ROMA. "Ci sono decine e decine di miei ospiti che possono testimoniare la correttezza e l'eleganza dei comportamenti di tutti i miei invitati" alle feste di Arcore. "Non c'è nulla, assolutamente nulla di quel che ho fatto che non rifarei.
Devono scusarsi i porno giornalisti e i pornomagistrati che mi hanno ricoperto di calunnie".
Un aggettivo supera pero' lo sbarramento di autocensura che Berlusconi si impone ed e' quello che riguarda la volonta' "pervicace" che imputa ai pm milanesi. E con l'aggettivo supera la barriera anche un 'disegno', che piu' volte affiora in questi giorni nel punto di vista del premier: quello di "disonorare la quarta carica dello Stato" con una condanna.
Berlusconi non nasconde di attendersi che dagli interrogatori sul caso Mills "emergera' la verita'", non solo perche' quell'avvocato inglese "ho avuto la fortuna di non conoscerlo mai" ma anche perche' personalmente il presidente del Consiglio spiega di aver in animo di farsi interrogare a Milano, lunedi', anticipando che in quella sede "diro' cose molto precise".
Altrettanto lo sono, dal punto di vista almeno della lettura della situazione, quelle che ribadisce arrivando al Conrad. Intanto la contabilita' delle udienze: "Da ora al 15 dicembre - ricorda - mi hanno fissato 21 udienze. Siccome i miei avvocati mi hanno detto che dovremmo vederci 5 o 6 ore, il giorno prima, ogni volta, per decidere il da farsi, ne consegue che dovrei dedicare 42 giorni alla mia difesa".
Ecco perche', con amara ironia, Berlusconi torna sul "bel risultato" della sospensione dei processi per le alte cariche istituzionali, che porta a doversi occupare di processi "un presidente del Consiglio mentre bisogna risolvere la crisi".
Ecco che si affaccia la "decisione pervicace della Procura di Milano" che vuole "mandare avanti un processo che si prescrive il 12 gennaio e che dunque, per economia processuale, dovrebbe essere abbandonato come accade in tutti gli altri casi".
"Invece - e' il nuovo affondo di Berlusconi alle toghe di Milano - qui si intensificano le udienze con la precisa volonta' di arrivare a una condanna per disonorare il titolare della quarta istituzione dello Stato".
"Poi - ribadisce - c'e' l'altra chicca di un reato che in questo caso non si perfeziona con la dazione di denaro ma nel momento in cui il corrotto comincia a spenderlo. Con il risultato che se uno e' risparmioso...", i tempi si dilatano indefinitamente fa capire con una battuta Berlusconi.
Tutte particolarita', dice Berlusconi, delle toghe milanesi. "Io avrei una pluralita' di definizioni, ma non le dico", conclude il presidente del Consiglio. La quarta carica dello Stato che si sente a rischio di essere "disonorata" e che sempre sul filo dell'ironia pesca dal gergo dei brogliacci giudiziari per osservare che "io non dico nulla ma 'a domanda risponddo' e vi dico, e' normale in uno Stato di diritto che un primo ministro sia assolto in 25 processi, il che vuol dire che per 25 volte sono state ritenute infondate le tesi di altri giudici? Se non fa scandalo questo, cosa?".
Devono scusarsi i porno giornalisti e i pornomagistrati che mi hanno ricoperto di calunnie".
Un aggettivo supera pero' lo sbarramento di autocensura che Berlusconi si impone ed e' quello che riguarda la volonta' "pervicace" che imputa ai pm milanesi. E con l'aggettivo supera la barriera anche un 'disegno', che piu' volte affiora in questi giorni nel punto di vista del premier: quello di "disonorare la quarta carica dello Stato" con una condanna.
Berlusconi non nasconde di attendersi che dagli interrogatori sul caso Mills "emergera' la verita'", non solo perche' quell'avvocato inglese "ho avuto la fortuna di non conoscerlo mai" ma anche perche' personalmente il presidente del Consiglio spiega di aver in animo di farsi interrogare a Milano, lunedi', anticipando che in quella sede "diro' cose molto precise".
Altrettanto lo sono, dal punto di vista almeno della lettura della situazione, quelle che ribadisce arrivando al Conrad. Intanto la contabilita' delle udienze: "Da ora al 15 dicembre - ricorda - mi hanno fissato 21 udienze. Siccome i miei avvocati mi hanno detto che dovremmo vederci 5 o 6 ore, il giorno prima, ogni volta, per decidere il da farsi, ne consegue che dovrei dedicare 42 giorni alla mia difesa".
Ecco perche', con amara ironia, Berlusconi torna sul "bel risultato" della sospensione dei processi per le alte cariche istituzionali, che porta a doversi occupare di processi "un presidente del Consiglio mentre bisogna risolvere la crisi".
Ecco che si affaccia la "decisione pervicace della Procura di Milano" che vuole "mandare avanti un processo che si prescrive il 12 gennaio e che dunque, per economia processuale, dovrebbe essere abbandonato come accade in tutti gli altri casi".
"Invece - e' il nuovo affondo di Berlusconi alle toghe di Milano - qui si intensificano le udienze con la precisa volonta' di arrivare a una condanna per disonorare il titolare della quarta istituzione dello Stato".
"Poi - ribadisce - c'e' l'altra chicca di un reato che in questo caso non si perfeziona con la dazione di denaro ma nel momento in cui il corrotto comincia a spenderlo. Con il risultato che se uno e' risparmioso...", i tempi si dilatano indefinitamente fa capire con una battuta Berlusconi.
Tutte particolarita', dice Berlusconi, delle toghe milanesi. "Io avrei una pluralita' di definizioni, ma non le dico", conclude il presidente del Consiglio. La quarta carica dello Stato che si sente a rischio di essere "disonorata" e che sempre sul filo dell'ironia pesca dal gergo dei brogliacci giudiziari per osservare che "io non dico nulla ma 'a domanda risponddo' e vi dico, e' normale in uno Stato di diritto che un primo ministro sia assolto in 25 processi, il che vuol dire che per 25 volte sono state ritenute infondate le tesi di altri giudici? Se non fa scandalo questo, cosa?".
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CRONACA