di Nicola Ricchitelli. “Ferrari del Rock” appunto, parola di Vasco Rossi. Dal loro incontro nel 1992 – quando fu chiamata da Guido Elmi per curare gli arrangiamenti dell’album “Gli spari sopra” – ai quasi vent’anni di palco condivisi con il rocker di Zocca, senza tralasciare le tante esperienze – vedi i quattro album da solista pubblicati tra il 1990 e il 2010 – arrivando fino in Giappone con cui Clara Moroni ha un feeling particolare.
D: Un saluto da Giornale di Puglia a Clara Moroni - cantante e compositrice italiana nonché celebre corista di Vasco Rossi - Clara “il Blasco” di te ha dato un soprannome assai singolare, “La Ferrari del Rock”: sei d’accordo con lui? Da dove nasce questo sopranome?
R:« A lui piace dare nomignoli un po' a tutti. Credo che intenda Ferrari come una donna che va veloce, che sa spingere l'acceleratore e sa vincere. Oltre che avere una bella carrozzeria! Se intende questo, mi trova d'accordo!».
D: Non solo corista di Vasco ma, soprattutto, cantante. ”Chi ha paura di chi”, “Spiriti”, “Ten worlds”, “Bambina Brava”, questi i tuoi quattro album incisi dal 1990 al 2010? Cosa accomuna questi lavori e cosa racconti?
R:«In fondo non sono molto simili come dischi, anzi tutti molto diversi tra loro. Racconto le mie impressioni, i miei pensieri, le mie esperienze. Vorrei anche dare una chiave di lettura alle persone per vivere meglio o affrontare meglio questo mondo».
D: Clara, se ti dicessi Giappone cosa mi risponderesti? Come mai questo feeling particolare con il paese del “Sol Levante? Cosa hai provato alla notizia del terribile tsunami che lo ha colpito?
R:« Mi dice che la mia etichetta discografica lavora per il mercato Giapponese da 15 anni. Adoro il Giappone, niente a che vedere con la Cina. Lo Tsunami mi ha fatto soffrire, ma peggio è stato per la centrale di Fukushima e tutti i danni che ha provocato e provocherà nei prossimi anni a territorio, persone ed economia. Io sono contrarissima al Nucleare. Il Giappone ha dimostrato che il nucleare è sempre una scelta sbagliata ed anti-economica nel lungo termine».
D: Come nasce la collaborazione con Vasco Rossi? Cosa significa condividere il palco con lui?
R:«In studio, nel '92, Guido Elmi, produttore di Vasco Rossi, mi chiamò per fare gli arrangiamenti vocali sull'album "Gli spari sopra". Entrò in studio e ci conoscemmo. Molto semplicemente e timidamente. Io ero un pò emozionata, lui è discreto di carattere, quindi non è finita a pacche sulle spalle al bar!. Condividere il palco con lui significa aver visto molte cose incredibili. Aver imparato a conoscerlo artisticamente. Aver fatto esperienza e capito cosa fa la differenza tra un cantante e un artista».
D: Clara, chi è Vasco? Cos’è Vasco per la musica italiana e cosa rappresenta?
R:« E' una personalità complessa ma semplice, tutto e il contrario di tutto. Quello che si vede è come poi lui è veramente, ma con molto di più, ignoto forse anche a se stesso. Naturale ma non ingenuo. Geniale ma coi piedi per terra. Di sicuro non un poseur, ne' uno dei nostri nani italiani della musica leggera che si sentono dei giganti. Vasco per la musica italiana è una anomalia. Credo che se non avesse avuto forza propria per andare avanti, unita ad un team di autori e musicisti di supporto che lo hanno coadiuvato nel tempo, l'industria discografica lo avrebbe fatto volentieri fuori subito. Ovviamente grazie soprattutto al numero di fans sempre in crescita esponenziale nel tempo.
E' un peccato che sia italiano, se fosse stato americano o inglese, avrebbe oscurato Springsteen e gli Stones».
D: Nel tuo curriculum vanti anche una tournée in America attorno al 2000. Quali le differenze con l’Italia, musicalmente parlando, ma soprattutto dal punto di vista discografico?
R:«Radicali direi. Ma anche per la grandezza del paese e la cultura musicale, direi che l'America e comunque i paesi anglo sassoni sono più fertili e più ricchi di opportunità. Qui in Italia la discografia è veramente desolante, specialmente i nuovi nomi sono veramente poca cosa».
D: Il punk, il rock, l’hard rock senza tralasciare la pop – dance e il dark, quale la vera anima di Clara Moroni?
R:«La musica mi piace tutta in tutti i suoi generi, basta che mi emozioni, che mi dia una suggestione. Adoro anche la musica classica».
D: Come abbiamo accennato sei anche autrice. Quale il pezzo a cui sei maggiormente legata?
R:« Every single day", dall'Album "Ten worlds" del 2005».
D: Clara quanti i sogni nel cassetto ancora da realizzare e cosa c’è nel tuo futuro?
R:«Direi che devo ancora realizzare tutto e di tutto. Non solo nella musica ma anche nel cinema, nella pittura, nello sport e nel privato...insomma devo ancora cominciare».