ROMA. In una conversazione con il ''Corriere della Sera'' pubblicata ieri, il presidente del Consiglio annuncia che il 9 e 10 novembre illustrera' in Parlamento gli impegni assunti dal governo in sede europea che puntano alla crescita e alla riduzione del debito. Precisa Silvio Berlusconi: ''Il Parlamento deve rendersi conto che abbiamo presentato al Consiglio europeo un programma vincolante. Sono pronto a chiedere la fiducia, se necessario''.
Aggiunge il premier: ''L'opposizione continua con la litania del mio passo indietro, senza rendersi conto che questo e' il momento di pensare all'Italia. Solo io e il mio governo possiamo realizzare questo programma di riforme per 18 mesi.
Ecco perche' non esiste alcuna possibilita' che io mi faccia da parte''. Il presidente del Consiglio punta di conseguenza alla conclusione naturale della legislatura nel 2013.
Quali i tempi per tradurre gli impegni in sede europea in provvedimenti legislativi? Entro il 15 novembre sara' varata la revisione dell'utilizzo dei fondi strutturali per le Regioni. Entro il 30 novembre entreranno in vigore i mutui agevolati per i giovani. A fine dicembre si passera' al varo dei provvedimenti per favorire l'incremento dell'occupazione giovanile e femminile. Nel gennaio 2012 dovrebbe essere completato il piano che prevede la tutela della concorrenza nei servizi pubblici locali. La delega assistenziale e previdenziale che riguarda l'innalzamento dell'eta' pensionabile sara' varata entro febbraio 2012. Entro fine marzo 2012 il governo si impegna a presentare il piano su liberalizzazioni e concorrenza che riguardera' i servizi commerciali e gli orari di apertura dei negozi.
Secondo i tempi fissati da Berlusconi, il 2012 continuera' con l'approvazione entro aprile della prima lettura della riforma costituzionale dello Stato. A maggio si affrontera' il nodo delle norme sul lavoro subordinato e parasubordinato (anche la liberalizzazione dei licenziamenti) mentre per il mese successivo il premier si dice convinto di poter inserire nella Costituzione la norma sul pareggio di bilancio.
Mentre Berlusconi si dice persuaso sulla tenuta della propria maggioranza, da Palazzo Chigi si sostiene che sono prive di riscontri le indiscrezioni su una possibile rete di salvataggio che l'Unione europea starebbe mettendo a punto per mettere a riparo le economie di Spagna e Italia. Angelino Alfano, segretario del Pdl, in una intervista al ''Messaggero'', precisa che ''l'agenda europea si fara' a Palazzo Chigi'' e che ''ha perso'' chi pensava a una crisi di governo.
Nell'opposizione il dibattito del fine settimana si e' incentrato sul duello politico a distanza tra Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, e Matteo Renzi, sindaco di Firenze, leader dei cosiddetti ''rottamatori'', promotore di un convegno alla Stazione Leopolda della capitale toscana in un si e' auspicato un possibile big bang nel centrosinistra in grado di rinnovarlo.
''Qui alla Leopolda abbiamo parlato poco di Berlusconi: noi siamo qui per parlare del futuro e lui non e' il futuro.
Manteniamo il partito che abbiamo e cambiamo le facce dei politici'', argomenta Renzi davanti alle telecamere. Poi si rivolge al leader del Pd: ''C'e' un problema di rapporto con le vecchie liturgie di partito. E lo dico con il massimo rispetto verso Bersani: il modello per cui ci sono i dirigenti che danno la linea agli eletti andava bene nel '900. Le primarie non sono solo un modo per selezionare in modo diverso la classe dirigente, sono un ribaltamento''.
La replica di Bersani arriva da Napoli, dov'era in corso un convegno della Scuola di formazione politica del Pd: ''Tutte le idee sono buone, le vedremo. Ma attenzione a non scambiare per nuove delle idee che sono un usato degli anni Ottanta. Io sono l'unico segretario al mondo eletto in primarie aperte.
Come posso avere paura delle primarie?''.
In serata Renzi riprende la parola partecipando alla trasmissione televisiva ''Che tempo che fa'': ''La nuova storia del Pd non possono scriverla i reduci ma i pionieri.
