di Nicola Ricchitelli. L’ultima fatica a Shanghai dal trampolino di un metro femminile dove ha conquistato una miracolosa medaglia di bronzo. Sì miracolosa, se si pensa che la Cagnotto a Shanghai vi è giunta dopo un incidente in motorino avvenuto il 19 maggio scorso, interrompendone di fatti la preparazione in vista della spedizione cinese.
Messa in cantiere l’ennesima medaglia – la quarantunesima per la precisione – per la Cagnotto all’orizzonte vi sono le Olimpiadi di Londra, alla ricerca di quella medaglia che ancora manca nel palmares della tuffatrice di Bolzano, un inseguimento che avuto inizio ai giochi olimpici di Sydney nel 2000, si è poi protratto ad Atene e Pechino, con la speranza di una miglior fortuna in occasione della spedizione inglese.
D: Un saluto da Giornale di Puglia a Tania Cagnotto. Tania, tuo padre Giorgio è stato indiscutibilmente tra i più forti tuffatori degli anni 70 mentre tua madre Carmen dominava in campo femminile. Il tuo può dirsi un destino già scritto?
R:«Penso proprio di si. Ovviamente avere avuto entrambi i genitori che sono stati atleti in passato ha avuto un peso abbastanza rilevante sulla mia carriera».
D: Dove nasce la passione per i tuffi?
R:«Ho avuto al fortuna di non essere mai stata costretta a praticare lo sport dei tuffi, anzi i miei genitori hanno provato in tutte le maniere a farmi praticare altri sport! Ma poi ho scelto i tuffi, ho iniziato per puro divertimento!».
D: Tania, ben tre partecipazioni olimpiche – Sydney, Atene e Pechino – ma manca ancora la medaglia che metterebbe la ciliegina sulla torta ad un straordinaria carriera. Quali le previsioni in vista di Londra 2012?
D:«Vincere una medaglia olimpica è l’obiettivo di ogni atleta e questo è il mio sogno. Le possibilità ci sono, ma è molto difficile. Bisogna azzeccare la giornata perfetta».
D: Tania, il tuo palmares conta ben 40 medaglie – tra campionati europei e mondiali – a quale sono legati i ricordi più belli?
R:«I mondiali di Roma, sono stati sicuramente i più difficili perché gareggiare davanti al proprio pubblico può fare brutti scherzi. Ma salire sul podio davanti ai miei tifosi è stata una delle cose più belle che mi potesse capitare».
D: Da sempre il tuo riferimento è la tuffatrice russa Julia Pakhalina. Cosa ti colpisce di questa atleta?
R:«Mi piace perché è elegante, forte e testarda».
D: Tania, biennio 2005/2006, è il periodo del soggiorno in America presso l’ università di Houston dove inizi gli allenamenti con la direttrice tecnica appunto della Pakhalina. Che esperienza è stata?
R:« Un’esperienza fantastica: ho avuto sia la possibilità di studiare all’Università di Houston, ma contemporaneamente ho potuto osservare e allenarmi con il mio idolo».
D: Il soggiorno americano è stato interrotto dall’uragano “Rita”. Che ricordi hai di quel momento?
R:«Mi sono presa un gran bello spavento. Sono dovuta evacuare in un un’altra città, dovendo quindi anche “smontare” la camera che avevo appena finito di arredare…».
D: Tania, la domanda convengo essere un po’ scontata: quanti sacrifici bisogna fare per arrivare ad avere un palmares come il tuo?
R:«Molti, ma ne vale la pena. Ci sono delle piccole rinunce da fare: non fare tardi la sera in prossimità delle gare, rinunciare a una pizza con gli amici... E poi per arrivare a certi livelli devi mantenere una quotidianità molto regolare, in primis sull’alimentazione. Io faccio una dieta proteica con il supporto di integratori Herbalife che mi aiutano ad avere sempre l’apporto di energia necessario, sia durante gli allenamenti sia in gara. Per vincere tanto bisogna curare tutti gli aspetti».
D: Tuo storico allenatore è tuo padre Giorgio. Com’è la vita di atleta avendo come allenatore il proprio padre?
R: «Non è sempre facile, ogni tanto si litiga, ma avere una persona cara che ti sostiene nei momenti difficili è un fattore determinante».
D: Di recente sei stata testimonial dello spot sulla sicurezza stradale – a cura del Ministero dell’interno, regia di Massimo Coglitore – com’è Tania al volante?
R:«Parlare adesso di questo argomento, dopo il mio incidente in motorino, mi fa sorridere un po’. Ma in macchina non ho mai avuto problemi, fino ad oggi (tocchiamo ferro). Sono una piuttosto prudente».
D: Cosa c’è nel tuo futuro? Guardandolo quando vedi la fine della tua carriera?
