interrogatorio di garanzia del 3 settembre scorso davanti al gip di Napoli Amelia Primavera e ai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock - non avevo il coraggio di chiedere soldi a Berlusconi, fosse anche mille euro per mangiare. Perche' il premier mi ha conosciuto come persona brillante, una persona che non ha mai chiesto niente".
"Credo che sara' evidente dalle intercettazioni sul caso escort, che io per Berlusconi ho speso l'impossibile senza nulla chiedere in cambio in quel momento, perche' non avevo problemi economici". Volevo comprare protesi ortopediche con i 500 mila euro che erano stati elargiti da Berlusconi" ha aggiunto Tarantini spiegando che, per l'emozione, il giorno in cui incontro' il premier ad Arcore non riusci' a fargli un discorso che si era preparato, ovvero ad illustrargli il progetto che aveva in mente, cioe' quello di produrre protesi all'estero e venderle in Italia. Secondo quanto racconta, l'imprenditore non riusci' a chiedergli i 500 mila euro e per lui lo fece Valter Lavitola.
Intanto oggi nel carcere Gianpi sarà di nuovo interrogato dai pm, i quali vorranno sapere di più e meglio dei suoi rapporti con Laudati per mezzo dell’avvocato Quaranta, ascoltato l’altro ieri per quattro ore (stavolta senza il segreto professionale, rimosso dal giudice). Gli chiederanno anche dei rapporti con Metrangolo, uomo della Selex e di Finmeccanica, e vecchia conoscenza dell’ex imprenditore della sanità. Lo si scopre adesso, riprendendo la vecchia intercettazione ambientale svolta all’inizio del 2009 nel prestigioso Hotel De Russie di Roma, dove gli investigatori pugliesi registrarono l’audio dell’incontro tra Tarantini, Cosentino, l’imprenditore Enrico Intini e Metrangolo. Lo stesso Metrangolo del quale aveva parlato mesi fa Maria Elena Valanzano, ex assistente parlamentare di Papa, convocata dai pm della P4.

TARANTINI: RAPPORTO CON LAVITOLA INIZIO' PER DIFFICOLTA' ECONOMICHE - Il rapporto con Valter Lavitola "inizia nel 2010, perche' entrambi frequentavamo la stessa scuola delle nostre bambine, mia figlia e il figlio di Lavitola. Ci iniziamo a frequentare, io chiedo a Lavitola di poter incontrare... di avere delle difficolta' abbastanza importanti economiche, addirittura di sopravvivenza immediata, in quanto le mie societa' erano fallite e avevo passato un anno, undici mesi agli arresti domiciliari a Bari e ero in gravissime difficolta' economiche, ma non solo io, anche la mia famiglia". A dirlo l'imprenditore Gianpaolo Tarantini nell'interrogatorio di garanzia del 3 settembre.

"Ero a conoscenza del fatto - dice Tarantini - che Lavitola fosse una persona molto vicina al Presidente Berlusconi. Non avevo nessuna altra maniera per poter chiedere aiuto economico, se non quello di tentare, attraverso Lavitola, visto che ci iniziammo a frequentare. Lui era curioso di sapere la mia persona, in quanto nota per fatti di giornali, per le vicende giudiziarie e cosi' via, io non avevo nessuno, ero terrorizzato, dico appena uscito dagli arresti domiciliari a volere incontrare qualsiasi persona, che potesse in qualche modo coinvolgermi nuovamente nelle mie indagini. Quindi chiedo a lui se in maniera discreta puo', innanzitutto, dire al Presidente che ero turbato per quello che era successo e, poi, di potergli chiedere se poteva, in qualche modo, farmi avere un sostegno economico".

"Lui a distanza di pochissimi giorni viene e dice di si', pero' che era fondamentale che io e lui non ci facessimo vedere sempre insieme e che mia moglie andasse da lui a prelevare questi settimanali presso il suo ufficio in Via Del Corso a Roma, dove c'e' la sede della Rai. Cosa che avviene. Io, pero', dopo altri incontri chiedo a Lavitola di non volere fare tutta la vita il mantenuto, ma di voler riprendere a fare l'attivita' di imprenditore, non era nella mia mentalita', nella mia educazione ricevuta avere i soldi da qualcuno e dire: "Questi sono i soldi, vatti a divertire!", non rientro tutt'ora. E chiedo a Lavitola se attraverso il Presidente riesce a darmi degli sbocchi per nuove attivita' lavorative. Lavitola, almeno per quello che mi dice, dice che ne ha parlato con il Presidente, che ci sono delle possibilita' per intraprendere nuove attivita'", conclude.

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