Se il centrosinistra non vincera' le prossime elezioni, saremo da trattamento sanitario obbligatorio. Insieme al berlusconismo si mandi a casa anche l'antiberlusconismo''.
Aggiunge il premier: ''L'opposizione continua con la litania del mio passo indietro, senza rendersi conto che questo e' il momento di pensare all'Italia. Solo io e il mio governo possiamo realizzare questo programma di riforme per 18 mesi.
Ecco perche' non esiste alcuna possibilita' che io mi faccia da parte''. Il presidente del Consiglio punta di conseguenza alla conclusione naturale della legislatura nel 2013.
Quali i tempi per tradurre gli impegni in sede europea in provvedimenti legislativi? Entro il 15 novembre sara' varata la revisione dell'utilizzo dei fondi strutturali per le Regioni. Entro il 30 novembre entreranno in vigore i mutui agevolati per i giovani. A fine dicembre si passera' al varo dei provvedimenti per favorire l'incremento dell'occupazione giovanile e femminile. Nel gennaio 2012 dovrebbe essere completato il piano che prevede la tutela della concorrenza nei servizi pubblici locali. La delega assistenziale e previdenziale che riguarda l'innalzamento dell'eta' pensionabile sara' varata entro febbraio 2012. Entro fine marzo 2012 il governo si impegna a presentare il piano su liberalizzazioni e concorrenza che riguardera' i servizi commerciali e gli orari di apertura dei negozi.
Secondo i tempi fissati da Berlusconi, il 2012 continuera' con l'approvazione entro aprile della prima lettura della riforma costituzionale dello Stato. A maggio si affrontera' il nodo delle norme sul lavoro subordinato e parasubordinato (anche la liberalizzazione dei licenziamenti) mentre per il mese successivo il premier si dice convinto di poter inserire nella Costituzione la norma sul pareggio di bilancio.
Mentre Berlusconi si dice persuaso sulla tenuta della propria maggioranza, da Palazzo Chigi si sostiene che sono prive di riscontri le indiscrezioni su una possibile rete di salvataggio che l'Unione europea starebbe mettendo a punto per mettere a riparo le economie di Spagna e Italia. Angelino Alfano, segretario del Pdl, in una intervista al ''Messaggero'', precisa che ''l'agenda europea si fara' a Palazzo Chigi'' e che ''ha perso'' chi pensava a una crisi di governo.
Nell'opposizione il dibattito del fine settimana si e' incentrato sul duello politico a distanza tra Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, e Matteo Renzi, sindaco di Firenze, leader dei cosiddetti ''rottamatori'', promotore di un convegno alla Stazione Leopolda della capitale toscana in un si e' auspicato un possibile big bang nel centrosinistra in grado di rinnovarlo.
''Qui alla Leopolda abbiamo parlato poco di Berlusconi: noi siamo qui per parlare del futuro e lui non e' il futuro.
Manteniamo il partito che abbiamo e cambiamo le facce dei politici'', argomenta Renzi davanti alle telecamere. Poi si rivolge al leader del Pd: ''C'e' un problema di rapporto con le vecchie liturgie di partito. E lo dico con il massimo rispetto verso Bersani: il modello per cui ci sono i dirigenti che danno la linea agli eletti andava bene nel '900. Le primarie non sono solo un modo per selezionare in modo diverso la classe dirigente, sono un ribaltamento''.
La replica di Bersani arriva da Napoli, dov'era in corso un convegno della Scuola di formazione politica del Pd: ''Tutte le idee sono buone, le vedremo. Ma attenzione a non scambiare per nuove delle idee che sono un usato degli anni Ottanta. Io sono l'unico segretario al mondo eletto in primarie aperte.
Come posso avere paura delle primarie?''.
In serata Renzi riprende la parola partecipando alla trasmissione televisiva ''Che tempo che fa'': ''La nuova storia del Pd non possono scriverla i reduci ma i pionieri.
Se il centrosinistra non vincera' le prossime elezioni, saremo da trattamento sanitario obbligatorio. Insieme al berlusconismo si mandi a casa anche l'antiberlusconismo''.
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