R:«I tuffi sono uno sport che non ti permettono di avere una carriera molto longeva, quindi la mia carriera sportiva volge pian piano al termine. Intanto affrontiamo al meglio le Olimpiadi di Londra del prossimo anno, poi si vedrà. Nel mio futuro vedo una bella famiglia e magari potrei diventare una commentatrice sportiva, non mi dispiacerebbe».
Messa in cantiere l’ennesima medaglia – la quarantunesima per la precisione – per la Cagnotto all’orizzonte vi sono le Olimpiadi di Londra, alla ricerca di quella medaglia che ancora manca nel palmares della tuffatrice di Bolzano, un inseguimento che avuto inizio ai giochi olimpici di Sydney nel 2000, si è poi protratto ad Atene e Pechino, con la speranza di una miglior fortuna in occasione della spedizione inglese.
D: Un saluto da Giornale di Puglia a Tania Cagnotto. Tania, tuo padre Giorgio è stato indiscutibilmente tra i più forti tuffatori degli anni 70 mentre tua madre Carmen dominava in campo femminile. Il tuo può dirsi un destino già scritto?
R:«Penso proprio di si. Ovviamente avere avuto entrambi i genitori che sono stati atleti in passato ha avuto un peso abbastanza rilevante sulla mia carriera».
D: Dove nasce la passione per i tuffi?
R:«Ho avuto al fortuna di non essere mai stata costretta a praticare lo sport dei tuffi, anzi i miei genitori hanno provato in tutte le maniere a farmi praticare altri sport! Ma poi ho scelto i tuffi, ho iniziato per puro divertimento!».
D: Tania, ben tre partecipazioni olimpiche – Sydney, Atene e Pechino – ma manca ancora la medaglia che metterebbe la ciliegina sulla torta ad un straordinaria carriera. Quali le previsioni in vista di Londra 2012?
D:«Vincere una medaglia olimpica è l’obiettivo di ogni atleta e questo è il mio sogno. Le possibilità ci sono, ma è molto difficile. Bisogna azzeccare la giornata perfetta».
D: Tania, il tuo palmares conta ben 40 medaglie – tra campionati europei e mondiali – a quale sono legati i ricordi più belli?
R:«I mondiali di Roma, sono stati sicuramente i più difficili perché gareggiare davanti al proprio pubblico può fare brutti scherzi. Ma salire sul podio davanti ai miei tifosi è stata una delle cose più belle che mi potesse capitare».
D: Da sempre il tuo riferimento è la tuffatrice russa Julia Pakhalina. Cosa ti colpisce di questa atleta?
R:«Mi piace perché è elegante, forte e testarda».
D: Tania, biennio 2005/2006, è il periodo del soggiorno in America presso l’ università di Houston dove inizi gli allenamenti con la direttrice tecnica appunto della Pakhalina. Che esperienza è stata?
R:« Un’esperienza fantastica: ho avuto sia la possibilità di studiare all’Università di Houston, ma contemporaneamente ho potuto osservare e allenarmi con il mio idolo».
D: Il soggiorno americano è stato interrotto dall’uragano “Rita”. Che ricordi hai di quel momento?
R:«Mi sono presa un gran bello spavento. Sono dovuta evacuare in un un’altra città, dovendo quindi anche “smontare” la camera che avevo appena finito di arredare…».
D: Tania, la domanda convengo essere un po’ scontata: quanti sacrifici bisogna fare per arrivare ad avere un palmares come il tuo?
R:«Molti, ma ne vale la pena. Ci sono delle piccole rinunce da fare: non fare tardi la sera in prossimità delle gare, rinunciare a una pizza con gli amici... E poi per arrivare a certi livelli devi mantenere una quotidianità molto regolare, in primis sull’alimentazione. Io faccio una dieta proteica con il supporto di integratori Herbalife che mi aiutano ad avere sempre l’apporto di energia necessario, sia durante gli allenamenti sia in gara. Per vincere tanto bisogna curare tutti gli aspetti».
D: Tuo storico allenatore è tuo padre Giorgio. Com’è la vita di atleta avendo come allenatore il proprio padre?
R: «Non è sempre facile, ogni tanto si litiga, ma avere una persona cara che ti sostiene nei momenti difficili è un fattore determinante».
D: Di recente sei stata testimonial dello spot sulla sicurezza stradale – a cura del Ministero dell’interno, regia di Massimo Coglitore – com’è Tania al volante?
R:«Parlare adesso di questo argomento, dopo il mio incidente in motorino, mi fa sorridere un po’. Ma in macchina non ho mai avuto problemi, fino ad oggi (tocchiamo ferro). Sono una piuttosto prudente».
D: Cosa c’è nel tuo futuro? Guardandolo quando vedi la fine della tua carriera?
R:«I tuffi sono uno sport che non ti permettono di avere una carriera molto longeva, quindi la mia carriera sportiva volge pian piano al termine. Intanto affrontiamo al meglio le Olimpiadi di Londra del prossimo anno, poi si vedrà. Nel mio futuro vedo una bella famiglia e magari potrei diventare una commentatrice sportiva, non mi dispiacerebbe».