di Nicola Zuccaro. Una Fiera che non sia più un semplice contenitore di merci da esporre al pubblico ma una Fiera che contribuisca al rilancio della città di Bari. La Fiera del Levante non è e non dovrà essere soltanto questo ma deve tornare nella veste di quartiere fieristico per quanto ultraottantennale a contribuire come fu nel lontano 1930 a rilanciare urbanisticamente la zona Nord Est ed in parte Nord Ovest del capoluogo pugliese. Nella mattinata di presentazione della Settantacinquesima Edizione della Campionaria del Levante all'unisono Alessandro Ambrosi e Gianluca Paparesta, rispettivamente Presidente della Camera di Commercio di Bari e Assessore al Marketing Istituzionale del Comune di Bari, hanno indicato una rotta più chiara e concreta diversamente dall'aleatorio concetto di transizione espresso nei precedenti interventi dal Governatore della Puglia Vendola (intervenuto in videoconferenza) e dal Presidente dell'Ente Prof. Viesti. Se come costui ha sottolineato, e giustamente, che la Fiera è l'emblema di Bari nel mondo, occorre però capire, una volta e per sempre, se essa può e in quale maniera rilanciare lo sviluppo di una città che culturalmente e urbanisticamente restando ancora ferma fatica a compiere il salto di qualità .
Il Centro Congressi, il restauro dei padiglioni, il collegamento con il porto turistico rischiano di restare pagine in un libro dei sogni che a distanza di un anno è stato nuovamente presentato e che rischia in concomitanza degli eventi pertinenti le medesime strutture appena citate di essere consegnate a quella letteratura storica-urbanistica barese che in fatto di progetti conosce problemi di abbondanza. Il tempo delle parole è scaduto. Sarebbe forse meglio convocare qualche conferenza e qualche convegno in meno sull'argomento e mettere su una pietra di più.