“A bordo campo con… Filippo Boniperti”: i consigli di nonno Giampiero nel segno del “bianconero”

di Nicola Ricchitelli. Da un bianconero all’altro, dal bianconero della Juventus a quello dell’Ascoli, con addosso un cognome importante: Boniperti. Facile cadere nella trappola del ricordo di nonno Giampiero, e soprattutto chiedersi quanto cognomi così altisonanti possano pesare o alleggerire una vita: «In molti mi hanno chiesto che rapporto ho con il mio cognome o se questo potesse rappresentare per me un peso o ancora se grazie ad esso la mia vita calcistica ha avuto delle facilitazioni». Ma lui, Filippo, va avanti per la sua strada, una strada che oggi lo ha portato fin giù nelle Marche a tentare l’impresa di salvare un Ascoli ridimensionato dallo scandalo scommesse.

D: Un saluto da Giornale di Puglia a Filippo Boniperti – attaccante oggi in forza all’Ascoli nonché nipote del più famoso e storico Giampiero – Filippo cosa vuol dire portare questo cognome?

R:« Un saluto a lei! In molti mi hanno chiesto che rapporto ho con il mio cognome o se questo potesse rappresentare per me un peso o ancora se grazie ad esso la mia vita calcistica ha avuto delle facilitazioni. Devo dire che in passato, quando ero più piccolo, tanti giornalisti o semplici curiosi mi riempivano di domande su mio nonno, quindi in questo senso il mio cognome un "peso" l'ha avuto. Negli ultimi tempi la curiosità è venuta un po' meno, quindi ci convivo bene».

D: Questo cognome sa essere pesante: ma quanto ti ha alleggerito la vita?

R:« Se mi ha alleggerito la vita? In ambito calcistico direi di no, nel senso che se avessi avuto un altro cognome probabilmente sarei cresciuto in un settore giovanile diverso dalla Juve, ma sono convinto che in questo momento della mia vita lavorativa sarei arrivato nello stesso punto in cui sono ora. Inutile essere ipocriti, in altri ambiti - mi riferisco alla vita privata e al modo di vivere - me l'ha resa molto piacevole, mi ritengo molto fortunato».

D: Cosa ci puoi raccontare di questi primi mesi qui ad Ascoli? Quanto è difficile risalire la china specie con una penalizzazione pesante come quella inflitta alla società marchigiana?

R:« I primi mesi ad Ascoli sono stati molto positivi, da subito mi sono trovato bene con il mister, i compagni di squadra e la città. Recuperare i punti di penalizzazione non è stato così complicato, forse perché li abbiamo annullati in fretta, però in queste ultime partite abbiamo racimolato pochi punti e prima possibile dobbiamo tornare a fare risultato, sono convinto che possiamo farcela, dobbiamo soltanto recuperare lo spirito giusto, quello delle prime gare di campionato».

D: Quali sono i consigli che spesso ti dà tuo nonno Gianpiero?

R:« Nonno Giampiero mi dice che devo calciare più spesso in porta, ma senza intestardirmi, devo giocare sempre in funzione della squadra. Per il resto mi lascia molto tranquillo».

D: Filippo, ci pensi mai alla Juventus? Come giudichi l’avvio positivo della squadra di Conte? Si può parlare di scudetto?

R:« La Juve ha dimostrato di riuscire a fare bene, Conte sta preparando fisicamente al meglio la squadra. È chiaro che aiuta anche il fatto di non dover giocare le coppe e scendere quindi in campo ogni 2-3 giorni. Quanto allo scudetto penso che la Juve possa lottare fino alla fine; la serie A è molto combattuta e a volte basta un punto a decretare la vincitrice del campionato. In proposito Milan e Inter credo che recupereranno posizioni e il Napoli spinto dall'entusiasmo sta facendo molto bene. Sarà una lotta molto ardua».

D: A quanto pare l’ex giocatore del Torino, Riccardo Ferri, voleva portarti nelle giovanili del Torino? Ti ci saresti saputo vedere con la maglia granata addosso?

R:« Vero, avevo 5 anni, e giocavo in un circolo che si chiamava "Fioccardo"; un giorno disputammo una partita contro il Torino e in quell'occasione Ferri chiese informazioni su di me al mister di allora, Franco Dolza: «Puoi chiedermi tutti i calciatori, ma non Boniperti», gli disse. E quindi la possibilità concreta di andare al Toro non c'è mai stata».

D: Filippo, che ricordi hai del tuo esordio con la primavera bianconera contro il Modena?

R:«Un ricordo molto positivo, in quella partita esordii in campo, in precedenza ero stato convocato, ma mai impiegato. Entrai sullo 0-0 a mezz'ora dalla fine della gara...avevo 16-17 anni. Feci tre gol!».

D: Quante e quali le persone che hanno dato un contributo determinate alla tua crescita calcistica?

R:« Tante persone, tutti gli allenatori che ho avuto alla Juve, ognuno mi ha lasciato qualche insegnamento, tanto che sono rimasto in buoni rapporti con tutti - E poi i miei famigliari e gli amici».

D: Cosa speri per il tuo futuro? Cosa ti piacerebbe fare aldilà del calciatore?

R: « Il mio sogno è giocare fra i professionisti il più a lungo possibile e al più alto livello possibile. Però voglio tenermi aperte altre strade perché devo pensare anche al dopo calcio. Mi piacerebbe diventare manager sportivo, nel settore calcistico ovviamente».

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto