ROMA. Silvio Berlusconi smentisce le voci di un suo possibile passo indietro. Non solo. Il premier bolla come inutile il ricorso alle urne anticipate. Nel giorno in cui vola in Russia per festeggiare il compleanno del suo amico Putin, il presidente del Consiglio parla ai Promotori della liberta' per ribadire la sua determinazione ad andare avanti, spiegando di essere concentrato sul decreto sviluppo. Che non prevedera', precisa palazzo Chigi, nessun condono, ipotesi "mai presa in considerazione". "Nessun passo indietro" perche' non c'e' "nessuna alternativa a questo governo", scandisce Berlusconi che torna a criticare l'opposizione, capace solo di "occuparsi della mia poltrona. Farebbe invece meglio a pensare all'interesse dell'Italia". Avanti, dunque, anche se "stare al governo, soprattutto nel pieno di una crisi planetaria come questa, comporta per me e per tutti i componenti del governo un grande sacrificio personale, e' un fardello di cui personalmente mi libererei molto volentieri, se non fosse che una crisi di governo sarebbe l'ultima cosa di cui l'Italia in questo momento ha bisogno".
Il premier liquida poi ogni ipotesi di ritorno alle urne: "Le elezioni anticipate non servirebbero a nulla: solo la sinistra, come nel 1994, e' eccitata dall'illusione di poter conquistare quello che la sinistra chiama e considera il potere, e non vede l'ora di nuove elezioni. Una pretesa che definisco assurda - continua - che creerebbe solo instabilita' e che aprirebbe nuovi spazi alla speculazione finanziaria". Ma, ribadisce Berlusconi, "noi abbiamo i numeri per arrivare fino in fondo alla legislatura, come prevede la nostra Costituzione. E andremo avanti per completare il nostro programma di riforme", quelle istituzionali (tra cui piu' poteri al premier) e della giustizia (per evitare che anche altri possano "essere messi nel mirino dei magistrati della politica di sinistra come e' accaduto a me, soltanto appunto per ragioni politiche con l'utilizzo della giustizia a fini di lotta politica").
Per Berlusconi c'e' anche "l'urgenza" di intervenire sulle intercettazioni perche', spiega, quanto accade ora "e' francamente intollerabile. Questo e' un sistema barbaro a cui dobbiamo mettere fine". Ma prima di tutto il governo e' al lavoro per la crescita: "da alcuni giorni non mi occupo che del decreto sullo sviluppo che intendiamo presentare a breve al Consiglio dei Ministri". Infine, Berlusconi torna a rilanciare il progetto della grande alleanza di centrodestra per "superare le divisioni dei moderati", mentre il centrosinistra pensa "ad un governo formato dal trio Bersani-Di Pietro-Vendola che sarebbe una riedizione, in termini direi ancor piu' grotteschi, dell'Ulivo di Prodi".
Il premier liquida poi ogni ipotesi di ritorno alle urne: "Le elezioni anticipate non servirebbero a nulla: solo la sinistra, come nel 1994, e' eccitata dall'illusione di poter conquistare quello che la sinistra chiama e considera il potere, e non vede l'ora di nuove elezioni. Una pretesa che definisco assurda - continua - che creerebbe solo instabilita' e che aprirebbe nuovi spazi alla speculazione finanziaria". Ma, ribadisce Berlusconi, "noi abbiamo i numeri per arrivare fino in fondo alla legislatura, come prevede la nostra Costituzione. E andremo avanti per completare il nostro programma di riforme", quelle istituzionali (tra cui piu' poteri al premier) e della giustizia (per evitare che anche altri possano "essere messi nel mirino dei magistrati della politica di sinistra come e' accaduto a me, soltanto appunto per ragioni politiche con l'utilizzo della giustizia a fini di lotta politica").
Per Berlusconi c'e' anche "l'urgenza" di intervenire sulle intercettazioni perche', spiega, quanto accade ora "e' francamente intollerabile. Questo e' un sistema barbaro a cui dobbiamo mettere fine". Ma prima di tutto il governo e' al lavoro per la crescita: "da alcuni giorni non mi occupo che del decreto sullo sviluppo che intendiamo presentare a breve al Consiglio dei Ministri". Infine, Berlusconi torna a rilanciare il progetto della grande alleanza di centrodestra per "superare le divisioni dei moderati", mentre il centrosinistra pensa "ad un governo formato dal trio Bersani-Di Pietro-Vendola che sarebbe una riedizione, in termini direi ancor piu' grotteschi, dell'Ulivo di Prodi".
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