BARI. Anche Vinicio Capossela ha deciso di non mancare al Petruzzelli, proprio nella serata in cui la grande poesia si intreccia con le storie e le acque delle coste del Mediterraneo, del quale spesso e suo cantore con straordinarie liriche e musiche. Non è un caso che a “ROSSO DI SERA”, giovedì 29 al teatro Petruzzelli, Capossela si presenti con la performance “Mediterraneo il mare del mito, gli inganni, le promesse, le risacche”.
Ironico, sentimentale, straripante nel suo istrionico, Capossela è il più dotato tra i cantautori italiani della sua generazione. I suoi modelli più evidenti sono i blues aspri e deliranti di Tom Waits e le "chanson" jazzy di Paolo Conte. Ma nel suo repertorio convivono anche il teatro di Brecht e il surrealismo, melodie mediterranee e sonorità fragorose di chiara matrice balcanica, pantomime circensi e atmosfere crepuscolari.
Artista errante, ha fatto del randagismo quasi una filosofia di vita, rabdomante senza requie, come è stato definito in una sua recente biografia, Capossela ha percorso tutte le tappe di una gavetta dura, da “emigrante”.
Con il suo ultimo disco “Marinai, profeti e balene”, Capossela è tornato alla sua forma migliore. Quasi come un novello Ulisse, naviga tra vascelli fantasma, sirene, polpi, foche barbute, balene, squali bianchi, madonne delle conchiglie. Due dischi e diciannove “racconti” a metà strada tra musica e letteratura, intrise di miti, poesia e salsedine, in cui affiorano citazioni del Vecchio Testamento, Omero e passi tratti dal “Moby Dick” di Herman Melville, tradotto da Cesare Pavese.
Inserita nella “trama” della seconda serata di “ROSSO DI SERA” anche la presenza di Adonis, il più grande poeta in lingua araba, più volte candidato al premio Nobel, che assisterà al reading dell’attrice Maya Sansa, che leggerà per la prima volta in Italia, monologhi scelti dal più celebre dei suoi poemi “Storia lacerata nel corpo di una donna” (edito da Guanda). Seguirà la proiezione del documentario “La nave dolce work in progress” di Daniele Vicari, documentario dedicato al ventennale dell’arrivo nel porto di Bari della nave Vlora, carica di 20mila albanesi. E ancora, lo scrittore Gianrico Carofiglio, tra gli autori più tradotti in tutto il mondo, con una lecture su “Bari, città di frontiera”. Spazio poi alla performance “Il terremoto delle donne – Voci e visioni dell’Aquila”, appunto, che, oltre a riportare alla luce il dramma non ancora risolto vissuto dalle gente del Capoluogo abruzzese, mette in evidenza quanto è stato importante il ruolo delle donne aquilane nella sopravvivenza e nel ripristino della quotidianità del post terremoto.
Infine, la performance musicale di Diego Amador Trio formazione considerata tra le più interessanti del panorama jazzistico internazionale, capace di unire l’anima del flamenco con le suggestioni del jazz.