di Nicola Ricchitelli. Lo abbiamo incontrato alla vigilia della delicatissima gara contro l'Empoli. Per Alex Noselli sta arrivando il momento di mettersi completamente al servizio dei colori neroverde del Sassuolo - dopo un lungo periodo di infortunio che lo ha tenuto lontano dal rettangolo di gioco – così come ha sempre fatto, ed anche in maniera egregia.
Un'intervista che non esula dai momenti cardine della carriera del centravanti di scuola Udinese, di fatti si va da momenti importanti quali quelli vissuti con la maglia del Mantova, e quindi la finale play off persa contro il Torino qualche anno fa, e la semifinale con la maglia del Sassuolo persa sempre contro il Torino.
D: Un saluto da Giornale di Puglia ad Alessandro Noselli – bomber del Sassuolo – Alessandro negli ultimi tempi qualche panchina di troppo. Quali le armi per riconquistare il mister?
R:« In verità provengo da un lungo periodo di infortunio, purtroppo non ho potuto dare il mio contributo alla causa “neroverde” per diverso tempo ma ora vedo la luce alla fine del tunnel, il peggio è passato e sono pronto a mettermi a disposizione di Mister Pea e della squadra, cercherò di farmi trovare pronto quando il mister mi rilancerà nella mischia».
D: Tutto è partito da Udine e dall’Udinese: ti piacerebbe ritornarvi? Quale il segreto del proliferare di campioni?
R:« L’Udinese è oggi una delle realtà più importanti del calcio italiano, chiaro che per me sarebbe un sogno tornare ad indossare quella maglia un giorno ma oggi è giusto che io pensi solo al Sassuolo e a dare il massimo per questi colori. Per quanto riguarda l’Udinese, è una società davvero organizzata sul piano degli osservatori, una rete capillare e qualificata che raggiunge tutto il mondo: penso che il segreto sia tutto lì, un continuo e competente monitoraggio del calcio al livello planetario».
D: Alessandro, all’incirca 100 goal segnati in carriera. Quale quello più importante fin qui realizzato?
R:« Quello più importante è stato certamente il rigore trasformato in Mantova-Torino, la finale play off del 2005/2006. Purtroppo coincise anche con una delle più grosse delusioni sportive della mia carriera, il sogno della serie A s’infranse nel ritorno con la sconfitta per 3-1 a Torino, dopo il 4-2 per noi al “Martelli” di Mantova. Fra i più belli invece ricordo quello segnato con la maglia del Sassuolo in una gara casalinga al Braglia contro il Frosinone».
D: Quali le previsioni in vista della gara contro l'Empoli oggi?
R:« Partita difficile come tutte quelle in serie B. L'Empoli è una squadra forte, con valori individuali e di gruppo importanti. Dovremo stare concentrati e dare il massimo per conquistare la vittoria, che è il nostro obiettivo di ogni partita. Poi si può vincere o perdere, l’importante però è uscire dal campo a fine gara con la consapevolezza di aver dato tutto».
D: Lo scorso anno in panchina si sono avvicendati ben tre allenatori – nell’ordine Daniele Arrigoni, Angelo Gregucci e Paolo Mandelli – di certo la stagione più difficile da quando siete in serie B. Cosa non ha funzionato?
R:« Non c’è stata una causa singola o particolare che non ha funzionato, è stato tutto un insieme di situazioni che alla fine hanno fatto della nostra stagione 2010/2011 un’annata davvero sofferta. Ci siamo trovati presto in difficoltà e purtroppo la voglia di recuperare velocemente ci ha fatto commettere altri errori e peggiorare le cose. Solo a fine campionato abbiamo raggiunto la salvezza, molto sofferta ma tutto sommato meritata».
D: Alessandro, la serie A ti è sfuggita per ben due volte. Dapprima con la maglia del Mantova e quindi con il Sassuolo. Come hai vissuto quei momenti?
R:« Momenti davvero brutti, sportivamente parlando, due grosse delusioni. Con il Mantova forse è stata la peggiore delle due: era la finale play off 2005/2006, eravamo ad un passo dalla serie A. Venivamo dalla vittoria per 4-2 dell’andata ed a Torino potevamo scrivere una pagina gloriosa della storia del Mantova ed invece sapete tutti come andò a finire...Tanta delusione anche nella semifinale 2009/2010 persa con la maglia del Sassuolo, ancora una volta il Toro e ancora una beffa per me e per un Sassuolo che quell’anno fu comunque davvero sorprendente».
D: A proposito di Mantova, quali i motivi che portarono alla rottura?
R:« Motivi contrattuali, eravamo in disaccordo su alcune cose e le nostre strade si separarono. Quella di Mantova resta comunque una parentesi fra le più importanti della mia carriera».
D: Alessandro, diciassette punti dopo nove gare disputate – frutto di 5 vittorie, 2 pareggi e due sconfitte – dove può arrivare questo Sassuolo?
R:« Sulla carta potremmo anche arrivare in alto ma è sul campo che tutti i sabati si deve dimostrare il proprio valore. Noi dobbiamo pensare solamente a dare il massimo ed a fare più punti possibili poi fra Aprile e Maggio tireremo le somme».
D: Cosa speri per la tua carriera professionale?
R:« Il sogno di ogni calciatore è la Serie A ed è così anche per me. Il massimo sarebbe arrivarci con la maglia del Sassuolo, sarebbe davvero una bella pagina di storia per la proprietà (MAPEI), per tutto l’entourage neroverde e penso anche per il calcio italiano».
Un'intervista che non esula dai momenti cardine della carriera del centravanti di scuola Udinese, di fatti si va da momenti importanti quali quelli vissuti con la maglia del Mantova, e quindi la finale play off persa contro il Torino qualche anno fa, e la semifinale con la maglia del Sassuolo persa sempre contro il Torino.
D: Un saluto da Giornale di Puglia ad Alessandro Noselli – bomber del Sassuolo – Alessandro negli ultimi tempi qualche panchina di troppo. Quali le armi per riconquistare il mister?
R:« In verità provengo da un lungo periodo di infortunio, purtroppo non ho potuto dare il mio contributo alla causa “neroverde” per diverso tempo ma ora vedo la luce alla fine del tunnel, il peggio è passato e sono pronto a mettermi a disposizione di Mister Pea e della squadra, cercherò di farmi trovare pronto quando il mister mi rilancerà nella mischia».
D: Tutto è partito da Udine e dall’Udinese: ti piacerebbe ritornarvi? Quale il segreto del proliferare di campioni?
R:« L’Udinese è oggi una delle realtà più importanti del calcio italiano, chiaro che per me sarebbe un sogno tornare ad indossare quella maglia un giorno ma oggi è giusto che io pensi solo al Sassuolo e a dare il massimo per questi colori. Per quanto riguarda l’Udinese, è una società davvero organizzata sul piano degli osservatori, una rete capillare e qualificata che raggiunge tutto il mondo: penso che il segreto sia tutto lì, un continuo e competente monitoraggio del calcio al livello planetario».
D: Alessandro, all’incirca 100 goal segnati in carriera. Quale quello più importante fin qui realizzato?
R:« Quello più importante è stato certamente il rigore trasformato in Mantova-Torino, la finale play off del 2005/2006. Purtroppo coincise anche con una delle più grosse delusioni sportive della mia carriera, il sogno della serie A s’infranse nel ritorno con la sconfitta per 3-1 a Torino, dopo il 4-2 per noi al “Martelli” di Mantova. Fra i più belli invece ricordo quello segnato con la maglia del Sassuolo in una gara casalinga al Braglia contro il Frosinone».
D: Quali le previsioni in vista della gara contro l'Empoli oggi?
R:« Partita difficile come tutte quelle in serie B. L'Empoli è una squadra forte, con valori individuali e di gruppo importanti. Dovremo stare concentrati e dare il massimo per conquistare la vittoria, che è il nostro obiettivo di ogni partita. Poi si può vincere o perdere, l’importante però è uscire dal campo a fine gara con la consapevolezza di aver dato tutto».
D: Lo scorso anno in panchina si sono avvicendati ben tre allenatori – nell’ordine Daniele Arrigoni, Angelo Gregucci e Paolo Mandelli – di certo la stagione più difficile da quando siete in serie B. Cosa non ha funzionato?
R:« Non c’è stata una causa singola o particolare che non ha funzionato, è stato tutto un insieme di situazioni che alla fine hanno fatto della nostra stagione 2010/2011 un’annata davvero sofferta. Ci siamo trovati presto in difficoltà e purtroppo la voglia di recuperare velocemente ci ha fatto commettere altri errori e peggiorare le cose. Solo a fine campionato abbiamo raggiunto la salvezza, molto sofferta ma tutto sommato meritata».
D: Alessandro, la serie A ti è sfuggita per ben due volte. Dapprima con la maglia del Mantova e quindi con il Sassuolo. Come hai vissuto quei momenti?
R:« Momenti davvero brutti, sportivamente parlando, due grosse delusioni. Con il Mantova forse è stata la peggiore delle due: era la finale play off 2005/2006, eravamo ad un passo dalla serie A. Venivamo dalla vittoria per 4-2 dell’andata ed a Torino potevamo scrivere una pagina gloriosa della storia del Mantova ed invece sapete tutti come andò a finire...Tanta delusione anche nella semifinale 2009/2010 persa con la maglia del Sassuolo, ancora una volta il Toro e ancora una beffa per me e per un Sassuolo che quell’anno fu comunque davvero sorprendente».
D: A proposito di Mantova, quali i motivi che portarono alla rottura?
R:« Motivi contrattuali, eravamo in disaccordo su alcune cose e le nostre strade si separarono. Quella di Mantova resta comunque una parentesi fra le più importanti della mia carriera».
D: Alessandro, diciassette punti dopo nove gare disputate – frutto di 5 vittorie, 2 pareggi e due sconfitte – dove può arrivare questo Sassuolo?
R:« Sulla carta potremmo anche arrivare in alto ma è sul campo che tutti i sabati si deve dimostrare il proprio valore. Noi dobbiamo pensare solamente a dare il massimo ed a fare più punti possibili poi fra Aprile e Maggio tireremo le somme».
D: Cosa speri per la tua carriera professionale?
R:« Il sogno di ogni calciatore è la Serie A ed è così anche per me. Il massimo sarebbe arrivarci con la maglia del Sassuolo, sarebbe davvero una bella pagina di storia per la proprietà (MAPEI), per tutto l’entourage neroverde e penso anche per il calcio italiano».